Partenza

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- Salve, buondì.
- Buongiorno, signore. Dove andiamo?
- Avvii il taxi. Nel frattempo ci penso -
Il viaggiatore saliva a bordo dell'auto giallognola, annerita un po' dalla fuliggine delle strade e dallo smog. Il viaggio aveva inizio, al bordo di una periferia impolverata e ingiallita come una vecchia fotografia. E l'auto, affannata dalla vecchiaia e dal peso dei suoi cordiali passeggeri, sbuffava e tossiva. L'autista inserì la seconda, alzò i giri e fece per accelerare.
- Dunque signore, dove andiamo? -
Il viaggiatore si tolse il berretto con fare rilassato, e dopo averci rimuginato su per qualche lungo istante, replicò con calma: - Vado dappertutto e al contempo da nessuna parte. Mi porti dove lei desidera andare. Non ho una destinazione mia. Mi lascio condurre dal vento dovunque egli desideri trascinarmi. -
L'autista rimase perplesso. Era la risposta più strana e inaspettata si potesse aspettare. Ma, d'altronde, era stufo di fare avanti ed indietro per le più consuete strade della città. I suoi clienti lo guidavano sempre negli stessi postacci, nelle solite luride bettole. Non gli andava più. E dunque colse la palla al balzo.
- Bene, signore! Sarò il suo vento e si prepari - sorrise allo specchietto retrovisore - sono spericolato e porto burrasca. -
Avrebbe dato un pizzico di pepe al suo monotono mestiere di tutti i santi giorni.
E allora buon viaggio, che sia un'andata o un ritorno, che sia un intero romanzo o un solo giorno.*


*cit. Cesare Cremonini, "buon viaggio"

Il viaggioWhere stories live. Discover now