21. Camilla

62 16 71
                                    

Simone è rientrato in classe con mezza faccia gonfia e rossa, ha fatto a botte con qualcuno ed è la prima volta che succede. Sono sconvolta! Che cavolo gli è preso? Adesso si mette ad alzare le mani?! Dov'è il ragazzo pacato che ho conosciuto il primo giorno di liceo? Quasi non lo riconosco più.

La lezione di Storia dell'Arte cattura sempre il mio interesse più totale, ma oggi non faccio altro che gettare occhiate verso Simone e non posso fare a meno di preoccuparmi per lui, nonostante non condivida questi gesti così estremi. Vorrei dirgli qualcosa, capire cosa è successo, ma per tutto il resto della giornata mi evita e alla fine torno a casa nervosa e amareggiata. Anche Christian mi ha salutata frettolosamente, all'uscita, così cammino veloce per strada, immersa nei miei pensieri.

Ma cosa prende a tutti oggi?!

C'è la luna piena per caso? Mah!

Devo passare inevitabilmente sotto casa di Simone, lungo il tragitto, ma incontrarlo non era nei piani, anche se mi fa piacere. Quando svolto l'angolo lo vedo poggiato con la schiena al Divieto di Sosta, le gambe stese in avanti e incrociate all'altezza delle caviglie, lo zaino su una spalla sola, i capelli arruffati e una guancia ormai violacea che stona con l'azzurro limpido dei suoi occhi. Nonostante il cielo sia nuvoloso quello sguardo riesce ad essere carico di luce in ogni occasione e, come ogni volta, mi disarma completamente.

Inchiodo a pochi passi da lui e lo vedo sollevare lo sguardo su di me, mi sorride.

«Ce ne hai messo ad arrivare...!»

«Mi stavi aspettando?!» Lo scruto di sottecchi.

«E chi altri dovrei aspettare?» L'innocenza del suo tono di voce mi fa quasi divertire.

«Non so, magari una delle tue ragazze?» Tento di non far tremare la voce.

«Non ho ragazze.» Replica subito lui, facendosi serio.

«Strano, hai lasciato i pattini al chiodo?» Lo provoco, avvicinandomi di un paio di passi ma restando sempre ad un metro da lui.

«Non proprio. È che qualcuno mi ha detto che mi stavo comportando come Apollo, quindi ho fatto un esame di coscienza e mi sono concentrato su altro.» Mi offre uno dei suoi sorrisi più sinceri e, come un panetto di burro in padella, non faccio altro che sciogliermi davanti a lui.

Come fa a spiazzarmi ogni volta? Come fa ad essere così irresistibile e bello? Dei ciuffi scuri svolazzano sulla sua fronte e sulla guancia gonfia e penso solo a quanto vorrei infilarci le mani dentro. E come al solito dimentico in due secondi che ho un ragazzo e che non dovrei neanche farli, certi pensieri.

«Ti fa male?» Cambio argomento, cercando di darmi un tono.

Lui si porta d'istinto una mano sul viso e scuote la testa. «No. Ci vuole ben altro per abbattermi.»

«Cosa è successo?» Avanzo di un passo e appena faccio quella domanda gli occhi di Simone sembrano vacillare per un secondo. Lo vedo esitare.

«Nulla d'importante.»

«Chi è stato?» Lo incalzo io, facendo ancora un passetto in avanti.

«N-non lo conosci.»

«Non è vero.» Affermo ancora io, anche se non so cosa sto dicendo. Vado a intuito, sento che non mi sta dicendo qualcosa e voglio portarlo al limite per confidarsi con me. È così che fanno gli amici, no?

«E tu che ne sai?» Mi provoca.

«Ti conosco.»

«Non così bene, allora.» Incrocia le braccia al petto e cerca di distogliere lo sguardo da me, che avanzo ancora di un piccolo passo.

Segui il mio cuoreWhere stories live. Discover now