EIGHT

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''Harry!'' Louis lo chiama a voce alta, in corridoio, e quello si ferma, aspettandolo come un ragazzino sul lato di un marciapiede aspetta l'autobus, la tracolla che dondola lungo la spalla ampia, il corpo quasi poggiato alla parete, mentre attende, il suo maglione tra le mani. Sorride a Louis candidamente, guardandolo da sotto le ciglia.

E' gennaio, e ormai Louis è in questa fase di stasi della sua vita per cui non gli frega un cazzo di niente, e fa quello che vuole. La Lista è praticamente un ammasso di ghirigori, scarabocchi e cancellature, un numero ridicolo di vestiti di Harry è nel suo alloggio (ha, in questo momento, una sua t-shirt di morbido cotone sotto la felpa), Harry stesso è un numero ridicolo di volte nel suo alloggio, e attorno a lui fioccano domande come non mai, ma le ignora, ognuna di queste, perché il nuovo anno gli ha portato una scoppiettante felicità nello stomaco, e Louis ha intenzione di sfruttarla finché non ce ne sarà più. Non gli importa quanto lontani dalle linee guida iniziali si stiano spingendo, non finché stanno bene. Era comunque l'obiettivo sin dall'inizio, dopotutto. Non può davvero lamentarsi di come stanno andando le cose.

Dopo quelle giornate passate da soli in alloggio, Louis era riuscito ad andare a Doncaster per il nuovo anno, dove aveva festeggiato il suo compleanno in ritardo e rivisto la sua famiglia. Aveva parlato con Harry per messaggio, non in maniera ridicola, ma costante. Non aveva chiesto se lui avesse preso un treno per Londra, alla fine, ed Harry non aveva accennato alla cosa. Aveva capito di aver paura della risposta, e per varie ragioni: da una parte sarebbero affiorate sempre più domande sul perché Harry ci teneva così tanto ad evitare la sua stessa casa in un periodo come quello di festa; dall'altra, immaginarlo tutto solo per il college il trentuno dicembre, ad agitare una stellina filante che avrebbe fissato con i suoi occhi da cerbiatto, senza nessuno con cui brindare per il primo dell'anno, l'avrebbe fatto impazzire. Avrebbe preso la moto solo per essere da lui e dividere una bottiglia di prosecco presa con una manciata di sterline in autogrill. E quello, e non poteva dirsi bugie, a riguardo, era un pensiero pericoloso. Quindi l'aveva chiuso da qualche parte.

Quando era tornato aveva ripreso la sua routine con Harry da dove era finita, esattamente allo stesso modo: aveva salutato i suoi amici e accolto nuovamente il più piccolo nel suo alloggio, e loro tre (Louis, Harry e Croissant, ovviamente) avevano ripreso le redini del loro piccolo ecosistema senza nessun intoppo. A volte c'erano scatolette in giro, altre volte bustine di salmone pregiato, ma per il resto niente era cambiato, e Louis da un lato ne era grato, dall'altro, be'. Può fingere che non si stia facendo domande, ma non è così. Sta solo evitando di pensare al fatto che si stia facendo davvero tante, tante domande su tutto quello che sta succedendo. Ecco. Meglio. Quantomeno è vicino alla verità.

Si avvicina ad Harry come se niente fosse e sorride con un solo angolo della bocca, trattenendosi dal sistemare i capelli scompigliati dal vento che ha davanti: quando sono soli lo fa sempre, Harry snocciola curiose cose che sa sulla chimica, la matematica e la fisica e Louis districa i riccioli vicino alle sue tempie. Adesso, le sue mani formicolano, e per questo le infila nel tascone della felpa. Può sembrare strano, quasi paradossale, ma è segretamente contento di dover fingere di avere la minima confidenza con Harry, davanti a tutti, perché l'intero mondo crede che loro si siano quasi indifferenti, quando invece dietro la porta del suo alloggio succede così tanto. Il solo pensiero di avere una versione di Harry che esiste solo sotto i suoi occhi, quella intima e goffa e divertente e un po'imbranata, lo fa ridacchiare come un ragazzino.

''Sono qui per una comunicazione di servizio'', annuncia seriamente, ed Harry ride. E' un suono che gli arriccia il naso e le labbra, per quanto Harry stesso tenti di trattenerlo.

''E posso solo ascoltare o anche proporre?''

''Solo ascoltare, signorino, ovviamente'' rimbecca, ed Harry si mordicchia le labbra ''Dato che l'ultima volta che abbiamo mangiato insieme mi hai bloccato la crescita con quegli involtini di verdure-''

Don't Look At Me Like That ||L.S.||Where stories live. Discover now