22. Come corridori alla maratona di New York

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Correre.

Quante volte Ginevra aveva corso via da qualsiasi tipo di delusione. Quante volte aveva cercato di sviare l'attenzione di qualsiasi ragazzo fosse interessato a lei. Quante volte aveva creduto che correre dai sentimenti fosse la scelta più saggia da fare.

Aveva corso per sbollire la rabbia, per scappare via dai pensieri negativi e per sfuggire dai sensi di colpa che, anno dopo anno, sembravano non diminuire.

Aveva trascorso gran parte della sua adolescenza a correre via talmente veloce che si era ritrovata, ad un tratto, ad essere completamente stanca.

In quel periodo Pedri era riuscito ad entrare nella sua vita e a stravolgergliela del tutto. Si era approfittato del fatto che non fosse più impegnata in quella corsa così faticosa e ottenne il suo amore. Amore che Ginevra aveva sempre pensato di non riuscire mai a dare.

Le piaceva credere che il canario fosse quello giusto, a differenza di ciò che le aveva fatto intendere suo padre.

Era convinta che Pedri, proprio come lei, provasse sentimenti indissolubili, con una base più che solida.

Con l'arrivo di Beatriz, quei sentimenti sembravano essere crollati su loro stessi. Proprio come dei castelli di sabbia.

Notava i loro sguardi complici e i sorrisi che si scambiavano. Ginevra si ritrovò addirittura a pensare di essere lei stessa il terzo incomodo.

Sentiva di rappresentare un ostacolo per i due ragazzi che, però, continuavano ad etichettarsi come dei buoni amici.

Amava talmente tanto Pedri che era disposta a mettersi da parte pur di vederlo felice. Le cose tra loro erano caratterizzate da alti e bassi. Forse più bassi che alti.

Forse erano state più le volte che avevano toccato il fondo che le volte che avevano toccato il cielo con un dito.

Aveva trascorso le notti insonni a piangere, consapevole che ciò che stava per fare era la cosa giusta per entrambi. Erano stati due giorni lunghissimi e Ginevra non faceva altro che pensare e... pensare.

Il numero 8 del Barcellona probabilmente si sarebbe arrabbiato ma era sicura che, con il tempo, avrebbe compreso e accettato la sua scelta.

Entrò nella stanza di Pedri in punta di piedi, quasi come se avesse paura di fare rumore. Stava mostrando a Beatriz delle foto di infanzia e li sentiva ridere ogni tanto.

Cosa ci faceva a Barcellona?
Cosa ci faceva nella vita così perfetta di Pedri?

Beatriz era così bella che chiunque avrebbe potuto innamorarsi di lei.

Anche Pedri.

Quest'ultimo accarezzava con il pollice il fianco scoperto dalla maglietta della ragazza al suo fianco mentre lei sorrideva teneramente alla vista di una loro foto insieme.

Avrebbero dovuto avere all'incirca tre anni ed erano in sella alle loro biciclette mentre, con un enorme sorriso, guardavano l'obiettivo.

«Pedri» Ginevra pronunciò il suo nome con un tono basso, come se non volesse rovinare l'intimità tra i due. Il ragazzo la guardò e si morse il labbro inferiore, facendo cenno a Beatriz di lasciarlo da solo con Ginevra.

In quei giorni si erano comportati come se fossero due sconosciuti e a Pedri questo rattristava e non poco. Aveva tentato più volte di parlarle ma lei si era dimostrata fredda e distaccata. Proprio come quando l'aveva conosciuta alla reception dell'hotel.

Aveva gli stessi occhi tristi di quel giorno ma che cercava di mascherare con un timido sorriso. Si sedette accanto a lui dove poco prima si trovava Beatriz.

Midnights in Amsterdam ; PedriWhere stories live. Discover now