TWO

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Harry si sta abbottonando la camicia quando il suo telefono squilla e lo prende dal comodino, fermando il movimento delle dita sui bottoni per leggere lo schermo e aggrottare le sopracciglia nella sua direzione. Louis, ancora avvolto dalle lenzuola, restituisce lo sguardo e spontaneamente domanda: ''Che cazzo vuoi?''

Harry sgrana leggermente gli occhi, parlando dopo un attimo di riflessione, con voce veloce e strascicata: ''Non hai ricevuto la notifica?''

''Quale notifica?''

''La, uh... La newsletter della nostra facoltà.''

Louis si corruccia, grattandosi un fianco: insomma, è in territorio nuovo. Di solito Harry è già fuori dalle palle, adesso è ancora scomodamente lì. ''Non sono tipo le stesse cose che appendono alla bacheca del nostro edificio?''

''Er, sì. Ma il punto è non dover controllare ogni volta la bacheca per... Lascia stare, è inutile che provo a spiegartelo'', Harry scuote la testa, prendendo il suo golfino e spolverandolo, prima di infilarlo sulla camicia che ha terminato di chiudere. Louis si mette a sedere:

''Perché, qual è la novità?''

''Hai detto che controlli la bacheca.''

''Sì, ma sei qui. L'hai già letto. Dimmelo, no?''

''No.''

Louis schiude le labbra, poi continua: ''Styles, e che cazzo. Abbiamo appena fatto sesso, puoi almeno ripagarmi con cinque secondi della tua voce fastidiosa che legge documenti inutili.''

''Prima di tutto'' Harry prende la sua tracolla, l'espressione scocciata ''Fare sesso non è un favore che mi stai facendo. E' un do ut des. Significa-''

''Faccio latino con te, coglione.''

''Comunque, nessuno deve un favore a nessuno, nel nostro accordo. Quindi non devo leggerti proprio niente. La prossima volta iscriviti.''

''Lo sai meglio di me che non ti costa niente'' sibila Louis, stringendo le lenzuola ''Non me lo dici perché sono io.''

Harry sembra controllare che nella sua cartella ci sia tutto, prima di sorridergli candidamente. ''E' possibile che sia così, sì. Ciao, tesoro'', scimmiotta, uscendo dalla sua camera sulle lunghe gambe, e ovviamente, adesso, Louis deve fottutamente vestirsi, andare fino alla bacheca di Lettere e leggere l'ultimo avviso che è stato affisso lì. Perché? Perché Harry ha cinque anni.

Sulla strada per la sua facoltà, che percorre in jeans e felpa e con i capelli ancora scompigliati, incontra Niall. Louis non ha mai capito perché, ma a quanto pare lui ed Harry hanno delle amicizie in comune, cosa che lo inquieta e a tratti lo disgusta, perché questo significa che qualcuno socialmente attivo riesce a trovare contemporaneamente simpatici sia lui che Harry, cosa che. Gesù Cristo. Sperava di morire prima. Sul serio.

Louis ha la sua solida comitiva, che deve sopportare Louis che parla almeno una volta a settimana incredibilmente male di Harry. Sono Liam, Zayn ed Oli; Zayn ha la borsa di studio, come lui, quindi è quello con cui fa principalmente fronte comune quando si parla dei soldi che escono dal culo degli altri due. Oli è il rampollo di una lunghissima e polverosa stirpe di avvocati, Liam vuole fare il medico, anche se suo padre è un imprenditore di qualche sorta. Fanno vacanze che Louis non ha nemmeno voglia di immaginare. Quelle cifre lo farebbero impallidire. Ma anche se Louis e Zayn devono, e si parla di pura decenza, prenderli per il culo perché non hanno mai nemmeno sperimentato cosa significasse spaccarsi la schiena, non sono due che lo fanno pesare. Oli può bere più di qualsiasi altro e fornire bottiglie di rum del costo della moto di Louis, e Liam è, oggettivamente, la persona più dolce che Louis conosca. È uno di quegli amici a cui puoi fare le domande intime e stupide senza che rida di te. E soprattutto, è umile. Senza nemmeno provarci. Louis stravede, per Liam. Tranne quando prova a regalargli dei costosissimi Ray-Ban solo perché è un mercoledì e aveva voglia di farlo. In quel caso, litigava anche lui.

Don't Look At Me Like That ||L.S.||Where stories live. Discover now