Capitolo 17

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LUCA

Dio, che mal di testa!, fu la prima cosa che pensai quando aprii gli occhi. Ero disteso di traverso sul mio letto e, quando mi rotolai tra le lenzuola, sentii un vago odore di miele. Spalancai gli occhi: Bea? Non ricordavo niente.

Mi alzai di scatto e andai a controllare in bagno, forse stava facendo la doccia. Non appena provai a tirarmi su, un dolore lancinante colpì nuovamente la mia testa e fui costretto a sdraiarmi di nuovo e chiudere gli occhi. Dovetti optare per il senso dell'udito e capire se si sentiva lo scroscio dell'acqua. Silenzio. E allora perché c'era il profumo inconfondibile di Beatrice?

Sentii aprire la porta e dischiusi gli occhi, per vedere se era lei. Era Tommaso con il consueto bicchiere di latte. Non seppi se sbuffare o sospirare per il sollievo. Perché ero tanto interessato al fatto che Beatrice fosse nella mia stanza? Che le lenzuola profumassero di lei o che avesse dormito con me ancora una volta? Probabilmente perché volevo sapere se avevo di nuovo fatto sesso con lei. Non dovevo. Non potevo. Ma infondo lo volevo. Era stato diverso... più intenso...nah, probabilmente ero solo in astinenza o ero più eccitato del solito.

-Ti ho portato il latte. – mi disse Tommaso, come ogni mattina in cui non era da mio padre.

-Grazie, fratellino. Vieni qui. – battei il palmo sul letto e lui si distese accanto a me, proprio nel punto il cui Beatrice, sempre che fosse stata lì e non me lo stessi immaginando, aveva lasciato il suo profumo.

Lo avvolsi con le braccia e me lo strinsi forte al petto, sperando che la mia testa non scoppiasse. Avevo bisogno di abbracciare qualcuno, per non pensare a lei.

-Ahi. – rise Tommaso. Allentai la presa, ma non lo lasciai andare.

-Ho bisogno di affetto! – lo baciai scherzosamente sul petto, da sopra la maglietta.

Il mio fratellino riprese a ridere e mi abbracciò, per quanto potesse con quelle sue piccole braccine.

Poi restammo qualche minuto in silenzio e io dovetti chiederglielo, per sapere se me lo stavo immaginando e ne ero fissato: -Tommy, non senti anche tu un profumo dolce al miele?

Lui annuì. Allora non lo sentivo solo io! –E' il profumo di Bea – sorrise.

Lo fissai. –E tu come fai a ricordartelo?

-Mi sono innamorato di lei. – disse, come se avesse detto "vado a vedere la tv".

-Eh? Calma, piccoletto, è troppo grande! – la mia voce sembrò stridula.

-L'amore non ha età. – rispose, come se avesse già cinquant'anni e stesse con una di venti.

-Beh, dobbiamo fare una nuova regola: non ci si innamora delle amiche di tuo fratello.

-E allora tu non ti devi innamorare delle mie! – mi puntò il dito contro.

Gli sorrisi dolcemente. – E chi le tocca!

-Ma Bea ha un buon profumo! – si lamentò.

-Lo so. – sospirai.

-Ed è così bella! – continuò.

Annuii, immaginandola.

-E ha le tette grandi!

Annuii e quando ebbi veramente realizzato sgranai gli occhi. –Tommy! Non devi parlare delle tette di Beatrice! E di nessun altra!- lo rimproverai.

-Le mie amiche non le hanno... – disse, ignorandomi.

-Le tue amiche hanno cinque anni... ne devi aspettare ancora otto o nove per vederne un paio come si deve. – lo informai prontamente.

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