7. Scott

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7.

SCOTT

Amy mi ha riportato il file che le ho dato da leggere, un'ora fa. Sopra ci sono tutti i suoi appunti, e sono parecchi, annotati su colorati post-it che ha appiccicato alle pagine e che mi hanno fatto capire due cose: ha una calligrafia veramente graziosa e potrebbe avere un futuro in questo campo, perché nota tutto. Anche una piccola virgola fuori posto.

Tralasciando gli errori di battitura di cui, come sempre, si occuperà il mio editor e che purtroppo sono la conseguenza dello scrivere in fretta, due annotazioni mi sono subito saltate all'occhio. Sono scritte stampato maiuscolo sul bordo laterale della pagina, di diverse pagine a dirle tutta, e sono:

1. NON IN LINEA CON IL PERSONAGGIO

2. SCENA INVEROSIMILE

Di per sé sarebbero due annotazioni innocue, se non fosse che la caratterizzazione dei personaggi e la verosimiglianza delle scene sono i due punti che mi stanno più a cuore e su cui riverso tutto il mio impegno. Un impegno che, a quanto pare, è stato del tutto inutile.

Non ho ancora finito di leggere tutto, ma al quarto NON IN LINEA CON IL PERSONAGGIO mi sento profondamente offeso e voglio che lo sappia.

Quindi, con pagine stampate alla mano, esco dalla stanza e raggiungo la reception. Sono le cinque del pomeriggio e Amy è dietro il bancone a scartabellare alcuni incartamenti che legge appena prima di spostarli di lato.

Poggio i capitoli sul ripiano e, per il rumore, sobbalza.

Alza gli occhi su di me e osserva. Per qualche secondo ho come la sensazione che non mi abbia messo bene a fuoco, poi il suo sguardo si sposta sui fogli che ho poggiato sul bancone.

«Dalla tua espressione direi che non hai gradito i miei suggerimenti».

«Non li definirei dei suggerimenti, ma piuttosto delle aspre critiche. Mi hai praticamente detto che non conosco i miei personaggi».

Annuisce poco, poi sospira. «Non è esattamente quello che ho detto. Comunque, sei stato tu a chiedermi un feedback, se volevi che ti mentissi dicendo solo cose positive, dovevi specificarlo».

«Non voglio che tu mi dica solo cose positive».

«Okay, allora perché sei così infastidito?»

Perché hai ferito il mio ego da scrittore e mi hai fatto dubitare della mia stessa scrittura, vorrei dirle. Ma sarebbe veramente infantile e oltretutto, ego distrutto a parte, ha ragione. Sono io che le ho chiesto un parere e ho insistito affinché fosse sincero. Lei ha esaudito la mia richiesta, e il fatto che sia stata un po' troppo pignola nel farlo non è certo qualcosa che posso rimproverarle, anzi...

Considererò tutto questo come un'occasione per migliorarmi. Anche perché non credo di avere alternative migliori in ogni caso.

«Non sono infastidito», mento. «Ma vorrei che elaborassi meglio, così che io possa capire».

Ho messo su la mia faccia da poker e spero che faccia il suo dovere.

Amy mi guarda con la fronte corrucciata. Secondo me non se l'è bevuta, ma non cambierò la mia versione.

Squilla il telefono e mi fa cenno di attendere. Risponde e con l'indice e il medio della mano libera si massaggia la tempia con aria stanca.

Non so con chi stia parlando, ma la sento dire che sarà lì fra venti minuti. Dove sia , non lo so, ma è inutile chiedere perché non me lo direbbe. Riattacca e sospira.

«Elaborerò con piacere, solo non adesso. Ora devo occuparmi di una cosa e non ho tempo. Possiamo fare stasera?»

«Sì, stasera va bene. Dopo cena?»

Cheers to thatWhere stories live. Discover now