David Tennant (primo appuntamento)

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"Cos'è quello?" chiese Giulia.

"Sembra un biglietto da visita, viene da David... solo che non so come abbia fatto a infilarlo in tasca," rispondesti.

"Misterioso questo David, mi piace. Sarà una specie di attore/prestigiatore?"

"Non so, non ne ho idea."

Eri confusa. Il biglietto era solo quello, un biglietto, eppure era comparso quasi come per magia nella tua tasca. Quell'uomo, David, era davvero strano, capace di lasciarti disorientata. Un attimo prima c'era e poi non c'era più; un attimo prima non era nei tuoi pensieri e un attimo dopo eccolo lì, sorridente.

Il viaggio a Parigi si era concluso, quattro giorni di puro divertimento e relax, una fuga perfetta per ricaricarsi. Avevi appoggiato il biglietto di David nella tasca della valigia ed eri tornata a casa. Per un po' non ci avevi pensato. Gianni aveva provato a ricontattarti, ma i tempi erano difficili. Rifiutarlo era doloroso, riattaccare con rabbia e paura faceva male. Ma non sempre possiamo fare ciò che ci piace. Avevi cominciato a lavorare, lavorare senza sosta, soprattutto perché tu e Giulia avreste dovuto cambiare casa. Il proprietario voleva l'appartamento per il figlio, un preavviso minimo e vi aveva chiesto di andare via. Soldi, agenzia, caparra: vi serviva tutto.

La vigilia di Natale si avvicinava, erano le nove di sera quando il rintocco del Big Ben risuonò. La giornata era iniziata presto, finita tardi. I turni extra ti avevano logorato, ti sentivi stanca, stordita. Il freddo a Londra era secco, pungente, ma anche magico con luci e glitter ovunque. Fiocchi di neve cadevano sul tuo cappotto in mezzo alla folla di chi cercava gli ultimi regali. A Giulia avevi già comprato il regalo, la tazza a forma di Stitch che desiderava da mesi. Giulia era la priorità, il suo regalo doveva essere il primo.

Non avevi guardato davanti a te. Il pavimento, le scarpe, sembravano più interessanti del mondo che ti circondava, di quell'atmosfera festosa.

"Hey!"

Uno spintone ti sorprese. Un uomo con elegante cappotto e bluetooth all'orecchio, preso dalla fretta, ti venne contro senza nemmeno notarti.

Ti fermasti, respirasti profondamente e riprendesti a camminare. Volevi tornare a casa, all'appartamento, il più presto possibile. A tutti i costi cercavi di stimolare le tue gambe pigre per poter andare più veloce.

Posasti il cappotto all'appendiabiti, togliesti le scarpe e ti lanciasti sul divano, sembrava così morbido a fine giornata. Il televisore lo accendevi raramente ma più il natale si faceva vicino e più c'erano i classici film della tua infanzia che venivano proiettati, ti mettevano allegria, ti rendevano serena.
"E adesso passiamo la parola a Rob. Sei con l'attore protagonista del nuovo spettacolo teatrale che sta facendo sold out a Londra!"
"Sì Ginny, sono qui con David, cosa ci dici del tuo nuovo spettacolo?"
"Beh..cosa posso dire? Venite a vederlo, sicuramente vi piacerà, ci stiamo mettendo il cuore"
Il fiato si era accorciato di colpo, la mano che stringeva il telecomando tremava leggermente, erano due mesi che non pensavi a lui, l'uomo misterioso, d'improvviso ogni ricordo era tornato vivido, il sorriso, la traversata sul traghetto, il modo di parlare. Era così affascinante. La sensazione di familiarità era tornata, la sensazione di doverlo rincontrare, ormai avevi capito che il destino continuava a riproportelo.
"Sì, io sono David Tennant, ci vediamo presto"

Davanti alla telecamera, mostrò un bigliettino – lo stesso che aveva dato a te – e che tu avevi lasciato nella tasca della valigia. Senza esitare, afferrasti la valigia e iniziasti a cercare freneticamente in tutte le tasche e gli angoli. Lo trovasti: leggermente sbiadito, ma il numero di telefono era ancora ben visibile. Con il cuore che batteva forte, tenevi tra le dita quel piccolo ma prezioso pezzo di carta, e con il cellulare in mano, iniziasti a digitare il numero.

Immagina[attori e personaggi]Where stories live. Discover now