8 - Guarire - Giugno 945 P. E.

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La pioggia era infine cessata permettendo a Lupita di avanzare velocemente nella boscaglia. Si teneva volontariamente alla larga dalle strade principali, che temeva battute dai briganti e dagli adepti dei geitemann. Durante il viaggio verso nord si era resa conto sempre più che gli ibridi non erano l'unico nemico che avrebbe affrontato: gruppi di individui, fino a dieci, giravano nella foresta, armati come guerrieri più che come cacciatori, e saccheggiavano i villaggi. Questi erano perlopiù abbandonati perché, come aveva appreso avvicinandosi di nascosto a un campo, erano già stati attaccati e i sopravvissuti erano stati portati a nord, oltre il mare, per compiacere quelli che chiamavano "i padroni della terra e del cielo". Tale informazione non aveva fatto altro che confermare la paura che covava nel cuore della donna sin dal principio e che la spingeva a continuare ad avanzare, nonostante il suo fisico non fosse più adeguato allo scopo.

Dopo essere stata salvata dalla slavina di fango, Lupita era rimasta incosciente per giorni. Il tonico che aveva assunto aveva portato al limite il suo cuore e aveva imposto anche la perdita quasi totale della vista dall'occhio sinistro. Era rimasta sdraiata, incapace di badare a se stessa per oltre venti giorni, poi, poco a poco, aveva cominciato a rimettere in movimento i muscoli esausti e vicini all'avvizzimento.

L'uomo che l'aveva portata al sicuro era sulla cinquantina, silenzioso e forte, e non aveva mai rivelato il proprio nome, né aveva mostrato interesse verso il suo. Lupita aveva accettato con facilità tale comportamento perché aveva riconosciuto in lui un uomo che viveva volutamente separato dalla civiltà, come aveva fatto lei. Di conseguenza, quando lui l'aiutava a mangiare, la medicava e la puliva, la donna accettava senza problemi quelle attenzioni disinteressate: egli non voleva che lei ricambiasse e non spiegava perché non l'avesse lasciata a morire dove l'aveva trovata. La nudità dell'anziana non sembrava essere un problema e l'uomo non aveva mai mostrato segni di interesse al corpo ancora tonico di Lupita.

Conosceva bene le erbe ed era sicuramente un cacciatore, infatti nella sua piccola capanna erano sparse varie pellicce e ossa di animali di varia taglia. Lupita era ben nutrita e tenuta al caldo. Il primo giorno in cui fu abbastanza forte da parlare raccontò che cosa le fosse successo e mise in guardia l'uomo dai briganti e dai geitemann. Il resoconto fu spossante e l'uomo la ascoltò attentamente; quando infine la donna si distese, stremata da quella semplice narrazione, egli disse:

"Qui non possono trovarti. Niente tracce."

Con uno scatto di stizza Lupita replicò:

"Non sai quanto sono forti! Più degli uomini, più degli ursini, più..."

"Non qui!"

Con la secca risposta, l'uomo pose fine alla conversazione, durata probabilmente troppo a lungo per lui.

La riabilitazione fu lunga e faticosa. I suoi muscoli facevano male e sembrava che dovesse imparare nuovamente a camminare perché, nonostante tutta la sua forza di volontà, per molte settimane riuscì a muovere pochi passi solo con l'aiuto di un bastone e delle pareti della casa. Anche la respirazione era diventata difficoltosa, come se un peso gravasse sul suo torace e le impedisse di inspirare a fondo. Inoltre l'occhio sinistro era appannato e quasi inservibile: Lupita scorgeva i profili degli oggetti, ma non riusciva a metterli a fuoco.

"Maledizione!" mormorava a denti stretti quando il corpo non rispondeva ai suoi ordini.

L'uomo non le faceva mancare nulla e qualche volta la accompagnò all'esterno del rifugio, soprattutto nei giorni più difficili. Vista da fuori, la casa sembrava sparire sul fianco della collina a cui era addossata. La foresta iniziava a pochi metri dalle pareti ed era incredibilmente fitta. L'uomo la scortò per una quindicina di metri nel bosco e la fece girare a guardare in direzione della casa. Lupita prestò la massima attenzione possibile, ma non riuscì a scorgere il piccolo edificio, né alcun albero o fiore che avesse scorto prima. Sembrava che avesse perso tutte le sue capacità da venatrix, ma l'uomo, vedendola smarrita, la prese per un polso e la condusse indietro. Dopo pochi passi si fermò e le indicò un albero vicino. Lupita osservò sconsolata nella direzione indicatale e rimase scioccata per lo stupore: appeso al tronco c'era uno specchio, lucidissimo, largo circa un metro e alto almeno due e mezzo.

La prima Era - Venti di guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora