Capitolo 16

97 19 4
                                    

Il vuoto. Solo e semplicemente il vuoto. Peter sentiva che il suo battito era rallentato. Tutto sembrava essersi improvvisamente fermato. Il ragazzo non riusciva a staccare gli occhi dal cadavere. Era tutto troppo reale per essere solo un altro sogno. Si alzò lentamente senza pensare minimamente alla gamba e alle fitte di dolore che provava. Il dolore che provava al cuore era una cosa indescrivibile. Non si accorse di essersi inginocchiato vicino all'amico. Non si accorse delle lacrime che gli bagnavano il volto. Semplicemente si concentrò sui suoi occhi. Quegli occhi ormai spenti.

Peter non riusciva a credere a quello che vedeva. Chris non poteva essere morto. Tentò più volte di darsi dei pizzichi per svegliarsi, sperando di scoprire di avere ancora Chris al suo fianco a fare battute su lui e Kaylie. E a quel punto pensò a lei.

Lei non poteva essere morta.

Si alzò lentamente in piedi, e iniziò a osservare la stanza. Era piccola e completamente bianca. Stranamente non era per niente sporca. C'era una porta anch'essa bianca, ma era chiusa dall'esterno. I due materassi dove erano stesi lui e Chris erano sporchissimi, in evidente contrasto con il resto della stanza.

Peter si distese sul materasso, cercando di non pensare all'inquietante presenza al suo fianco.

Non capì quanto tempo fosse passato prima che sentisse un rumore. Il rumore di una chiave in una serratura. Si alzò di scatto e si appoggiò alla parete opposta alla porta. Non aveva niente per difendersi.

La porta si spalancò, e nella piccola stanza entrò una donna che Peter era sicuro di aver già visto. Dietro di lei Kaylie. Peter non poté fare a meno di pensare a quanto fosse bella. Anche con una cicatrice enorme sulla faccia, anche con i capelli completamente sporchi. La sua bellezza era tutti negli occhi. Quegli occhi che erano stati il terrore del ragazzo, per poi diventare il suo unico desiderio. Gli occhi di una guerriera.
Peter abbassò lo sguardo, fissandosi le scarpe sporche di sangue. Non poteva sopportare di vederla soffrire.
Peter sentì un urlo strozzato, dei singhiozzi soffocati, poi solo il silenzio, interrotto da un continuo mormorio di Kaylie :"È solo un sogno... svegliati".

La donna la fissava con aria grave. Quest'ultima aveva una camicia bianca strappata su una spalla e con una grande chiazza di sangue al centro. Portava un jeans ormai grigio a causa della polvere. I capelli biondi e sporchi le arrivavano fin sotto le spalle, e Peter si ritrovò a pensare che sarebbe stata davvero una bella donna senza tutto quel sangue.

Aveva gli occhi grigi, un colore particolare, ma aveva la stessa sfumatura di dolore che aveva Kaylie nei suoi in quel momento.

- È morto quando è entrato un questa stanza - mormorò la donna. - Non abbiamo potuto fare niente per salvarlo.

Peter alzò la testa e incrociò i suoi occhi. E a quel punto capì.

- Tu... - balbettò lui. -T-t-u lavo-ori p-per mio p-p-adre.

La donna continuò a fissarlo, con un misto di curiosità e tristezza. - No. Non lavoro per tuo padre. E non sono una pazza. La mia storia è un po' lunga. Quindi... - guardò Kaylie con comprensione mentre abbracciava il corpo - Direi che è meglio lasciarla sola.

Kaylie non diede segno di averli sentiti, e Peter seguì la donna fuori dalla stanza. Si trovarono in un corridoio illuminato, pulito e arredato. Non sembrava affatto il manicomio.

- Dove siamo? - chiese Peter coprendosi gli occhi a causa di tutta quella luce.

- Nell'ospedale San Philips - disse la donna con un mezzo sorriso.

Peter non poteva crederci. Era uscito dal manicomio. E non se lo ricordava nemmeno. - Ehm... ma...

- Dai tempo al tempo Peter.

Sorry, but this is meWhere stories live. Discover now