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Rafe

Non ero ancora arrivato a destinazione, quando mentre ancora ero sulla moto, sento il mio cellulare squillare.
Inizialmente pensai di ignorarlo, ma il pensiero che si trattasse di Lara, mi fece subito accostare.
Presi il telefono dalla tasca anteriore del jeans, e sullo schermo vidi che era illuminato il nome di Lara.
Risposi subito.
«Lara! Dove cazzo sei?»
La sentii sospirare velocemente dall'altro capo del telefono.
«Rafe...huh...» Sentii tirare su col naso.
Stava...piangendo?!
«Che cazzo è successo? Dove sei?!» Urlai.
«Da Barry, vieni per favore» Disse con voce supplicante e singhiozzante.
«Sto arrivando» Riattaccai e con una velocità inaudita arrivai a casa dì Barry.

Scesi dalla moto praticamente buttandola a terra, correndo con furia verso l'entrata.
Sbarrai la porta e iniziai ad urlare il nome di Lara, fino a che la vidi sullo stipite della porta della camera da letto di Barry.
Corsi da lei.
Le afferrai il viso.
C'era buio in casa, quindi la vedevo poco.
La squadrai con occhi preoccupati, mentre i suoi erano bagnati di lacrime.
«Che è successo?!» Chiesi ansioso.
Lei abbassò lo sguardo.
«A-avevi ragione» Disse con voce tremante.
«Non dovevo andarci» Abbassai le mani.
Spalancai gli occhi.
Feci un passo indietro.
«Ci...ci sei andata?»
Lei annuii avvicinandosi a me.
«Non ci posso credere» Scossi la testa, indietreggiando.
Lei ricominciò a piangere, e si avvicinava a me.
«Scusami ti prego non allontanarti»
Me lo chiese con voce supplichevole, al che io mi fermai.
Lei si girò alla sua sinistra, e accese la luce.
Sbarrai gli occhi non appena vidi la sua guancia sinistra rossa e graffiata.
Il suo occhio era rosso da una parte, come se l'occhio avesse sanguinato.
Lei si appoggiò al mio petto, tenendomi la mia maglietta stretta nei suoi pugni.
Pianse a dirotto.
Appoggiò la fronte sul mio petto, stringendo la maglietta ancora di più.
«Ti prego Rafe non fare niente ti supplico.» Singhiozzò «Ti scongiuro stai qui con me»
Ero sconvolto.
Impietrito.
«Mi dispiace è tutta colpa mia. Mi
dispiace. Scusa.» Tirò su col naso «Scusa»
Mi risvegliai dal mio specie di coma appena mi resi conto che stavo piangendo con lei.
Piangevo per rabbia.
Ma anche perché vederla in questo stato era peggio di venir sparato in bocca, cazzo.
Le mie braccia, che prima erano ferme, stese, ora erano attorno a lei,
La stavo stringendo fortissimo.
«Ti prego non fare niente» Singhiozzò «Stai qui Rafe ti prego»
Le accarezzai i capelli.
«Non piangere» Ripetei continuamente.
Si allontanò dall'abbraccio per guardarmi negli occhi.
Le presi il viso tra le mani, facendo passare i pollici sotto i suoi occhi.
«È tutta colpa mia» Disse ancora.
Scossi il capo e strizzai gli occhi all'immagine nella mia mente di quel figlio di puttana alzare le mani alla mia piccola bionda.
«Amore mio...non è colpa tua. Non è mai stata colpa tua» Dissi dolce.
Lei sembrò essere sorpresa dalle mie parole.
Mi avvicinai alla guancia graffiata, lasciando baci delicati su di essa.
«Ma per favore devi raccontarmi quello che è successo, piccola» Le dissi vicino al suo orecchio.
Lei scosse il capo.
«No»
Sospirai.
Sapevo che non era il momento, ma cazzo se era difficile rimanere all'oscuro di tutto.
Sicuramente me l'avrebbe raccontato il mattino dopo.
Ma non stasera.
Sicuramente l'avrei ammazzato.
Ma non stasera.
Aveva bisogno di me in quel momento.
Le baciai la fronte.
«Mi dispiace» Le dissi.
«Non avrei dovuto trattarti in quel modo. Ma tu non nascondermi più niente, Lara»
Lei annuii.
«Scusa» La sua voce tremava.
Le baciai le labbra gonfie dolcemente.
«Basta scusarti» Dissi tra un bacio ed un'altro.
«Si...scus-» La bloccai serrandole le labbra.
«E comunque» Disse staccandosi dal bacio.
«Si?» Le feci scorrere la mano lungo tutta la sua schiena.
«Mi piace quando mi chiami "amore mio"»
Sorrisi.
Era così dolce.
L'abbracciai, cercando di placare il
desiderio di andare a spaccare il naso e bucare un occhio di Luke adesso.
«Lo farò più spesso allora»
Lei annuì sorridendo.
Rimanemmo così per una decina di minuti, coccolandoci e abbracciandoci.
«Andiamo a casa»
Lei si staccò dall'abbraccio, e mi prese nella sua mano piccola il mio mignolo e l'anulare.
Quella stretta mi confortava.
Andammo fuori.
Presi il casco e glielo allacciai alla testa, salendo sulla moto anche io.
Mi strinse per tutto il tragitto, finché non arrivammo a casa.

Capitolo concluso...ci avviciniamo sempre di più alla fine della stagione uno della serie tv...non vedo l'ora di iniziare a scrivere la seconda stagione!!! ⭐️

Reflections - Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora