CAPITOLO 27

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GIOVANNI

Sono solo in stanza e al mio risveglio Giada già non era in camera. Questa mattina aveva la prova costume e le prove generali con gli altri ballerini e non nego che vorrei essere con lei in questo momento, ma non mi lamento più di tanto, visto che questa sera sarò dietro le quinte a fare il tifo per lei.
Mi alzo dal letto in uno stato di trance, tra il sonno e la voglia di un buon caffè macchiato, ma purtroppo non siamo a Napoli e a quanto ricordo il caffè qui non è dei migliori.
L'unico indumento che indosso sono i boxer e prima di andare in bagno a farmi una doccia, percorro lo spazio tra il letto e la toilette barcollando.
Mentre cammino mi rendo conto del fatto che Giada mi ha lasciato addosso il suo profumo, il che per un attimo mi frena dal farmi la doccia, ma se voglio svegliarmi e riprendermi da questa sonnolenza, devo farla.
Sfilo la biancheria intima e mi tuffo in doccia, impostando l'acqua su una temperatura de troppo calda ne troppo fredda, oserei dire tiepida. Mi lascio massaggiare e cullare dal getto e mentre strofino ogni parte del mio corpo con il bagnoschiuma, rivivo mentalmente la sera precedente.
Penso agli occhi di Giada, al suo modo di fare, al modo in cui mi toccava, chiudo gli occhi per un attimo e mi sembra quasi di averla sotto la doccia con me.

Quando esco dalla cabina, avvolgo il corpo nell'accappatoio bianco e asciugo i capelli con una veloce passata di phone.
Una volta asciutto, torno in stanza e prendo alcuni vestiti dalla valigia, un jeans e una maglietta nera e dopo averli indossati sento il telefono squillare, segno che mi è appena arrivato un messaggio.

"Buongiorno❤️"

Sorrido nel leggere il messaggio della figlia del mister, poi rispondo ricambiando il saluto e aggiungendo due cuori alla fine della parola.

"Guarda qui"

Subito dopo il messaggio mi invia una foto, una sua foto. Lei allo specchio con addosso quello che dovrebbe essere il costume di scena per questa sera. Indossa un pantalone nero, sembra uno di quelli da tuta, mentre il busto è coperto da un top fucsia che lascia scoperta parte della pancia, su cui e poggiata una seconda magliettina a maniche lunghe altrettanto fucsia ma sottile, quasi trasparente, che lascia intravedere il top al di sotto.

"Sei bellissima❤️"

Rispondo sincero, mentre continuo a guardare la foto. Osservo le sue curve, dai fianchi al seno e appena mi rendo conto dell'effetto che sta avendo, smetto di guardarla.
A questo messaggio purtroppo non ricevo alcuna risposta, forse per via delle prove, così nell'attesa, decido di uscire dalla stanza e fare un giro del quartiere.
Lascio la stanza e una volta nella hall, saluto il ragazzo dietro la reception e poggio la chiave della camera sul bancone. Raggiungo la strada e inizio a camminare percorrendo alcune vie abbastanza tranquille. Non ci sono molte persone lungo i marciapiedi, ma non si può dire lo stesso delle auto che circolano per strada, per quanto corrono potrebbero metterti sotto nel giro di pochi secondi.

Durante la passeggiata mi guardo intorno e appena trovo qualche angolo abbastanza scenico, non perdo occasione per fotografarlo, tipo ora.
La mia attenzione è stata catturata da un fiorario posizionato ad un angolo di un incrocio e il palazzo che lo sovrasta è interamente tinteggiato di rosso, un rosso accesso, quasi freddo e non fotografarlo vorrebbe dire non immortalare questa meraviglia, cosa impossibile.
Scatto la foto, forse più di una e ripongo il cellulare in tasca, ma mentre sto per chiudere quest'ultima il telefono inizia a squillare. Lo riprendo e quando sul display leggo "Clarissa" un nodo mi stringe la gola, talmente tanto da farmela quasi bruciare.
<<Pronto?>>
Rispondo scocciato, sperando che questa telefonata duri il meno possibile.
<<Gio dobbiamo parlare>>
Eccola, la tipica frase da "Ci sono guai in vista".
<<Che succede?>>
Intimorito da quello che potrebbe dirmi, mi siedo su una panchina non troppo distante da me.
<<Hai presente le analisi che ho fatto il mese scorso?>>
Inizia a dire, facendo aumentare ancora di più l'ansia dentro di me.
<<Si si, ma arriva al punto>>
Rispondo bruscamente.
<<I risultati erano sbagliati>>
La sua voce diventa improvvisamente più squillante e io mi irrigidisco, assumendo una posizione fin troppo dritta sulla panchina su cui sono seduto.
<<Che vuol dire che erano sbagliati?>>
Un attimo di silenzio che mi sembra infinito separa la mia domanda dalla sua risposta.
<<Vuol dire che sono incinta>>
Il mondo mi crolla addosso, mi sento mancare l'aria per un attimo e quando provo a dire qualcosa, Clarissa mi precede.
<<Diventerai padre, non sei felice?>>
Poggio i gomiti sulle ginocchia e passo una mano dietro la nuca. Si, dovrei essere felice, diventerò padre, ma non nel modo che ho sempre immaginato e non con la donna che vorrei fosse la madre dei miei figli.
<<Si...>>
Dico con un tono abbastanza triste.
<<Beh, dalla voce non direi proprio>>
Come darle torto.
<<Sono solo scosso dalla notizia, ora scusami ma devo andare>>
La saluto di fretta e una volta attaccato, stringo il cellulare tra le mani e abbasso il capo. Tutto quello a cui penso è Giada, come le darò la notizia? Come faccio a dirle che le analisi erano sbagliate? Non oso nemmeno immaginare come potrebbe reagire, ma non posso mentirle.

GIADA

Sono dietro le quinte con gli altri ballerini e la cantante con cui ci esibiremo. Anche se per poco ho avuto modo di conoscerli e devo ammettere che sono molto simpatici.
Stiamo provando da circa tre ore, non tanto per la coreografia, ma per studiare come muoverci sul palco.
Tra un paio d'ore la serata avrà inizio e visto che le esibizioni saranno tante e i make-up artist sono limitati, tutti raggiungiamo le nostre postazioni per iniziare a prepararci.
Indosso il costume di scena e appena tocca a me, raggiungo la toletta dove ad aspettarmi c'è Sophie, truccatrice professionista che donerà un po' di vita alla mia faccia.

Una volta pronta raggiungo gli altri tre ballerini, con cui ripasso la coreografia e proprio sul finale un paio di mani mi stringono da dietro.
<<Ti ho trovata>>
Giovanni lascia un bacio sulla mia guancia e quando mi volto ne lascia uno anche sulle labbra.
Lo guardo negli occhi e noto un'espressione diversa dal solito, ha lo sguardo spento, non brillante come al solito.
<<Come mai questa faccia? Va tutto bene?>>
Schiude le labbra come per voler dire qualcosa, ma poi si tira indietro e cambia improvvisamente espressione, forse per mascherare la verità.
<<Si, tutto bene. Tu invece, ansia?>>
Cambia discorso, improntando la conversazione su di me.
<<Abbastanza>>
Rispondo, anche se non capisco questo suo repentino cambio di umore.
<<Vieni qui>>
Mi tira a se e mi stringe tra le sue braccia avvicinando le labbra al mio orecchio.
<<Andrà bene, sei bravissima e io sono fiero di te>>
Mi stringe più forte e per un attimo percepisco tutto il calore di cui avevo bisogno. Se potessi vivrei tra le sue braccia per quanto ci sto bene.
<<Hey Giada, chi è questo bel ragazzo?>>
Lucas, uno dei ballerini, interrompe il mio momento con Giovanni con fare curioso, cosa che mi fa sorridere.
<<Lui è Giovanni, il mio ragazzo>>
Presento il calciatore ai miei colleghi e in attesa della nostra esibizione, ci intratteniamo con chiacchiere e risate, intensificando ancora di più la conoscenza.
<<Regno Unito! Tocca a voi>>
La voce matura di un uomo, ci chiama da dietro il tendone che separa il palco dal Backstage facendo diventare le mie gambe gelatina.
Prima di raggiungere il palcoscenico mi volto un'ultima volta verso Gio, quest'ultimo si avvicina di fretta rubandomi un bacio e minandomi con le labbra un "Spacca tutto".

Raggiungo la mia postazione e assumo la posa iniziale. L'ansia domina gran parte del mio corpo e ho quasi paura di alzare lo sguardo verso il pubblico che abbiamo di fronte, ma appena partirà la musica dovrò farlo per forza.
Dopo alcuni secondi quest'ultima parte e noi ballerini effettuiamo la coreografia proprio come l'avevamo studiata. L'ansia che avevo fino a pochi istanti fa scompare totalmente, anche grazie al calore del pubblico e al modo in cui cantano la canzone.
Di tanto in tanto, come programmato, interagiamo con la cantante e ci scambiamo occhiate furbe con l'intento di mostrare a chi ci guarda, compresi i telespettatori da casa, che siamo un gruppo unito, anche se ci conosciamo solo da poche ore.
Andiamo avanti con i vari passi fino al termine della canzone, chiudendo il pezzo al centro del palco. Veniamo acclamati dalla folla di persone e la cantante, coglie l'occasione per ringraziare tutti e mandare un bacio alla telecamera.
Usciamo di scena con una corsetta tattica e appena arrivo dietro le quinte, Giovanni mi corre incontro abbracciandomi e lasciandomi una raffica di baci sulle labbra.
<<Sei stata grandiosa, da togliere il fiato>>
Si complimenta con me dandomi altri baci, questa volta sulle guance, stringendomi una seconda volta.
<<Grazie>>
Dico di getto
<<Non devi ringraziarmi, io...>>
Lo interrompo e continuo a parlare.
<<Grazie di avermi accompagnato fino a qui, senza di te non avrei ballato su questo palco, probabilmente non sarei neanche qui>>
Mi guarda con un flebile sul viso e per un attimo abbassa il capo.
<<Come potevo non accompagnarti, volevo vederti su questo palco, ma non dallo schermo della tv, volevo starti accanto>>
Senza dire nulla sorrido felice come una bambina e lo bacio, aggrappandomi al suo collo.


SPAZIO AUTRICE
Le cose si complicano...
(Chiedo scusa per eventuali errori)



PASSO A DUE - Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora