Capitolo 7

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~Sono contro quelle persone meravigliose buttate nelle braccia di chi non sa apprezzarle neanche un po'~

Samantha

Nei giorni successivi passai sempre meno tempo con Alex.

A scuola mi accompagnava mio fratello e anche quando ci incontravamo li, lo vedevo sempre piuttosto sfuggente.

Non che io mi fossi impegnata più di tanto - dopo l'ultima volta, mi faceva male anche solo guardarlo negli occhi - ma il fatto che fosse lui quello distaccato non lo capivo. Dopotutto, quella ferita ero io, anche se lui sembrava non rendersene conto.

Con Noah, invece, andava sempre meglio. Più mi allontanavo da Alex, più mi sembrava facile stargli accanto.

E così, alla fine arrivò anche il giorno della partita.

Era un sabato pomeriggio ed ero elettrizzata, ma anche nervosa. Noah non solo mi avrebbe presentato i suoi compagni di squadra, ma anche i suoi amici.

La paura di non piacere a nessuno di loro mi mise in agitazione, sebbene non capissi perché m'importasse così tanto.

Mi guardai allo specchio prima di andare: indossavo un top bianco e una gonna viola lavanda, cioè i colori della squadra. Ai piedi le superstar bianche e i capelli biondi li raccolsi in una coda alta, con un elastico dello stesso colore della gonna.

Sorrisi soddisfatta, presi la borsetta e uscii di casa.
L'aria era primaverile. Al sole si stava benissimo, ma la sera faceva ancora un po' freschino.

Noah era già a scuola, essendo un membro della squadra; Mike non era interessato al Lacrosse e Alex non lo avevo nemmeno sentito. Per cui, alla fine, mi diede un passaggio mio padre.

Appena arrivai tirai un ultimo lungo respiro e mi feci coraggio.

Mandai un messaggio a Noah che mi disse di raggiungerlo dietro le tribune. Quando lo raggiunsi, lo trovai già in compagnia.

Indossava la divisa, fatta eccezione per il casco che reggeva sotto il braccio. I suoi ricci erano in disordine, donandogli un'aria ancora più adorabile.

Mi ritrovai a fissarlo senza accorgermene.

Peccato non poter dire lo stesso degli altri, che invece se ne accorsero eccome.

Intorno a lui c'erano tre ragazzi - anch'essi con la stessa divisa - e una ragazza.
Mi avvicinai titubante e un po' in imbarazzo per essermi fatta "beccare" a guardarlo.

«Ehi, eccoti» mi accolse con un dolce sorriso non appena notò la mia presenza «Come stai?» Si avvicinò di un paio di passi.
«Elettrizzata» risposi «Questa è la prima partita a cui assisto»
«La prima di una lunga serie» mi fece l'occhiolino e io ridacchiai «Vieni, ti presento gli altri...» appoggiò una mano sulla mia schiena e mi spinse delicatamente verso il gruppetto.

«Ehi, tu devi essere la famosa Samantha» non ebbi neanche il tempo di dire "ciao" che uno dei ragazzi mi aveva già fatto arrossire.

«Tyler...» lo ammonirono gli altri.

«Scusalo, è Tyler. Ti ci abituerai...» mi disse piuttosto divertito il ragazzo accanto a lui.

«Loro sono Matthew, Colin e Roxy» me li presentò uno ad uno Noah «Con Tyler hai già avuto il dispiacere» scherzò.

Risero tutti, me compresa. Avevano un'aria amichevole e simpatica, tanto che mi misero quasi subito a mio agio, dissipando le mie paure.

Matthew era il più basso del gruppo, ma comunque di un'altezza media. I capelli erano di un biondo cenere, molto diversi dai miei; gli occhi marroni sembravano allegri e vivaci, come quelli di un bambino che ancora non ha visto il marcio della società che lo circonda.

IL MIO MIGLIORE (SCOPA)AMICOWhere stories live. Discover now