capitolo 19 Blake

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Blake Pov's

Sorseggiavo il mio solito caffè cercando di mettere qualcosa nello stomaco.
Non avevo molta fame quella mattina, lo stomaco mi si era chiuso negando il cibo.
La mia mente vagava ancora su quello che era successo ieri notte e dall'infrenabile rabbia che avevo provato in quel momento.

Quando avevo visto quella stupida ragazzina con in mano quei fascicoli, la mia mente era stata colpita dalla pazzia con cui convivevo ogni giorno della mia intile è malsana vita. Nessuno doveva toccare quello che mi riguardava, i segreti della mia famiglia dovevano restare segreti.

Odiavo con tutto me stesso chi cercava di frugare nella mia vita passata perché se era diventata tale, doveva rimanere solo un lontano ricordo seppur difficile da cancellare. La nostra vendetta non stava avendo progressi, dovevamo calcolare tutto nei minimi dettagli se volevamo che il colpo funzionasse nel migliore dei modi per vendicare tutto quello che ci avevano fatto quei bastardi.

La vita mi aveva negato tante cose e me ne aveva procurate tante altre che solo una piccola parte di persone riuscirebbe ad affrontare da solo. Io non mi sono fatto aiutare da nessuno quando in realtà ne avevo bisogno.

C'ero solo io a lottare contro me stesso nelle notti fredde quando tutto taceva. Ero solo quando mi strappavo i capelli per le crisi che non volevano andar via. C'ero sempre e solo io quando spaccavo tutto fino a far sanguinare le mie nocche che nessuno osava curarmi. Nessuno doveva toccarmi senza che lo volessi.

Risalii in camera mia e mi appoggiai alla porta a braccia conserte e osservai Naomi in tutta la sua bellezza con una minigonna striminzita da troia che le risaliva lungo i fianchi sinuosi e snelli e il seno che fuori usciva quasi dal top in jeans che portava. Quelle erano la parte del suo copro che più mi eccitavano oltre ai capelli biondi a caschetto.

In realtà le ragazze con i capelli lunghi me lo rendevano duro all'istante, ma Naomi sapeva prendermi in un secondo, ecco perché con lei scopavo di più rispetto alle altre che mi portavo a letto solo per una notte.

A dire la verità, seppur profonda e nascosta da qualche parte del mio cuore, mi sentivo usato. Loro non andavano mai oltre al mio aspetto fisico e alle mie doti maschili, nessuna era mai riuscita a capirmi fino in fondo. Mai nessuna voleva andare oltre alle barriere che creavo intorno a me. Mai nessuna aveva cercato di capire quali fossero i miei problemi, alcune non sapevano neanche come mi chiamassi.

Ma se pensavo a questo ragionamento, ero davvero un grande bastardo egoista. Anche a me non fregava di quelle che mi scopavo, a mala pena ricordavo i loro volti. Neanche io mi chiedevo se avessero problemi con loro stesse, non mi interessavo alla loro vita privata, perché loro avrebbero dovuto farlo con me?

«Vuoi il secondo round per caso?» le chiesi in maniera seducente. Sapevo riconoscere ormai alla perfezione il suo sguardo desideroso di avermi subito fra le sue cosce.

Io e Naomi ci conoscevamo da tanti anni, eravamo alle superiori e nonostante fossimo piccoli, i nostri sguardi si erano cercati solo per il piacere. I miei amici mi dicevano che lei era cotta di me, ma non ci avevo mai fatto tanto caso. E con il passare degli anni aveva sviluppato una certa ossessione nei miei confronti.

Sapeva che nella mia lista di scopate non ci fosse solo lei, eppure quando una ragazza si avvicinava a me, lei usciva gli artigli marchiando un territorio che non era mai stato suo e di nessuno.

Era ossessiva è gelosa nonostante le avessi detto più volte che tra noi non ci sarebbe mai potuto essere niente di concreto e romantico. Si, era bella e scopava da Dio, infatti le la tenevo solo per quello, ma nonostante avesse questa specie di ossessione, neanche lei era riuscita ad andare oltre al mio aspetto fisico. Non era mai riuscita a varcare quella porta di ferro dove esistevo solo io e i miei pensieri, la mia vita, la mia malattia.

Life in your handsWhere stories live. Discover now