Capitolo VI

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*Pov di Dave*

Stavamo parlando, lei era in piedi davanti a me. Parlammo un po' della nostra vita privata, per conoscerci meglio, quando all'improvviso Jessie cadde addosso a me. 
"Ma che cazzo...? Jessie?" 
Non rispondeva, sembrava essersi addormentata o addirittura svenuta. 
"Cazzo, questo non ci voleva."
Avevo un po' d'acqua fredda, e gliela misi sulla fronte, anche se fu un po' un impresa: cadde proprio addosso a me, quindi potremmo dire che è come se si fosse seduta su di me. Le ho dovuto anche cambiare posizione, altrimenti sarebbe caduta a terra. Poggiava il suo viso sulla mia spalla, toccandola appena con le labbra. Le misi l'acqua sulla fronte, anche se mi bagnai un po'. 
"Jessie? E che cazzo, svegliati. Mi stai facendo cagare sotto."
Stemmo circa 5 minuti così, con lei seduta su di me mentre io cercavo di svegliarla. Però in quella posizione... no, non posso pensare a ste cose, non ora. Respirava molto lentamente, ma espirava molta aria, anche molto calda. Era una stufa, in pratica. Improvvisamente si spostò, ed io pensai che si fosse svegliata, ma in realtà aveva solo spostato le braccia, mettendole dietro la mia schiena. 
"Jessie, mica sono un peluche. Dai, svegliati." le dissi, toccandole leggermente il viso. Aveva la pelle morbidissima, come quella dei bambini piccoli. Sembrava una bambola.
Come la toccai, emanò delle parole incomprensibili, ma le uniche che capii furono "Dave" e 
"bene". Sinceramente mi stava venendo anche a me un po' di sonno. Volevo chiudere un po' gli occhi, ed il mio cervello diceva:
"Dave, ma allora sei proprio un coglione? Hai una ragazza davanti a te che non si sente bene. Ora, se vuoi dormire, dormi attaccato a lei, così che se si sveglia, quella si muove e ti svegli pure te." e così feci. 
Mi misi nella sua stessa posizione, con le mie braccia dietro la sua schiena, ma la mia mente perversa non pensava ad altro che a "quella cosa".
"E che due coglioni, pensa a qualcos'altro!" pensai. 
"Pensa a farti un piccolo risposino, ma anche al fatto che stai riposando con una ragazza..! Ok, ma non è la prima volta, perchè mi sento così...strano? Tipo quando stavo con Emma, la mia ex. Il fatto che mi ricordi una mia ex, non è proprio la cosa migliore." 
Improvvisamente sentii un rumore di passi provenire un po' avanti a noi, ma feci finta di non sentire, chiudendo gli occhi. 
"E' Dave, quello? Certo che si fa qualsiasi ragazza che gli passi davanti."
"Hahaha, vero."
Erano James, il cantante e Lars, il batterista, però ho fatto finta di non sentire, e continuavo a riposare. 
"Zitti." bisbigliò improvvisamente Jessie. Volevo dirle qualcosa, ma non ci riuscii e continuai a fare finta di dormire. Ma la vera domanda è, se ora si fosse svegliata, perchè continua a stare in questa posizione? Forse è perchè la sto "abbracciando"? Avrebbe potuto togliermi le braccia da dosso. Però lei continuava a stare vicino a me. Mi teneva stretto a sé. Veramente mi ha preso per un peluche. James e Lars andarono via, credo, o forse si avvicinarono a noi. Forse la seconda opzione era quella più giusta.
"Tu sei quella bastarda che mi ha dato un calcio nelle palle, vero?" Disse Lars. 
"Ho detto zitto, stronzo. Sto dormendo." rispose Jessie.
"Io non mi sto zitto davanti ad una puttana."
"Ed io non mi faccio zittire da un nano di merda." disse Jessie, mentre James ridacchiava un po'.
"Guarda te sta stronza..." disse Lars, quando le prese il braccio.
"Hey, che cazzo fai?!" 
"Ti do una lezione. Ma se vuoi puoi anche farmi altro, visto che stai addirittura sopra Dave." disse Lars ridacchiando, col suo accento danese.
Mi tolse l'altro braccio da dosso , si alzò  e qui mi "svegliai" anche io.
"Che cazzo stai facendo, Lars?" dissi, alzandomi ed andando vicino a lei. 
"Tu non centri in questa situazione, Dave." disse James, seduto da lontano mentre fumava una sigaretta. 
"Non preoccuparti, Dave, mi so difendere." disse Jessie.
"Ed io so difendere. Ti do una mano." le risposi. 
"Facciamo così: se questo nano mi mette al tappeto, passi tu al posto mio."
"Ok. Ma vedi di non farti troppo male."
Jessie rise un po' e disse:
"Non preoccuparti. L'unico che si farà male è il nano."
Jessie fece segno a Lars di iniziare prima lui.
"Prima le donne." lei rise un po' ed io feci lo stesso.
"Brutta stronza..." Lars corse verso di lei e cercò di darle un pugno, ma lei lo riuscì a bloccare con la sua mano e dargli un calcio lì infondo.
"Oh no! Ti sei fatto la bua? Vuoi che chiamiamo mammina?" disse Jessie prendendolo in giro. Lars cercò di riprendersi un pochino, poiché il calcio non è stato poco forte, ma Jessie con una mano gli prese i capelli e con l'altra gli diede un pugno sulla faccia così forte da fargli uscire il sangue dal naso.
"Mi sa che abbiamo finito." disse Jessie voltandosi verso di me, mentre James aiutava Lars col naso insanguinato.
"Già mi sa di sì." le dissi ma James prese la rincorsa e, mentre Jessie si girava, poiché aveva sentito i passi, James le diede numerosi pugni, così da farla svenire. 
"Jessie, Jessie! Ugh, non volevo veramente picchiarti, James, ma mi sa che lo devo fare." dissi.
"So che sei più forte di me, ma ti devo almeno far uscire un po' di sangue." James rise un po', per poi mettersi in posizione.
"Avanti, su. O forse hai paura?" continuò James. 
"BASTARDO!" dissi per poi correre verso di lui, e dargli un pugno sul collo. 
"Ah! Cazzo!" James cercò di darmi un calcio, ma lo fermai dandogliene uno. Ci picchiammo per un bel po', a James uscì un po' di sangue, mentre io avevo un livido sulla guancia.
"Ok, ok, basta." disse James, mentre si asciugava il sangue.
"Den tæve..." disse Lars, e probabilmente è qualche insulto in danese.
"Ciao ciao bastardo." dissi a James mentre se ne andava con Lars. Mi voltai subito verso Jessie. Era ancora priva di sensi, e mi sa che era meglio portarla a casa sua. La misi sulla panchina più larga.
"Ora vado al bar dalla tua amica, ok? Così che puoi andare a casa. "
Andai verso il bar, ma non vidi Alex. Chiesi al barista e disse che se ne era andata, ma aveva lasciato un biglietto:
"Scusami Jessie ma poiché è l'una di notte me ne devo andare. Un bacio! <3""Cazzo." pensai. "E ora che faccio? L'unica cosa è portarmela a casa." e così feci.
Andai di nuovo da lei, ed era ancora priva di sensi. La presi in braccio e, stranamente, era leggera come una piuma. Andai in macchina, la misi nei sedili posteriori, e per fortuna casa mia è vicina e sto al primo piano.
Arrivammo a casa, e la prima cosa che pensai fu:
"Ora la metto sul divano o sul letto?" 
Alla fine la misi sul letto, ed io avrei dormito sul divano. Preparai un panno bagnato freddo da metterle sulla testa, quando mi accorsi che avevo ancora la cocaina sul tavolo. 
"Meglio che la tolgo da qui." pensai. 
Presi una bustina e, aiutandomi con un coltello, la misi dentro.
Andai da Jessie, per sistemare un po' la camera, poiché era un disastro: c'erano bottiglie vuote per terra, panni ovunque, delle ceneriere e... un reggiseno. Cazzo. 
Dopo aver sistemato la camera, presi una maglietta e la usai come pigiama. Mi cambiai in camera, quindi spero che Jessie stesse ancora dormendo quando l'ho fatto. Mi lavai un po' ed andai sul divano, per poi addormentarmi. Spero che Jessie si riprenda al più presto. 

-

Ciao! Sì, oggi mi sono spinta un po' oltre, parlando anche di droga, e facendo svenire la nostra protagonista, ma dovevano stare un po' insieme ehehe. Comunque, sappiate che nel prossimo capitolo Jessie non passerà tutto liscio, soprattutto con i genitori, ma forse lo farò evitare. Comunque, sì, quelle due parole strane dette da Lars è un insulto. Inoltre, grazie mille per le 100+ letture! <33



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