Dopo aver annusato i fiori, Julieta salì a vedere come stava sua nipote nel cuore della notte. Le sistemò per bene le coperte, diede una carezza al gattino che, nel frattempo, si era sistemato vicino alla ragazza, salutò in maniera silenziosa anche Alejandro. Ora sapeva che lui era lì anche se non poteva vederlo e tornò nel suo letto.
Era serena, sapeva di aver avuto dalla vita tutto ciò che potesse desiderare. Non aveva pentimenti di nessun tipo. Era pronta a lasciar andare le cose terrene e a riabbracciare il suo amato Felipe.
La vita riprese nella sua quotidianità, come se niente fosse, in casa Flores. Gabriela tornò in salute in pochi giorni e ricevette persino una proposta di lavoro.
Avrebbe insegnato arte nella scuola del paese e se c'erano due cose che lei amava oltre ai suoi cari, queste erano i bambini e l'arte.Ma più passavano i giorni, più le forze di Julieta venivano meno. Era sempre stanca, ma d'altronde, pensava Rosa, la madre era anziana, e lei era cosciente del fatto che prima o poi avrebbe dovuto salutarla. Tuttavia era preoccupata per Gabriela.
Voleva che si preparasse all'eventualità di doverle dire addio, anche se faceva male. Ma la vita era anche quello, così decise di parlarci, ottenendo come unico risultato quello di farla arrabbiare e allontanarsi da casa.
«No, non lo accetterò mai! Non è ancora così anziana, non è giusto. Io ho bisogno della mia abuela e mia madre pretende che io mi rassegni all'idea. Mai, non accadrà mai!» la rabbia si avvertiva in ogni movenza e il dolore si vedeva attraverso gli occhi velati dalle lacrime.
«Hai ragione mi Vida, hai perfettamente ragione, non è giusto.»
Anche Alejandro soffriva. Soffriva perché era affezionato alla nonna come se fosse sua. Lei era l'unica oltr a Gabriela che gli aveva fatto provare il calore di una famiglia vera. Aveva condiviso la sua tavola e la sua casa con lui, un perfetto estraneo. E soffriva, perché avrebbe tanto voluto stringere forte a sé la sua amata per caricarsi sulle spalle un po' del suo dolore, e non poteva farlo.
Ancora una volta, si sentiva una inutile trasparenza. Nessuno seppe trovare una spiegazione della rapida decadenza fisica di Julieta che presto la costrinse a letto, neppure il medico del paese.
Gabriela non volle sentire ragioni, avrebbe vegliato la nonna giorno e notte se fosse stato necessario. Ogni tanto la convinceva a mangiare qualcosa, ma la situazione non migliorava...
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(***)
«Non mi piace per niente quello che sto guardando, sappiatelo. E tu! Tu non provare ad andartene o a distogliere lo sguardo da tutto questo, perché lo hai proposto tu Pilli!» disse T, serio come non mai.Persino i colibrì libravano nell'aria immobili e avevano smesso di giocare e di infastidire Xochi.
Felipe era ancora lì. La sua amata aveva deciso e lui non poteva fare altro che rispettare la sua scelta ed aspettarla. A breve sarebbe arrivata da lui, l'avrebbe abbracciata stretta e insieme sarebbero andati lì, dove campi sterminati di fiori colorati e musica li attendevano per l'eternità.
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Arrivò la notte in casa Flores e Gabriela era sempre al capezzale della sua adorata abuela. Gli occhi lucidi e prossimi al pianto.
«Gabriela vai a riposare. Ne hai bisogno»
le sussurrò Julieta.«No! Sto bene, non sono stanca.»
«Non farmi alzare a prendere il cucchiaio per minacciarti.»
Parlava a fatica, ma non aveva perso il suo spirito allegro. Era serena e felice di ciò che stava facendo.
«Sì, mi Vida, vai a riposare. Resto io con lei. E se avrò bisogno di te verrò a chiamarti, te lo giuro.»
Così Gabriela, alla proposta di Alejandro, si arrese a prendersi qualche ora di riposo nel suo letto insieme all'ormai inseparabile gattino.
Alejandro si accomodò sulla poltrona posta accanto al letto.«So che non puoi vedermi né sentirmi, ma ti prego. Ti prego non andartene. Sei stata l'unica forma di famiglia che ho conosciuto e senza di te accanto a lei, io non so cosa fare. Non posso nemmeno asciugare le sue lacrime.»
Per un istante, Alejandro giurò di aver visto gli occhi di Julieta fissarsi nei suoi. Ma immediatamente dopo pensò che fosse solo la sua suggestione.
«Quanto vorrei che tu potessi darmi un buffetto sulla guancia come l'ultima volta. Lo vorrei proprio tanto.»«Consideralo fatto» mormorò lei fissandolo e sorridendogli.
Grande fu la sorpresa e in un certo qual modo lo spavento per quelle parole ricevute e quello sguardo fisso nei suoi profondi occhi neri.
«Non avere paura, Alejandro. Sì, posso vederti adesso. Ciò significa che non manca molto. So quanto ami mia nipote e te ne sono grata. Stalle vicino adesso che potrai farlo e dille di non piangere per me. Ho avuto la vita più meravigliosa che potessi desiderare e adesso voglio che la abbia anche lei. Questo è il mio regalo per voi. Oh, mio amor, sei venuto a prendermi alla fine. Non hai saputo resistere vero?" ridacchiò persino, ironica come sempre, guardando Felipe, che stava lì, ai piedi del letto. Anche lui salutò Alejandro che, di scatto, si alzò in piedi.
«Che significa tutto questo? Perché puoi vedermi se sei ancora viva? E di quale regalo parli?» Puntò lo sguardo su Felipe e continuò «Ti prego, non portarcela via!»
«Non è la mia decisione, ma la sua. Vuole che voi siate felici, lo vogliamo entrambi. Amiamo Gabriela con tutto il cuore e speriamo che viviate, insieme, un amore speciale, così come lo è stato il nostro» rispose il giovane uomo di fronte a lui.
«No, no, che significa tutto questo? Di cosa state parlando? Io non potrò mai renderla felice, sono solo un morto, un fantasma, una inutile trasparenza. Buono solo a spaventare animali da cortile» camminava avanti e indietro in maniera nervosa.
«Ancora per poco Alejandro, ancora per poco, fidati di questa vecchia» rispose Julieta, con la voce ridotta ormai a un flebile sussurro.
«No, basta, vado a chiamare Gabriela, non può essere quello che mi è parso di capire. No, non lo fate. Non voglio! Non è giusto.»
Fece per uscire dalla stanza finendo col venir fermato da Felipe che essendo spirito quanto lui, disponeva dell'energia per poterlo fermare.
«Ti prego, non dirle niente. Soffrirebbe due volte e non riuscirebbe a essere mai felice. Questo sarà il nostro piccolo segreto, Alejandro.»
«No, non voglio! Non avrò mai dei segreti con lei. Adesso mi dispiace, devo fermare tutta questa follia e urlerò così forte da svegliarla così ve lo dirà lei stessa. Non possiamo e non vogliamo essere felici in questo modo.»
Tuttavia, prima ancora che si mettesse a urlare si ritrovò, insieme a Felipe e a Julieta, nella sala degli dèi.
«Dobbiamo parlare. E lei - T indicò lo schermo dove poterono vedere Gabriela che dormiva- non ne deve sapere niente.»
Alejandro fissò i quattro personaggi seduti di fronte a lui, ognuno nel rispettivo trono.
«Che posto è questo, e voi chi siete?»

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Fiori nell'aldilà - una storia d'amore trascendentale
FantasyUn villaggio colorato nel cuore del Messico. Una festa, due giovani che si conoscono, Gabriela ed Alejandro, due anime che si trovano pur venendo da mondi diversi. Ma niente è come sembra e il loro legame si trasforma in un amore impossibile. © Oper...