3. Kenma

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Nonostante indossi le cuffie, Kenma sente la serratura girare e la porta d'ingresso aprirsi. I suoi genitori dormono da ore. Il che significa che è Kuroo che viene a trovarlo dopo aver passato la giornata con Bokuto. Un piccolo sorriso si forma sul viso di Kenma.

Kuroo, come sempre, entra nella sua stanza senza bussare, chiudendo dolcemente la porta dietro di sé. Dopo troppi attimi di silenzio, Kenma alza lo sguardo verso di lui. Le sue sopracciglia sono aggrottate in un cipiglio preoccupato. Beh, Kenma presume che lo siano entrambe, dal momento che una rimane ostinatamente nascosta dietro quella sua frangia fastidiosamente attraente. Kenma non sa cosa dire. Quindi, aspetta. Kuroo parlerà alla fine.

Quando passa un altro minuto e Kuroo non ha ancora detto niente, Kenma mette via la sua PSP, si toglie le cuffie e fa un po' di spazio sul letto per Kuroo. Kuroo non si siede. Sembra che stia pensando troppo a qualcosa.

"Kuro?" Gli offre Kenma alla fine.

"Sto bene, Kenma." Niente soprannome. "Penso solo di doverti delle scuse. Mi dispiace tanto."

Non ha alcun senso.

"Per cosa?"

Kuroo prende un respiro profondo. Poi lo lascia andare. In quel modo disordinato, da nerd e da migliore amico amorevole.

"Sai, Bokuto parla molto di Akaashi. Sono così innamorati, è fastidioso. Sì. Lo sai già. Comunque, stava parlando di quella ricerca che Akaashi sta facendo e di quanto sia fantastico che lo stia facendo, ma che è anche triste perché non ha tempo per lui e. Sto divangando. Il punto è: il professore di Akaashi è transfobico, a quanto pare-"

Gli occhi di Kenma si spalancano leggermente. Ha un po' paura di dove sta andando a parare questa conversazione.

"-e Akaashi, tosto com'è, ha deciso di fare una ricerca perfetta sulle persone trans. E poi io ho pensato a te e ho avuto una sensazione strana e ho spremuto Akaashi per sapere ogni singola informazione che era disposto a darmi e. Comunque, ti ricordi quella volta che hai detto quella cosa alle medie?"

Kenma sa subito di cosa sta parlando e all'improvviso pensa di sapere perché non è mai stato in grado di dirlo a Kuroo. È piuttosto scioccato dal fatto che anche Kuroo sembri ricordare quella conversazione.

"Mi dispiace per come ho reagito. Sai, sto un po' facendo supposizioni qui, ma mi sono sempre chiesto quando esattamente hai smesso di parlarmi. Cioè, ovviamente mi parli ancora e mi hai detto di quella stronzata che ti stavano facendo quelli del terzo anno, ma. Tipo. Non quel genere di cose, hai capito? E quando ti ho visto che ti... ti aprivi così con Hinata, mi sono chiesto 'perché non io' e. Beh, penso che tu abbia capito. Mi dispiace Kenma. Per non averti dato ascolto." Dopo una piccola pausa aggiunge con voce più debole: "Non mi sto sbagliando, vero?"

Per un momento, l'unico suono nella stanza veniva dall'aria viziata che entrava e usciva tremante dai polmoni di Kuroo. Kenma si chiede se quella sia una lacrima che luccica al chiaro di luna sulla guancia di Kuroo. Non è poi così lontano dal piangere lui stesso.

Dopo aver riordinato un po' i propri pensieri, picchietta con la mano lo spazio libero accanto a sé come invito. Non si fida ancora del tutto della propria voce.

Questa volta Kuroo esita solo brevemente, prima di attraversare la stanza e sistemarsi sul letto. Si siedono l'uno accanto all'altro, appoggiandosi contro il muro, i fianchi premuti insieme, trovando conforto nel calore reciproco.

Kenma è sopraffatto. Non capita spesso che pensi attivamente ai propri sentimenti. Analizzandoli. Cercando di separare i fili delle emozioni che gli incasinano il cuore. Di solito scappa.

GAME OVER! Try Again? || KurokenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora