Capitolo 28

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Ero seduta sulla mia solita e comoda poltroncina per iniziare un'altra flebo per la terapia. C'erano un sacco di persone, con il mio stesso problema.
Era come fare di nuovo la chemioterapia. Mi annoiavo e Jacob non era ancora arrivato, eppure era già passata mezz'ora. Non avevo voglia di parlare con la signora anziana seduta di fianco a me. Non mi ispirava molta simpatia.
«Scusi, sa perché Jacob Miller non è qui?», chiesi all'infermiera. Si guardò intorno, un po' confusa.
«Oggi non... oggi non penso che verrà», mi rispose. Era strana. Molto strana.
Furono le due ore più lunghe di tutta la mia vita. Di solito, grazie alla compagnia di Jacob, il tempo passava in fretta. Invece, oggi, non riuscivo neanche a tenere gli occhi aperti. Fortunatamente, con William le cose si erano abbastanza risolte. Ero tranquilla e parlavamo per messaggio. Avevo bisogno di parlare con qualcuno per combattere la noia.
«Jacob oggi non c'era», dissi a Mary mentre salivo sulla macchina.
«Non hai il suo numero di telefono?».
«Sì. Quando arrivo a casa lo chiamo. Magari sta male per colpa della terapia». Poi continuai:«fra una settimana avrò la tac per sapere se il cancro è diminuito o se si sta spargendo in altre zone».
«Speriamo sia diminuito».
«Mary, spero che sia proprio scomparso».
«Non so se è una cosa che può succedere, piccola mia». Mi sorrise in modo confortevole, mentre era ancora concentrata a guidare.
«Io, ci spero sempre».
Arrivammo a casa nel giro di un quarto d'ora. Quando mi buttai sul letto, chiamai immediatamente Jacob. Non vedevo l'ora di sgridarlo per non essere venuto e per avermi lasciata da sola.
«Pronto?». Mi rispose una voce femminile.
«Scusi... pensavo di... niente, ho sbagliato numero. Arrivederci».
«Aspetta! Sei Diana Smith, vero?», mi chiese. Ero confusa.
«Sì, sono io. Perché?». La donna al telefono stava iniziando a piangere.
«Sono la mamma di Jacob. Mi spiace dirtelo tesoro, ma... ha messo fine alla sua vita. Ha scritto una lettera prima di... prima di impiccarsi, in cui ha fatto il tuo nome. Dice di goderti la vita anche per lui».
Il mondo mi crollò addosso.

INCASTRO PERFETTOWhere stories live. Discover now