𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏4

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Pov Luna

Ancora non riuscivo a crederci, il ragazzo che fino a ieri consideravo raro, stupendo e di un'altra epoca ormai passata era il mio ragazzo. Dentro di me sentivo una strana e chiara sensazione di sollievo e già il pensiero di rivederlo domani mattina mi infondeva un certo calore che si diffondeva in tutto il corpo. "Luna, è stata una giornata intensa, ora vai a dormire" - ecco mia madre che come al solito entra nella mia stanza per trattarmi ancora come una ragazzina alle prime armi con il mondo.

"Amore?"
(Eccolo qui)

"Siamo arrivati così lontano stasera!?"
(Dissi infine digitando velocemente il testo)

"Ormai siamo insieme, come vuoi che ti chiami, principessa?"

"In nessun altro modo, mio marchese"

"Allora posso chiamarti amore"

"Per me rimarrai sempre il mio marchese amore"

"Tu sarai sempre la mia principessa amore"

Dopo queste ultime parole ci scambiammo il solito buonanotte, pronti a rivederci domani mattina per iniziare bene la giornata. Solo oggi sono diventata sua, con solo un braccialetto e una campanula, e già non vedevo l'ora di rivederlo domani, pensai di non meritare tutto quel romanticismo.

"È incredibile come riesci a parlare direttamente al mio cuore
Senza dire una parola, riesci a illuminare il buio
Per quanto io possa provare, non riesco mai a spiegare
Ciò che sento quando non dici nulla
Il sorriso sul tuo viso mi fa capire che mi vuoi
C'è una verità nei tuoi occhi che dice che non mi lascerai mai
Il tocco della tua mano mi dice che mi afferrerai ovunque io cada"

Ecco la sveglia di ogni mattina pronta a interrompere ogni sogno su quel dolce viso di quella meraviglia che avevo visto solo ieri. E solo adesso mi ricordo molte cose su Andrea, come ogni mattina tendevo a cancellare ciò che era successo la sera prima. "Luna, ti devi preparare per incontrare Andrea?" - ecco mia madre. "Cosa?" - vidi il braccialetto al mio polso e la campanula su una mensola della mia stanza. "Oddio Luna, ma dove hai la testa?" dissi tra me e me, ricordando che ormai ero la ragazza ufficiale di Andrea Esposito, il marchese che tanto ammiravo da lontano, semplicemente seduto sulle prime file al GATAS. Indossai pantaloni bianchi, una semplice maglietta verde, le solite zeppe bianche, capelli lisci, orecchini di perle e un trucco sobrio, pronta a rivederlo ancora. "Buongiorno amore" - erano esattamente le 10 del mattino e stavolta era vicino al negozietto di fronte al marciapiede per incontrarmi e fare una passeggiata nel parco del paesino. "Buon..." - non riuscii a finire la frase perché subito lo vidi gettarsi su di me come una ventosa, con le sue labbra sulle mie per un bacio rubato dal vento di ciò che stava succedendo. "Amore?" dissi alla fine, come se ancora non credessi di stare con Andrea. "Sì amore" esclamò lui, imbarazzato più che emozionato. "Facciamo una passeggiata" dissi infine. "Certo" rispose lui, cercando di prendermi la mano senza tanti giri di parole. Non potevo fare altro che stringerla sempre più forte e quella canzone che continuava a ripetersi nella mia mente non faceva altro che farsi sentire ogni volta che inciampavo nei suoi occhi lucidi e dorati, simili alla brezza del sole. (Colonna sonora: "When you say nothing at all", Ronan Keating)

"È incredibile come riesci a parlare direttamente al mio cuore
Senza dire una parola, riesci a illuminare il buio
Per quanto io possa provare, non riesco mai a spiegare
Ciò che sento quando non dici nulla
Il sorriso sul tuo viso mi fa capire che mi vuoi
C'è una verità nei tuoi occhi che dice che non mi lascerai mai
Il tocco della tua mano mi dice che mi afferrerai ovunque io cada"

Finalmente eravamo lì, dopo aver raggiunto il parco, dove cominciavano a manifestarsi segnali strani e apparenti ovunque. Vedevo un milione di farfalle bianche come se non le avessi mai viste prima, cuori su ogni strada che percorrevamo insieme e campanule sparse qua e là. Eravamo immersi nel verde e nella natura, ma quando ero con lui era spesso che notavo segnali di quel genere, come se fosse la chiave per un mondo completamente diverso dalla realtà. Mi sembrava di essere in un paradiso di un'epoca passata, tra le sue passioni per i dischi in vinile, le macchine da scrivere, le campanule e le farfalle bianche, non sapevo più cosa pensare. In quel momento, una parte di me si abbandonò istintivamente a lui, ad ogni suo tocco, fino a sentire dentro di me ogni brivido, quasi ogni istante con lui sembrava passare come le note di un sogno vissuto ad occhi aperti.

𝐀𝐦𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐞𝐩𝐨𝐜𝐚Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz