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𝐒𝐞 𝐯𝐢 𝐯𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐯𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐝𝐨𝐬𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐮𝐟𝐟𝐢𝐞 𝐞 𝐟𝐚𝐫 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐯𝐞𝐝𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐬𝐢𝐦𝐛𝐨𝐥𝐨 ➜  ♫
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Esattamente mezz'ora fa sono salita nella macchina di Dylan.
Ed è esattamente da mezz'ora che gli chiedo dove stiamo andando e lui continua ad ignorarmi completamente facendomi imbestialire.

Mi appoggio al finestrino freddo sbuffando.
L'aria calda del mio fiato appanna il vetro davanti a me.
Disegno delle figure imprecise con le dita, cercando un po' di svago come quando ero piccola.

<siamo quasi arrivati> si degna di informarmi.
Mi stiro sul sedile canticchiando la canzone trasmessa in radio.

<hai freddo?> chiede voltandosi verso di me.
<no sto bene> rispondo osservando per l'ennesima volta il cruscotto immacolato della macchina di Dylan.

<ci tieni proprio tanto a questa macchina eh?> chiedo abbassando il volume della radio.
<la tengo in ordine> risponde con un alzata di spalle.

<scommetto che le hai dato un nome imbarazzante> lo stuzzico lanciandogli un'occhiata veloce.
<pf, ma smettila> borbotta scuotendo la testa.

Mi volto verso di lui sentendo la cintura tirare nel petto.
<oh si, fammi indovinare...Sweetie? Oppure Belly? No, ci sono! Kylie> lo sfotto imitando una vocina femminile.

<non le ho dato nessun nome> risponde con un tono infastidito.
<oh ammettilo su...non c'è niente di male!
Tutti voi uomini alpha amate dare nomi a qualsiasi motore si ritrovi sotto le vostre mani> insisto.

Dylan si volta con le sopracciglia aggrottate e le labbra serrate in un broncio.
Ricambio con un sorriso ironico e un buffetto sul naso.

<il piccolo Dylan ha dato il nome alla sua macchinina del cuoree> ridacchio stringendomi nel cappottino.
<non ha nessun cazzo di nome> mi sovrasta alzando il tono della voce.

Prendiamo una curva a sinistra, che si apre direttamente su una strada leggermente interrata, ma costeggiata da una sorta di foresta piena di alberi.

Rimango in silenzio sconvolta dallo spettacolo verde che si para davanti ai miei occhi.
Dylan rallenta a causa del terreno roccioso, per evitare che le ruote della macchina si rompano.

<siamo arrivati?> chiedo tornando seria.
<tra cinque minuti arriveremo a destinazione> risponde con un ghigno.
<sono molto curiosa> sussurro distrattamente mentre osservo uno scoiattolo salire rapidamente lungo un tronco.

Dopo pochi minuti usciamo su una stradina più curata che conduce ad un cottage.
Dylan spegne la macchina uscendo dallo sportello.

Poco dopo apre il mio, esibendosi in modo ironico.
<prego principessa> mi esorta ad uscire con un ghigno.
<c-cosa? È qui che alloggeremo?> chiedo senza parole osservando la casa davanti a me.

<a quanto pare> risponde senza riuscire a nascondere lo scintillio di soddisfazione negli occhi.

Mi porge la sua mano per aiutarmi ad uscire.
Appena i miei piedi poggiano sul terreno pieno di sassolini bianchi vengo avvolta da una folata d'aria più fredda di questo pomeriggio.

Orami si è fatta notte, ed il tessuto blu che si trova al posto del cielo è ricoperto di stelle luminose.

Rivolgo la mia attenzione alla casa rimanendone piacevolmente sorpresa.
Una sorta di cottage si erge sopra una collinetta ben curata.
Fiori di tutti i tipi circondano la struttura, conferendole un'aria fiabesca.
Ci incamminiamo su una strada fatta di sassolini ancora più piccoli che ci conduce fino alla porta di legno bianco.

𝐒𝐞𝐚 𝐞𝐲𝐞𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora