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La testa mi stava scoppiando.
Un dolore che prendeva alle tempie.
E poi un vuoto.

Avevo la mente completamente annebbiata, non ricordavo niente della sera precedente e potevo solo intuire il motivo del mio mal di testa, e del mio vuoto di memoria.

Non ero mio solito bere troppo ad una festa eppure a quella della sera prima avevo esagerato a ne stavo subendo le conseguenze.

Fuori faceva freddo e non aiutava a farmi passare quel dolore, misi le mani nelle tasche per proteggerle da quel gelo, avevo già iniziato a sentire la pelle restringersi contro i muscoli.

Mi stavo dirigendo verso scuola, con tutta la tranquillità del mondo, nonostante non avessi la certezza che ci sarei tornato a casa, perché avevo la sensazione che sarebbe successo qualcosa, sentivo tipo una morsa allo stomaco.

Oppure dovevo solo vomitare.

Tirai in su il naso. Dandomi dello stupido per essere andato a quella festa, era una festa infrasettimanale e se mia mamma fosse stata a casa mi avrebbe tirato le orecchie con così tanta forza da farmi diventare un elfo, ma a farmi la ramanzina ci aveva pensato Orion, il mio migliore amico.

Mi aveva detto:«Domani abbiamo scuola.» la prima volta che glielo chiesi e gli risposi:«Lo so ma sarà noioso entro mezzanotte torneremo a casa, giuro.» e non avevo fatto la croce sul cuore e infatti probabilmente a mezzanotte ero ancora lì a scolarmi bottiglie di alcol.

Quando avevo capito che non si sarebbe schiodato da quella sedia e che avrebbe continuato a guardami come se fosse sul punto di darmi fuoco, gli dissi:«Se non vuoi venire ci andrò da solo.».
Ero seduto sul pavimento della sua stanza, mi ero fiondato a casa sua per trascinarlo con me perché se gli avessi chiesto di accompagnarmi per telefono mi avrebbe chiuso in faccia e non mi avrebbe aperto la porta di casa.

«Non mi convincerai a venire con te solo perché te vuoi andare a drogarti alla festa di un "non so chi".» mi aveva rimproverato mimando le virgolette con le dita citando le parole che gli avevo detto quando mi aveva chiesto ci aveva organizzato la festa.

«Perfetto ci andrò da solo.» mi ero alzato e uscì dalla stanza.

Alla fine mi aveva seguito, si era infilato la giacca di pelle, aveva preso le chiavi della sua auto, ero andato lì, principalmente, per chiedergli un passaggio essendo l'unico tra i due ad avere la patente, e anche un po' di compagnia nonostante sapessi quanto Orion detestasse le feste.

Ricordavo di essere entrato in quella casa, più una villa proprio da ricconi e le ultime cose nitide che mi venivano in mente erano le persone accalcate tutte vicino a dove girava l'alcool, ai divani in pelle nera, ricordavo la musica al massimo che si sentiva ancora prima di svoltare l'angolo e raggiungere la casa, e ovviamente l'odore acre di acolici e fumo mischiati come due sostanze chimiche.

Ricordavo di aver parlato con gente che vedendomi accanto a Orion veniva da me per elemosinarmi il suo numero.
Erano tutti troppo spaventati per parlare con lui perché li guardava come se fosse ce l'avesse con il mondo intero, probabilmente solo con me perché lo avevo trascinato lì.

Poi tutto il resto si riduceva a poche immagini a scatti, probabilmente mi avevano offerto un drink un po' troppo forte e io non sapevo reggere l'alcool.

Tornai alla realtà quando una macchina mi suonò il clacson.

Camminai sul marciapiede dirigendomi verso scuola che distava più o meno 20 minuti da casa mia, a piedi.

Me la presi con comoda perché mi alzai presto e avevo la fortuna di avere la mia scuola nella stessa città a differenza di molti miei compagni quindi decisi che per quella mattina non avrei dovuto correre a perdifiato.

Let Love Destroy UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora