Capitolo 17

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- Credo che la cosa migliore sia iniziare dal principio. Solo così, forse, capirai tutto. Solo così, forse, darai una risposta a tutte queste domande.

Conobbi tuo padre al liceo. Era un ragazzo affascinate, simpatico, sempre al centro dell'attenzione. Era il capitano di qualsiasi cosa. Il più figo della scuola. Mi presi dal primo anno una cotta per lui, ma lui parve notarmi solo al quinto anno.

Ci fidanzammo, e scoprii che era anche un ragazzo dolce, protettivo e amabile. Mi propose di trasferirmi da lui, e io accettai senza nemmeno pensarci. Lo amavo. O almeno così credevo.

In quella prima notte, che sarebbe dovuta essere magica per me, scoprii il vero lato del suo carattere. Divenne violento, spietato. Continuava a chiamarmi con termini volgari. Arrivai al mattino seguente con le guance rigate dalle lacrime e il corpo ricoperto di lividi e graffi. Tornai a casa dai miei genitori, e passai uno dei periodi più brutti della mia vita.

Dopo qualche settimana scoprii di essere rimasta incinta. Avevo solo 20 anni. Non volevo rovinarmi la vita. Non volevo e non potevo. Ma non riuscivo nemmeno a formulare il pensiero di uccidere un essere che doveva ancora nascere. Così, dopo averne parlato con i miei genitori, decisi che avrei tenuto il bambino. Sapevo che era una scelta difficile (mantenere da sola un bambino non è così semplice come sembra), ma sapevo anche che era quella giusta.

Ma, per mia fortuna, arrivò un miracolo. Un miracolo che mi ha salvato la vita. Conobbi lui. Non ti sto a spiegare chi era, tanto non lo conoscevi. Ti dico solo che si chiamava Ansel. L'amore della mia vita.

Ci mettemmo subito insieme (quando si dice vero amore) e lui decise che sarebbe stato felice di essere il padre di quel bambino, anche se non era suo. E così nacque Chris.

Chris. Il bambino che io amavo così tanto. Più cresceva più notavo la somiglianza incredibile a tuo padre, ma per fortuna aveva preso il carattere da me (sono sempre stata una pacifica).

Qualche mese dopo il matrimonio nacque Kaylie. Kaylie dagli occhi di ghiaccio. Era così che la chiamava suo padre. Non riuscivamo a capire da chi avesse preso quegli occhi, ma capimmo subito che avevano il potere di estasiarti e di farti dimenticare qualunque altra cosa.

Chris e Kaylie si volevano davvero tanto bene. Chris sapeva la verità, ma aveva deciso di non volerla dire a Kaylie.

Entrambi rimasero distrutti dalla morte del padre. Ansel fu ucciso. Alla luce del sole. Un colpo alla testa e BAM. Morto. Quella sera mi arrivò un messaggio con l'anonimo.

Così impari ad abbandonare le persone brutta bastarda.

E poi un altro

Chi sa chi sarà il prossimo ad andarsene

Anche se c'era l'anonimo sapevo che era tuo padre. E sapevo che se aveva avuto il coraggio di uccidere Ansel, non avrebbe avuto problemi nemmeno con i bambini. Così misi in scena un suicidio, lasciando anche una lettera in modo che nessuno indagasse troppo. E così Kaylie e Chris vennero mandati in un orfanotrofio, e io cominciai una nuova vita. Una vita totalmente dedicata alla ricerca di quel pazzo criminale che aveva ucciso mio marito.

Solo qualche settimana dopo, Chris e Kaylie vennero rapiti e portati qui. Avevo bisogno di risposte. Che arrivarono subito.

Quella sera bussarono alla porta. Aprii e mi trovai davanti lui. Non potevo incolparlo di niente visto che non avevo prove. L'unica cosa che potevo fare era cercare le risposte chiedendole proprio a lui.

E, dopo questa chiacchierata (devo dire piacevole), mi assunse. Mi aveva detto cosa faceva, ma non aveva detto nulla sui miei figli. Aveva detto che faceva esperimenti sui ragazzi. Io avevo bisogno di sapere l'indirizzo per poterlo incastrare, e così mi feci assumere.

Ci salutammo cordialmente, ma mentre mi abbracciava mi sussurrò: tu prova a dire una sola parola di quello che ti ho detto alla polizia e uno dei tuoi figli muore.

Ho dovuto vedere per più di dieci anni i miei figli soffrire. Ma avevo escogitato un piano. Mi serviva solo un altro miracolo. E sei arrivato tu. Quindi non posso far altro che ringraziarti. Grazie per essere stato il miracolo che mi ha fatto salvare mia figlia. Grazie per avermi fatto riabbracciare mio figlio.

Grazie di tutto Peter.

****

Kaylie si alzò da terra, e aprì la porta. La luce del corridoio la accecò. Non riusciva ancora a realizzare di non essere più nella prigione. Di essere finalmente libera.

Doveva solo trovare Peter. E poi se ne sarebbero andati via insieme.

Per cercare di dimenticare il passato.

Iniziò ad aprire porte a caso che davano sul lungo corridoio, fin quando non azzeccò quella giusta. Trovò la tipa (non riusciva proprio a chiamarla mamma) seduta su una poltrona. E poi, dall'altro lato della stanza, Peter.

Era appoggiato alla parete, e fissava la donna con un espressione neutrale.

Il ragazzo si girò e incontrò gli occhi di Kaylie. E capì cosa doveva fare.

- Allora - disse Peter tornando a fissare la donna, che li guardava con un espressione ansiosa. - Direi che ci devi un favore. Okay, ci hai salvato la vita, ma hai abbandonato lei per più di dieci anni in questo luogo... e io sono il tuo miracolo, l'hai detto tu.

La donna fece un sorriso, abbassando leggermente lo sguardo. - D'accordo. Cosa volete?

- Devi far credere a tutti che siamo morti - rispose immediatamente Peter. - Nessuno è uscito vivo da quel manicomio.

La donna si aspettava una richiesta del genere. Si alzò in piedi e un ombra di tristezza le passò negli occhi. - Bene, direi che potete andare. Spero di potervi rivedere un giorno. Cercate di vivere la vostra vita il più lontano possibile da qui. Ah, e uscite dalla porta del retro, in fondo al corridoio a destra. Così non rischiate di incontrare qualcuno.

Peter si avvicinò a Kaylie e si girò per l'ultima volta verso la donna.

- Un'ultima domanda. Cosa è successo a mio padre?

Lei fece un sorriso enorme e sincero. - Ergastolo.

Peter le fece un cenno e, presa la mano di Kaylie, uscì da quella stanza.

Iniziarono a correre verso quella porta. Quella porta che li avrebbe liberati. Poggiarono la mano insieme sulla maniglia.

Si guardarono negli occhi.

- Insieme? - chiese Peter.
- Insieme.

MAI SPEISS

NON PREOCCUPATEVI, sto bene. Non sono stata rapita dagli alieni. È DAVVERO uscito il capitolo così in fretta.

LOOOOL.

Volevo annunciarvi che questo era l'ultimo capitolo di questa storia!

TRANQUILLI ci sarà l'epilogo.

Però vorrei comunque continuare a vedere le visualizzazioni sAAAAlire

A proposito di visualizzazioni....

Rullo di tamburi....

SIAMO A 24,9K SU MALEDETTA DISTANZA!!!!!! wow ♡.♡

Boh, vi amo sempre di più. Cagami di più questa storia però eh, che ci tengo tanto.

Un bacione a tutti☆

Sorry, but this is meWhere stories live. Discover now