Police Man | KNJ X Reader

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Svelta T/N, potrebbero farti male, corri! Perché le tue gambe non riescono ad andare più veloce?!
Sbrigati!

T/N sarebbe semplicemente dovuta tornare a casa dopo una giornata di lavoro, e invece deve preoccuparsi, come ogni sera, per la paura di venire molestata da qualche depravato.
«Bellissima...»
Gli organi del suo corpo si congelarono pian piano, sentì di poter piangere da un momento all'altro.

Perché. Perché a me.

«Vieni con me, perché non ci divertiamo un po'?»
«N-Non voglio.»
Stava tremando, era terrorizzata.
«Oh avanti, non fare la santarella che non sei, si vede dal vestito che hai messo che non sei altro che una puttana, vieni con me, ho detto!»
Un vestito... può definire la personalità di qualcuno?
Lei aveva pensato di mettere qualcosa di più elegante per la cena di lavoro, quel vestito non aveva niente di male, era solo un vestito come tanti altri...
«Lasciami! Ti ho detto che non voglio!»
La sua presa era troppo forte rispetto a quella della ragazza, che non riuscì a dimenarsi.

Per favore, se qualcuno lassù mi sta guardando veramente, salvatemi.

Venne strattonata di continuo, non sapeva neanche dove la stesse portando quel pazzo, non riuscì a fare niente se non a gridare.

Ho paura di non tornare a casa stasera, di non poter salutare la mia famiglia. Ho paura. Ho solo tanta paura. E io sono una stupida, così stupida che non riesco a spostarmi, a tirargli un calcio, a scappare.
Sono senza forze, sono-

«Lasciala, deficiente! Non la toccare.»
Kim Namjoon.
Un nome, una garanzia.
L'ex fidanzato di T/N, quattro anni di relazione che erano andati in fumo per colpa delle incomprensioni tra i due.
«Levati di torno, sfiga-»
In quel momento, il ragazzo diede un pugno all'uomo che cadde a terra e lasciò T/N.
Namjoon prese la ragazza per il polso, la spostò dietro di lui e poi tirò fuori il distintivo.
«Sfigato, volevi dire? Lo sfigato in questione è un carabiniere e puoi salutare la tua libertà oggi perché non la rivedrai mai più. A tutte le unità...»

[...]

«T/N. È bello vederti. Avrei voluto che le cose andassero diversamente... mi dispiace per quello che è accaduto, ma non preoccuparti: è in carcere adesso. Non potrà più fare del male a nessuno.»
La giovane, tuttavia, era confusa. Era di certo grata a Namjoon per averla salvata, sarebbe potuta finire peggio se non fosse intervenuto, però...
«Joonie, uh- scusa, Namjoon, volevo dire.
Come... come stai?»
Il ragazzo sospirò, togliendo il cappello e passandosi le dita tra i capelli con un'eleganza e una raffinatezza innata.
«Diciamo che mi sono spaventato abbastanza stasera, ma ho a che fare con queste cose tutte le sere. Ho solo avuto tanta paura per te, se non fossi arrivato in tempo ti avrei... p-persa.»
Namjoon sembrava particolarmente esausto: le occhiaie, i capelli arruffati e gli occhi stanchi e tristi di un giovane uomo che lavora per la protezione civile preoccupavano T/N, la quale non si era ancora dimenticata di lui e non aveva intenzione di farlo.
«Mi sei mancato.» Confessò la ragazza, sperando in una risposta positiva...
Che non tardò ad arrivare.
«Anche tu mi sei mancata. Adesso che ne dici di andare a casa? È tardi T/N, dopo quello che è successo è meglio se ti riposi un po'.»
«Che ne dici se ci andiamo insieme, a casa?»
Gli occhi stanchi e tristi di Namjoon si riempirono di luce insieme al suo sorriso che si accese immediatamente sul suo viso.
«Andiamo.»

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