Capitolo 4

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~ Per la mancanza delle tue labbra ho pianto per la prima volta. E ho maledetto di conoscerti, perchè non riesco a non amarti ~

Samantha

Ebbi a malapena il tempo di arrivare a casa che mi arrivò un messaggio. Diceva semplicemente "ehi :)", ma sapevo benissimo chi fosse il mittente. Infatti, cambiai immediatamente il nome da "sconosciuto" a "Noah".

Da lì cominciammo a parlare sempre più spesso, fino a quando - qualche giorno dopo - mi invitò concretamente ad uscire.

Da Noah:
Stasera a cena, io e te.

Non diceva altro, eppure bastarono queste poche paroline a farmi andare totalmente nel panico.

Questo perchè, sebbene avessi ormai compiuto diciotto anni e di lì a breve ne avrei compiuti diciannove, non ero mai uscita per un vero appuntamento con un ragazzo. E la condizione che vivevo con Alex non fece altro che peggiorare questo aspetto.

Accettai quasi subito, nonostante l'ansia che si faceva sentire e il pensiero di nascondermi sotto il letto che si diffondeva sempre di più nella mia testa.

A Noah:
A che ora?

Da Noah:
Lo prendo per un si?

Sorrisi stupidamente e - dopo aver concordato che venisse a prendermi lui verso le 20:00 - andai in bagno a lavarmi.

Erano le 17:35: potevo farcela.

Per prima cosa feci una bella doccia rigenerante che probabilmente durò più del necessario.

Mi asciugai i capelli biondi lasciandoli ondulati sulle spalle, mentre le ciocche davanti le raccolsi in due piccole treccine che poi tenni ferme con due forcine.
Mi fiondai davanti all'armadio.

Non sapevo bene cosa indossare. Non mi aveva detto con precisione dove avremmo mangiato e cosa avremmo fatto dopo, per cui optai per dei semplici jeans a vita alta, una camicetta lilla che mi lasciava scoperta una piccola striscia di pelle e le mie amate vans ai piedi.

Per quanto riguardava il trucco applicai semplicemente un po' di correttore, mascara, matita nera che contornava gli occhi e un bel rossetto nude.
Senza esagerare.

Speravo di non essere stata troppo semplice e superficiale. Non volevo apparire troppo - non essendo nemmeno sicura delle sue intenzioni - ma non volevo nemmeno fare brutta figura.

Mi stavo tuffando nei miei pensieri perdendo tempo inutilmente, quando sentii il campanello suonare.

Sussultai sgranando gli occhi.

Sentii la porta aprirsi e successivamente delle voci, ma la cosa che mi fece davvero scattare fu il pensiero che mio fratello fosse in casa.

Mi affrettai a prendere la giacca e mi precipitai sulle scale, scendendo velocemente e quasi cadendo con il sedere per terra.

Quando finalmente fui al piano inferiore mi diressi verso il salotto, dove c'era Noah seduto sul divano palesemente a disagio e mio fratello dal lato opposto che lo guardava storto.

Mi sarei anche messa a ridere, se solo non fossi già impegnata a maledirmi per aver fatto più tardi di quanto avrei voluto.

«Ehi» attirai l'attenzione di Noah, che posò lo sguardo su di me, ma il mio gemello nemmeno si accorse della mia presenza. Continuava a guardarlo come se volesse scannarlo.

Dovevo muovermi, prima che lo facesse davvero.

«Allora, andiamo?» continuai. Lo sguardo omicida di mio fratello da Noah passò a me, facendomi deglutire a fatica.

IL MIO MIGLIORE (SCOPA)AMICOWhere stories live. Discover now