29 - A Ultima Biblioteca - Febbraio 946

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L'inverno era stato clemente e insolitamente tiepido, perciò fu agevole oltrepassare i valichi diretti nell'entroterra. Gorja non si fermò un solo istante obbligando il gruppo a marciare sfruttando ogni ora di luce. Non soddisfatta, aveva tormentato con domande i due cacciatori che l'ufficiale Rinaldo aveva concesso al gruppo come scorta per tornare a Ultima Biblioteca. Voleva essere messa al corrente su ogni fatto accaduto nell'ultimo anno, ma per tutta risposta gli uomini le avevano ripetuto la solita solfa e cioè che il venator avrebbe chiarito ogni aspetto quando sarebbe arrivata al centro di ricerca.

Oltre ai cacciatori e a Gorja il gruppo era costituito da Rowan, dall'anziana donna che aveva insistito per raggiungere i Distretti superficiali e Licio. Quest'ultimo era stato legato, prevenendo una possibile fuga, e costretto a seguirli in quanto preda della magistra. Ovviamente ebbe delle rimostranze, ma dopo il primo pugno alla bocca dello stomaco non oppose più alcuna resistenza. Si sentì tradito per l'ennesima volta. Rowan rimase colpito perché non gli erano chiare le dinamiche che legavano il ragazzo alla magistra, ma l'impellenza di comunicare il dramma accaduto alle isole era maggiore.

Nell'arco di due settimane giunsero ai Distretti superficiali dopo aver percorso la strada occidentale.

"Vecchia", Gorja si rivolse all'anziana donna, "non pensavo che ce l'avresti fatta."

"Queste ossa hanno visto ben più di una passeggiata sulla neve", rispose mentre la superava dirigendosi verso l'ingresso al Distretto IV. "E ora che sono arrivata mi dedicherò ai miei affari." Si congedò dal gruppo senza troppe cerimonie e sparì tra le vie dell'abitato. Gli altri proseguirono verso il centro di ricerca.

La montagna di Ultima Biblioteca era completamente imbiancata così come la campagna circostante. Le grandi pale eoliche giravano lente e annoiate sospinte da un filo di vento. Un via vai di carovane animava le strade che solitamente erano libere durante la stagione invernale e la vita fuori dal grande centro di ricerca si preparava all'inevitabile. Tutto ciò era reso ancora più evidente poiché l'immenso accampamento allestito per l'elezione del nuovo rettore era ancora lì, solo che anziché ospitare magistri, accoglieva profughi. Rowan sapeva che sarebbero giunti, ma non si aspettava che ci fossero così tante donne, bambini e anziani. Gli uomini erano rimasti con i cacciatori ad addestrarsi chissà dove. La magistra, che era all'oscuro di tutto ciò, guardò i rifugiati con disgusto e fastidio, tuttavia proseguì per la sua strada.

Le enormi porte metalliche erano spalancate e un posto di guardia presidiava l'ingresso selezionando l'accesso all'ascensore. Gorja si qualificò alle guardie e ordinò di essere condotta dal venator immediatamente. Anche se indossava una tunica nuova, il suo aspetto non nascondeva le violenze e le privazioni che aveva subito a partire dai denti rotti fino al marchio di fuggiasca. Non aveva l'aria di essere una magistra, però i cacciatori al suo seguito ne confermarono l'identità.

"Magistra, siamo spiacenti, ma a causa della situazione di emergenza bisogna prima fare formale richiesta e attendere l'autorizzazione. L'accesso è contingentato."

"Ascoltami bene, cacciatore. Sono stata lontana più di un anno, sono stanca, nervosa e devo fare immediatamente rapporto, per cui tu adesso ci fai scendere."

"Mi spiace ma non è possibile, per di più i civili non possono accedere", riferendosi a Licio.

A quel rifiuto un cacciatore della guarnigione di Baia del Pellegrino si fece avanti con sguardo minaccioso mettendosi a muso duro davanti al collega e disse:

"Hai capito che devi farci passare o devo insegnarti a fare il tuo lavoro?"

Tra i cacciatori di Ultima Biblioteca e quelli di Baia del Pellegrino non correva buon sangue: questi ultimi si erano militarizzati e avevano maturato un'identità ben più radicale, tuttavia la situazione che da mesi si profilava per il continente aveva imposto un cambiamento anche per gli altri. In pochi secondi otto cacciatori erano pronti a dimostrare con le mani il proprio valore.

"Non c'è bisogno che facciate a gara a chi ce l'ha più lungo. Abbiamo già parecchi problemi, non occorre crearne degli altri", mentre pronunciava queste parole Gorja si era avvicinata nella speranza che la situazione si chiudesse in quel momento, ma uno di questi si voltò verso di lei e le intimò:

"Nessuno va da nessuna parte finché non lo decido io!"

"Ehi! Non rivolgerti a lei in quel modo!" Lo apostrofò l'altro, cercando un ulteriore pretesto per litigare.

"Non azzardarti a darmi ordini!"

"Altrimenti?"

Non seguirono altre risposte perché la provocazione venne colta al volo: il cacciatore di Ultima Biblioteca sibilò un manrovescio dritto sul muso del rivale. Un istante dopo ci fu il caos. Rowan non credeva ai suoi occhi e Gorja sbuffava per l'ulteriore ritardo. Solo Licio, con le mani ancora legate dietro la schiena, si godeva l'imbarazzante teatrino.

Ci vollero due dozzine di persone, tra guardie e magistri, per riportare la calma e bloccare i riottosi cacciatori di Baia del Pellegrino.

"Ma è così difficile parlare con chi è al comando?" Brontolò Gorja a tutti i presenti.

"Sì", le rispose un magister mentre si fregava la guancia a causa di un pugno, "il venator è occupato e non ha tempo per sentire dei piantagrane come voi! Ci sono affari ben più urgenti..."

"Rowan!?" Un voce stupita chiamò il giovane magister.

Il ragazzo scrutò con fare interrogativo i presenti finché non riconobbe Kog che gli veniva incontro sorpreso.

"Che cosa ci fai qui? Non dovresti essere..."

Non lo lasciò concludere: il giovane legatus afferrò l'altro per le spalle e lo supplicò di incontrare Dunn o Cantelmo. Nel tono di voce c'era tutta la preoccupazione di chi fallisce il primo incarico assegnato e si sente responsabile per l'accaduto. Kog capì e, forte dell'autorità conferita dall'essere l'assistente del venator, garantì per loro e ottenne l'immediato accesso per le profondità.

Dopo alcuni minuti varcarono la soglia della grande sala degli affreschi ormai trasformata in centro operativo e cuore pulsante delle operazioni. Decine di magistri e cacciatori si muovevano tra carte geografiche e tavoli recando missive e rapporti. Un gruppo di studiosi stava discutendo ad alta voce e Dunn cercava di riportarli all'ordine. L'ambiente era saturo di voci che rimbombavano sovrapponendosi e confondendosi le une con le altre. Kog chiese agli altri di aspettarlo e si inoltrò alla ricerca del venator. Lo trovò in riunione con i magistri Lorenzo e Irvine, che negli ultimi mesi erano diventati di vitale importanza per le decisioni di Cantelmo. Evidentemente stavano discutendo di cose molto delicate e fece cenno di non essere disturbato.

"Kog, adesso non ho tempo. Più tardi, forse!" Cercò di liquidare il suo assistente.

"Si tratta di una cosa urgente..." insistette l'altro ignorando gli ordini.

"Tutto è urgente di questi tempi, ne parleremo dopo!"

"Ti sto dicendo che è importante", proprio come il suo maestro, Kog aveva imparato a mettere da parte ogni formalità in momenti di estrema urgenza.

"Magistri, scusate l'insolenza del mio assistente", si rivolse ai due interlocutori, "ora sistemo la questione".

"Non sistemi un bel niente", lo incalzò il ragazzo, "Rowan è tornato!"

"Ma dimmelo subito che si tratta di lui!"

Senza dire più nulla Cantelmo si allontanò seguendo il ragazzo.

Irvine guardò Lorenzo e fece spallucce. L'altro commentò:

"Ubi maior..."

La prima Era - Venti di guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora