Capitolo 29 - INCERTEZZE

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Anajise, riesce a trovare Julièn.
L' uomo, incredulo ma felice, non appena la scorge, salta giù dal letto per andarle incontro, senza pensare al suo amico Geoffròy, che lo era andato a trovare come ogni giorno.
Sentendosi di troppo, l' uomo, si allontana silente per lasciarli soli.

Desideroso di rivedere la bella dama dagli occhi viola, discende le scale pensieroso, ma si arresta di colpo quando la avvista intenta a salire. Senza pensare alle conseguenze, le si approssima per fare la sua conoscenza.

Intanto che Geoffròy, tenta un approccio con Madelèine, i due giovani innamorati, restano muti uno di fronte all' altra, mani nelle mani, occhi negli occhi.

« Anajise... Anajise, amore mio! Mi sembra un sogno averti qui... vedere il tuo dolce viso!» dichiara Julièn, senza staccare lo sguardo dalla sua donna.
« Julièn... Non appena ho saputo quello che avevi fatto... Mi sono sentita morire!
Ho pensato al peggio!» afferma Anajise, con gli occhi lucidi.
Mentre seguita a passare le sue mani sul viso di lui, notando che è pallido e scarnito. Circondato da una barba incolta.

Ma con lo sguardo sempre dolce, anche se gli occhi sono tristi.
« Non restiamo qui, qualcuno potrebbe vederci! Vieni seguimi! » prosegue l' uomo.
Julièn, la prende per mano, e insieme lasciano la stanza d' ospedale; evadendo anche la sorveglianza, che lo piantona.

Senza far trapelare niente a chi li incontra, i giovani, raggiungono la scalinata, che li porterà sulla torre della struttura.
Dopo quindici minuti, circa, ansanti e sfiniti, per l' estenuante ascesa dei gradini, giungono avanti il portoncino della torre.

Prima di accedervi, si fermano per riprendere fiato, sostenendosi alla parete rocciosa.
Quando avvertono il respiro normalizzarsi, varcano la soglia.
Successivamente, Julièn le prende il viso fra le mani, e dopo aver fissato lungamente i suoi occhi, le labbra si incontrano; in un appassionato bacio.

« Sapessi quante volte ho sognato questo momento, quando ero in prigione! Mi sei mancata tantissimo Ana
jise! Mi sembrava di vivere un incubo, in quel luogo lugubre e lercio... lontano da te! Mi chiedevo spesso, cosa stessi facendo senza di me! »

« Adesso sono qui amore mio! Anch' io ho sofferto senza di te! Dopo aver saputo, dalla mia domestica, che eri in ospedale, volevo vederti... sapere come stavi! Ma ora sei qui... Davanti a me!»
« Anajise... ti... ti sei sp-sposata?»
« Non pensiamo a questo adesso... Pensiamo a noi! Il tempo è tiranno, e noi ne abbiamo così poco per stare insieme!» La donna, cambia volutamente discorso, per non rovinare quei pochi istanti insieme.

« Hai ragione!» afferma Julièn.
Lentamente, accarezza il suo viso, fino a discendere al collo.
Con movimenti delicati, segue i contorni delle spalle, e nel contempo, anche la scollatura del vestito, fino a sfilarlo via completamente.
Aperto sul suolo, l' abito accoglie i loro corpi nudi, distesi, avvinghiati.
Bacino contro bacino, gambe incrociate, i due giovani, assaporano il dolce nettare dell' amore.

Subito dopo aver raggiunto la pienezza del piacere, e il culmine della passione, Julièn, tiene Anajise stretta a se, consapevole che fra pochi minuti dovrà lasciarla.
« Vorrei che il tempo si fermasse adesso, che tutto ciò che ci circonda ora, sparisse! Vorrei che fossimo soltanto noi su questo pianeta! Per non tornare più in prigione, e tu, per non tornare dal duca, e per non lasciarti più! Invece la realtà è ben lontana da questi dolci pensieri!» afferma Julièn, malinconico.

« E io vorrei non essere nata nobile, cosicché potessi sposare chi amo! Ma la vita ci ha giocato un brutto scherzo e il destino si fa beffe di noi! Non so se e quando potremmo rivederci, ma sappi amore mio, che non dimenticherò mai questi nostri pochi momenti. Non dimenticherò mai te! Ti amo Julièn! Oggi e sempre» comunica singhiozzando, mentre le lacrime rigano il suo volto.

Julièn, fissa i suoi occhi, che riflettono il tramonto che abita il cielo in questo preciso momento.
Occhi luminosi, dolcissimi e colmi di lacrime e tristezza.
Si rivestono silenziosi, mentre si odono soltano i piccioni che svolazzano via per trovare un posto, dove passare la notte.
Discendono gli interminabili gradini, tenendosi per mano.
Al finire della lunga scala, un ultimo bacio.
« Addio!» si dicono entrambi.

Anajise, corre senza voltarsi nemmeno una volta, lasciando Julièn, rimasto ad osservarla andare via, con il cuore spezzato e l' amaro in bocca.
Torna nella stanza, senza accortezza, come se non gli importasse di essere avvistato dalle guardie. Ma fortunatamente, nessuno lo scorge.

Anajise, è all' interno del carro, condotto da Marcèl, diretta a casa.
Dentro l' abitacolo della vettura, si abbandona in un pianto disperato.
Senza preoccuparsi dell' ora tarda, e se il duca si fosse già accorto della sua assenza. Ma solo il pensiero che la sua amica fidata possa avere delle ripercussioni, la affligge.
« Se ci andassi di mezzo io, non me ne curerei, ma Corinne non merita di essere punita, solo perché ha voluto aiutarmi.
Spero che il duca, non mi abbia cercata, in questo frangente di tempo, ne pagherebbe le conseguenze e non potrei perdonarmelo mai!»

Raggiunto il castello, Anajise, si precipita all' interno, cercando di non farsi scorgere da nessuno.
Per fortuna nessuno la vede rientrare, e velocemente entra nella sua camera.
Dopo aver chiuso la porta, piomba sulla poltrona, esausta.

Ma improvvisamente, sente bussare, alla porta, successivamente averla dischiusa, ecco apparire davanti all' uscio Corinne.
« Anajise! Siete qui! Sia ringraziato il cielo, stavo quasi per morire di crepacuore, ogni volta che il duca chiedeva di voi!» esclama afflitta.
« Ha chiesto di me? E voi cosa avete fatto?» chiede con apprensione.

« Rispondevo che stavate poco bene e che mi avevate chiesto di informarlo, che se vi foste ripresa, lo avreste raggiunto»
« Menomale! Grazie Corinne! Se non ci foste stata voi, non so proprio come avrei fatto! Grazie!»

𝘼𝙈𝙊𝙍𝙄 𝙄𝙈𝙋𝙊𝙎𝙎𝙄𝘽𝙄𝙇𝙄 (ℕ𝕦𝕠𝕧𝕒 𝕊𝕥𝕖𝕤𝕦𝕣𝕒) In corso Donde viven las historias. Descúbrelo ahora