CAPITOLO XII

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“All’acquapark?”

“Sì, Wooyoung e i ragazzi vogliono fare qualcosa di diverso questo fine settimana e visto che farà molto caldo hanno pensato a quello. Non ti va?”

Ero in chiamata con Yeji mentre, ahimé, mi dedicavo alle faccende domestiche.

Da quando Minho mi aveva inviato quella richiesta di amicizia erano trascorsi due giorni e non avevo avuto più alcun contatto con lui. In verità non lo avevo proprio visto e, se una parte di me era rilassata e serena, l’altra, quella masochista, continuava a pensarlo e a chiedersi il motivo dietro al quel suo strano comportamento nonostante la spiegazione plausibile di Jisung.

“Certo che mi va, solo che devo andare a fare la ceretta e mi scoccio. Vabbé comunque digli che ci sono. Jisung lo avverto io. Senti ma chi saremo?”

Mi stoppai un istante con un sorriso malizioso.

“Seonghwa ci sarà, tranquilla.”

L’urlo isterico dall’altro capo della linea quasi mi perforò il timpano. Staccai la cuffietta imprecando e lasciai che si sfogasse.

“….Sei un’idiota. Sai quanto me ne frega?!”

“Ok, ok, scusami. Comunque saremo una scolaresca in pratica: tipo noi tre, Wooyoung, San, Yunho, Seonghwa, altri loro quattro amici e il gruppetto nostro ad eccezione di Chan e Changbin. Infatti dobbiamo prenotare o domani non troveremo posto. Ora attacco così avviso San e lo faccio prenotare.”

“E Wooyoung?”

Quasi inciampai su Soonie che mi miagolò offeso. Poggiai la bacinella con i panni bagnati sullo stendino nel mio balconcino.

“Woo lavora stasera e ora sta riposando. Tu esci stasera?”

“Non penso….tu?”

“No, penso che finirò di sistemare casa e mi riposerò così domani sarò bella energica!”

Continuammo a chiacchierare del più e del meno per poi chiudere dandoci appuntamento per l’indomani mattina. Mandai un messaggio a San cosicché potesse prenotare il posto.

Preparai la borsa con tutto il necessario per una giornata all’acquapark e decisi anche il costume, quello nero con gli inserti d’oro sulle bretelline e sullo slip.

Prima di andarsene a lavoro Wooyoung mi chiamò lamentandosi di dover andare al locale con quel caldo e senza di me a fargli compagnia ma mi disse anche di riposarmi per bene perché ci saremmo divertiti un mondo.

Avevo la serata per me ed avevo programmato un bel piano di relax che comprendeva una gustosa pizza a domicilio e Netflix sul divano sotto al condizionatore con Soonie accanto. Poi, prima di andare a dormire, mi sarei dedicata alla skincare così da avere la pelle perfetta anche senza trucco.

Tuttavia, quella che doveva essere una serata solo per me, cominciò con il piede sbagliato quando la pizzeria mi avvisò che avrebbe tardato la consegna di mezz’ora.

“L’importante è che arrivi….”

Era proprio un’opera di auto convincimento ma d’altronde non avevo fretta quindi era inutile rovinarsi l’umore per poco e, inoltre, mi promisero di regalarmi un supplì per scusarsi.

Ammazzai il tempo chiamando i miei genitori i quali, come al solito, mi fecero milioni di domande a cui io rispondevo solo perché immaginavo quanto fossero preoccupati e dispiaciuti di non poter essere vicini a me.

Il fattorino arrivò nel tempo stabilito. Presi quel cartone di pizza come se fosse una reliquia sacra ma quando lo aprii, con grande rammarico, notai che quello portatomi non era l’ordine che avevo richiesto. Scocciata decisi che era meglio mangiare quella che doverla far cambiare ed attendere ulteriormente.

MAZE OF MEMORIES // LEE MINHOWhere stories live. Discover now