Nient'altro che la verità

320 44 7
                                    

Che peso ha la verità? E quanto pesa una bugia? Fino al mese scorso, avrei avuto la risposta pronta, già confezionata. Oggi invece, dopo aver cercato quel che c'era da sapere ed essermi rintanata io stessa nell'angolo confortevole del non detto, non lo immagino più. Non saprei soppesare quale delle due gravi più dell'altra. Forse, è per questo che non mi sento di incolpare Beba, stavolta. Forse, è per questo che scelgo di parlarle, prima di giudicare, mettendo da parte i sospetti e l'amarezza.

La nostra amicizia, penso. Anche quella ha avuto il suo peso nella mia vita. Devo riconoscerlo. Tra la verità e la bugia, ci sono quei due paia di guanti fucsia che volevamo identici, le serate passate a guardare serie televisive nello stesso letto, i posti vicini sull'autobus sin dalle scuole elementari.

Sento di dover provare a capire.

Alessio è sangue che ribolle. E non a causa di Beatrice, perché, se è vero che lei non ci ha raccontato tutto, quel tutto restano fatti di una storia d'amore privata. Nata storta, ma privata. Magari già chiusa, forse nemmeno si vedono più, Beba e Buscaglione. Ed è poi un male? Qualunque sia il motivo, questo era ciò che ci auguravamo sin dall'inizio. Che non ci fossero baci, né carezze, né sesso tra loro.

No. Alessio rimugina su ben altro. Sta cominciando a mettere a fuoco lei, la verità. Di nuovo la verità, con il suo carico insopportabile e quel che di angosciante ne deriva. È ancora confusa ai bordi, eppure si fa avanti sempre più leggibile e penetrabile. Gliela sta indicando Andrea e sono le parole di suo fratello, il suo segreto, a ferirlo come nessun altro potrebbe.

11 luglio

È bello l'amore. Anche quando è differente, anche quando il mondo lo fa sentire inadeguato. E io, a seconda dei giorni, mi sento bello, differente e inadeguato.

Ps: oggi papà è partito prima del previsto, per rientrare al lavoro. Sono rimasto più a lungo del solito nella sala ristorante dello Stella Alpina e non sono riuscito a salutarlo.

Mi ha lasciato un piccolo aeroplano di carta sul letto.

Un brivido mi trapassa: nessuno dei due, né Andrea né suo padre, avrebbe mai potuto immaginare che si sarebbero ritrovati proprio al policlinico. Che un padre fosse chiamato a subire una tragedia tra le più strazianti: riconoscere suo figlio nel ragazzo morente arrivato d'urgenza con l'elisoccorso. Se non fosse stato per alcuni escursionisti francesi che avevano assistito alla caduta, nei pressi del ponte, probabilmente non ci sarebbe stato neppure quel ricongiungimento. E Andrea sarebbe stato trovato troppo tardi. Forse di notte, di certo già morto.

Ma sarebbe stato sempre troppo tardi, per lui.

12 luglio

Al mare, io e Alessio facevamo i pesci. Ci lasciavamo galleggiare sul filo dell'acqua, pancia e testa sotto, con gli occhi sbarrati e fissi. Il primo che mollava e risaliva per respirare, perdeva.
È più o meno questa la sensazione che provo quando penso che, un giorno, dovrò mostrare a tutti chi sono. Mi manca il fiato, sento che potrei soffocare con la verità in bocca. Sono gay, suona tanto male? Non so neppure da dove cominciare: vorrei restare a galleggiare per sempre, al mare con mio fratello vicino. Ma anche quello sarebbe vivere a metà.

13 luglio

Sapete che vi dico? Che io la amo, la vita. È un mio diritto e, insieme, il mio tormento.
Un problema di tutti, giusto? Allora, mi ripeto che non sono poi così lontano da lui. Qualunque sia il suo nome. Ha un sorriso che inchioda, il bel cameriere dello Stella Alpina. E io spero che, presto o tardi, quel sorriso sia solo per me.

Till DawnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora