Mars | MYG x Reader

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«Yoongi! Apri la porta!»
«No!»
La rabbia prese di nuovo il sopravvento su di me quando mia madre cominciò a bussare freneticamente alla mia porta.
Sapevo perché fosse così arrabbiata.
Il mio ennesimo brutto voto.
«Te li brucio, quei fottuti testi! Mettiti a studiare, e finiscila con quelle canzonette da adolescente in crisi!»
Lasciai che una risata amara fuoriuscisse dalle mie labbra, e scossi la testa tenendo stretta fra le dita la penna che mi aveva regalato l'unica che poteva veramente comprendere il mio amore per la musica.

T/N, la mia ragazza.

Quella volta, però, sapevo che sarebbe stato diverso.
Avrei dovuto nascondere i testi prima che mio padre potesse entrare e li prendesse per gettarli via.
Ma come avrei potuto nasconderli? E soprattutto, dove avrei potuto?

C'era solo una risposta a quella domanda, e coincideva alla perfezione col nome della mia ragazza.

Presi la chiavetta, il quaderno, gli auricolari, il computer e misi tutto dentro lo zaino.
Scavalcai la finestra della mia stanza, correndo a perdifiato in direzione della casa di T/N, che per fortuna viveva a cinque minuti di distanza da me.

Feci in tempo a baciarla e lasciarle tutto, spiegandole in breve che cosa fosse successo, e lei non se lo fece ripetere due volte: si portò lo zaino che le avevo dato al petto e annuì, promettendomi che ne avrebbe avuto cura.
Mai come allora mi sentii tanto grato di conoscerla.
In meno di un minuto tornai a casa, con le gambe stanche e i muscoli infuocati, e mio padre aprì la porta forzando la serratura.
Mi gettai sulla sedia come se nulla fosse, cercando di trattenere il fiatone ed asciugando qualche gocciolina di sudore sul collo.
«La prossima volta che osi chiudere la porta in faccia a tuo padre, non mi limiterò ad un semplice rimprovero. Sono stato chiaro abbastanza, Yoongi?!»
Il modo in cui mio padre stava alzando la voce mi fece innervosire un'altra volta. Quando risposi con un sommesso "sì" e lui richiuse la porta, diedi sfogo al caos.
Spezzai matite e penne, gettai i miei quaderni ed i miei libri sul pavimento e li calpestai con la suola degli anfibi.
Lo sguardo mi cadde sul poster del pianeta Marte che T/N aveva fatto per me.
Diceva che ero un piccolo guerriero, e che era una vera fortuna che fossi nato di martedì, perché questo non faceva che dare valore alla sua ipotesi.
Mi definiva una testa calda, con la rabbia a farmi da demone, ma sosteneva che, a volte, era proprio quella a fare di me quello che ero.

T/N mi portò al planetario qualche ora dopo.
Lesse un articolo che spiegava che Marte si sarebbe reso visibile quella sera, e mi invitò a guardare dentro il telescopio.
«Vedi, amore. Marte è un bel pianeta, non è vero? Ed è naturale... fa parte del nostro cielo, è una componente importantissima per il nostro sistema solare. Senza di lui, non sarebbe lo stesso. Marte è un bel pianeta, vero? Ma a volte non lo capiscono, lo feriscono e lo fanno arrabbiare, e allora lui diventa tutto rosso...»
Risi un po' perché sapevo cosa voleva dire, ed in quel momento lei si accostò al mio orecchio e mi parlò dolcemente, facendomi socchiudere gli occhi.
«Vedi, Yoongi, rosso non è solo rabbia. Rosso è il colore del tuo cuore spezzato, di questo grande cuoricino che non fanno altro che calpestare ingiustamente...»
A quel punto mi si formarono le lacrime agli occhi e spostai lo sguardo su una piccola stella cadente.
«Yoon! Una stella cadente! Esprimi un desiderio, coraggio!»
Una lacrima mi scivolò sulla guancia e mi spostai dal telescopio per guardarla negli occhi.
«Vorrei averti nella mia vita per sempre.»

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