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«Oh, andiamo! Forza!» 

Era la quinta volta che faceva il giro dell'isolato, ma nulla da fare. Non c'era un parcheggio libero. Esasperata, Sofia continuò a guidare finché non ne trovò uno, poi scese dalla vettura e cominciò a correre. Guardò l'orologio. Erano le sei e mezza del mattino, era ancora in tempo. Quando fece il suo ingresso in ospedale doveva avere una faccia sconvolta, perché si sentì fissata da tutti i presenti. 

Si avvicinò all'accettazione. Dietro la scrivania c'era una donna corpulenta con la divisa da infermiera. «Buongiorno. Come posso aiutarla?» 

Sofia si portò una mano al petto per riprendere fiato. «Sto cercando Will. William Hart. Ha in programma una donazione di midollo osseo per questa mattina.»

La donna posò pigramente gli occhi sullo schermo del computer. «Sì, lo vedo. Mi dispiace, ma non posso farle vedere il paziente. Meglio non avere contatti prima di un intervento.»

«Capisco. Posso almeno... salutarlo da lontano, fargli sapere che sono arrivata? È davvero importante.»

«Come le ho detto, purtroppo non è possibile...» Si bloccò a metà frase. Venne raggiunta da una seconda donna, la quale si rivolse a Sofia come se la conoscesse.

«Sofia, giusto? Stai cercando Will?» 

Aveva chiamato il ragazzo con il suo diminutivo, quindi doveva essere in confidenza con lui. «Sì, sono io.»

«È tutto a posto, Jess. Ci penso io» disse alla donna all'accettazione. Poi si rivolse di nuovo a Sofia. «Vieni con me.» 

Sofia fece quanto le era stato detto e la seguì in ascensore. 

«Will le ha detto che sarei arrivata?» 

L'infermiera le sorrise. «Sì. Mi ha parlato molto di te. Perdonami, non mi sono nemmeno presentata. Sono Martha e seguo il piccolo Michael da quando si è ammalato. Quello che hai fatto per lui è stato... incredibile. Avevo quasi paura che potesse rinunciare all'opportunità del trapianto.»

Le porte dell'ascensore si aprirono su un corridoio spoglio. L'odore di ospedale investì Sofia prepotentemente. «Quante possibilità ha Michael di guarire?»

«E chi può dirlo. Il decorso della malattia è diverso da paziente a paziente. Non mentirò, le possibilità di guarire del tutto sono molto basse, ma sicuramente servirà ad allungargli la vita.»

Si fermarono di fronte a una delle tante stanze. Una finestrella trasparente permetteva a Sofia di vederne l'interno. Will era seduto sul letto, con il viso rivolto verso la parete.

«Sofia» si raccomandò Martha «purtroppo quanto ti ha spiegato la mia collega è vero, non posso farti entrare. Il massimo che posso fare è farvi salutare attraverso il vetro.»

«Non fa niente, lo capisco.»

«Vado a sbrigare delle noiose faccende burocratiche, passerò tra cinque minuti.»

«Grazie Martha.»

Mentre la donna si allontanava, Sofia bussò lievemente sul vetro. Will sussultò e si voltò per controllare chi fosse. Quando la vide il suo viso si illuminò e la raggiunse dall'altra parte della finestrella. "Ciao" lesse dalle sue labbra.

«Ciao Will» gli rispose, anche se non poteva sentirla. Il ragazzo le fece segno di aspettare, si allontanò di nuovo e prese il cellulare dal comodino. Digitò qualcosa sullo schermo e se lo posò all'orecchio; pochi secondi dopo il telefono di Sofia si mise a squillare.

«Non credevo che ti saresti svegliata così presto» la prese in giro. Era bello sentire il suono della sua voce. 

«Non ci credevo nemmeno io, eppure eccomi qui.»

«Martha ti ha trovato?»

Sofia annuì. «Era difficile non notarmi. Ho corso per arrivare in tempo.»

«Non sai quanto sono contento di vederti.»

Sofia sollevò la testa, perdendosi nei suoi occhi. Will era proprio di fronte a lei e, se non fosse stato per il vetro, l'avrebbe già stretto tra le sue braccia.«Sei agitato?»

«Nemmeno un pochino.»

«Bugiardo. Quando ti dimetteranno?»

«Credo che, dopo l'intervento, rimarrò qui in osservazione fino a domani mattina.»

«Ti aspetterò.»

Will scosse la testa, mordendosi il labbro. «Vai a casa, davvero. Andrà bene. Sono in ottime mani.»

«Ci penserò.»

«Hey, ti ricordi... Ricordi la citazione di Oscar Wilde che ho letto nel tuo negozio?»

Sofia si mise a ridere. «No, non la ricordo. Ce l'ho sotto gli occhi tutti i giorni e ancora non l'ho imparata.»

«Dice: Con la libertà, i libri, i fiori e la luna, chi non sarebbe felice? Aveva ragione, ma con l'amore Sofia... La felicità che ti dà l'amore non è paragonabile a nessuna di queste cose.»

Sofia chiuse gli occhi come per nascondere a Will la sua vulnerabilità, anche se non serviva a nulla. Lui riusciva a leggerle dentro. Rimase con il cellulare premuto contro l'orecchio, ma non parlò. Si limitò a posare un palmo aperto sul vetro. Will fece altrettanto, facendo combaciare le dita con le sue. La mano del ragazzo, a confronto, era decisamente più grande. «Sei la persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto, Will» mormorò.

«Devo esserlo per Michael. Lui è la mia forza.»

Tutti i colori dell'UniversoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora