Capitolo 15 AMORE CORRISPOSTO

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Nicolàe, si reca al mercato in incognito, a comprare della frutta per Anajise.
Giunto sul posto viene attratto da una bancarella, che offre le mele più rosse e succose di tutte.
Con decisione raggiunge il banco
all' aperto, chiede un sacchetto per inserire i frutti.
Ma quando si accinge a posare una mano sopra per agguantarne una, percepisce il tocco di un' altra mano sulla sua.
Alza lo sguardo per vedere chi ha osato commettere un simile oltraggio, ma quando incontra due occhi neri da cerbiatto, correlati da un nasino all' insù e una bocca rossa e carnosa, ne rimane piacevolmente sorpreso.

Il giovane è stregato dalla bella sconosciuta che dopo aver arraffato la mela, si allontana sorridendo sotto lo sguardo divertito dei venditori.
Per non farsela scappare la rincorre, la ragazza avvertendo la sua presenza, si gira al suo indirizzo esclamando:
« Cosa volete? Non starete rincorrendomi per la mela?! Non ve ne sono altre all' interno della cesta?»
Nicolàe, dichiara alla sconosciuta:
« Non è per la mela! Mi piacerebbe invitarvi a un ballo!»
Fingendo un turbamento, rimane a bocca aperta, proclamando ironicamente:
« Io monsieur? Siete sicuro di non avermi confusa con qualche altra donzella?»
Risoluto l' uomo afferma:
« Ne sono certo! E a voi che voglio porgere il mio invito... mademoiselle? »
Domanda Nicolàe per indurla a riferirgli il suo nome.
« Ambre!»

«Molto bene, mademoiselle Ambre, vi manderò una carrozza, alle otto in punto che vi condurrà alla mia residenza! Se adesso voleste fornirmi il vostro indirizzo!»
La donna, rimane basita per quanto le sta accadendo ma accetta volentieri
l' invito.
Nicolàe, le prende delicatamente la mano, sulla quale posa un bacio.
E si allontana.
Lei rimane silente a fissare quello sconosciuto dai modi galanti e mentre seguita a guardarlo pensa risoluta" Non ci andrò! Non significa niente il fatto che sia gentile... potrebbe essere la tattica di un nobile annoiato? ! Quando manderà la carrozza non mi troverà! Anche perché gli ho lasciato un falso recapito".

Nel frattempo, Julièn e Anajise, stanno passeggiando nel giardino del palazzo de Mercièr.
« Ho informato tuo padre dell' accaduto, ho intuito dalla sua risposta di essere molto contrariato. Probabilmente non gradisce che sua figlia trascorra dei giorni lontana da casa.
Però gli ho fatto sapere che appena guarita saresti ritornata!»
Anajise, che dapprima avanzava a passo lento davanti a lui, sfiorando con la mano i fiori che incontrava sul suo percorso, senza dire una parola.
Improvvisamente, volge lo sguardo indirizzandolo su di esso, rimanendo silente.
In quell' istante, l' uomo nota i suoi occhi colmi di lacrime che brillano, colpiti dai raggi del sole.
La ragazza gli dichiara:
« Non voglio sposarmi... non adesso... non con quell' uomo! Ti prego Julièn aiutami!»

Avanza approssimandosi a lei, stringendola forte fra le sue braccia.
La mano le accarezza la testa, il braccio le avvolge le spalle, il viso della ragazza accostato al suo petto.
L' uomo con lo sguardo rivolto al cielo le confida:
« Ascolta Anajise, io insieme a Nicolàe abbiamo ideato un piano, che se non fossi caduta in acqua e questo non ti avesse provocato la febbre; l' avremmo già messo in pratica e a quest' ora saresti lontana!»
Con sguardo indagatorio chiede:
« Lontana? Dove? E con chi?»
Julièn, non sapendo cosa risponderle, si ammutolisce guardando da un' altra parte.

La donna intuendo il suo imbarazzo, propone per tergiversare:
« Andiamo a fare una cavalcata!»
Julièn, la interroga indagando:
« Sei sicura?»
Lei, urtata afferma avanzando con passo spedito all' indirizzo delle scuderie e nel mentre sella un ronzino bianco:
« Certamente! Dai andiamo... o hai paura che io ti batta?!»
« Battermi? Mica dobbiamo fare una... Aspetta Anajise!»
Latra contrariato, mentre la donna monta velocemente in sella a uno dei cavalli delle scuderie per allontanarsi al galoppo.
L' uomo solerte e lesto, sella il suo destriero e cerca di raggiungerla.
Corrono in mezzo ai boschi, gli alberi soverchiati dalla velocità sembrano corrergli accanto.
Julièn, le urla dietro:
« ANAJISE! FERMATI!»
Lei si volta verso di lui con lo sguardo terrorizzato, latrando:
« NON POSSO, NON RIESCO A CONTROLLARLO! AIUTAMI JULIÈN!»
Mentre il cavallo prosegue la sua corsa senza arrestarsi un secondo.

Julièn, percependo che Anajise è in pericolo e troppo spaventata per tirare le redini e governare l' animale, adotta una manovra di salvataggio, un po' azzardata;
sale in piedi sulla schiena del quadrupede e quando è abbastanza vicino salta sull' altro cavallo, afferra la ragazza dalla vita trascinandola con se sul terreno.
L' uomo, per istinto affievolisce la rovinosa caduta, ammortendola con il suo corpo.
Ma il colpo gli fa urtare la testa con violenza fino a perdere i sensi.
Anajise, aprendo gli occhi incredula e stravolta, si accorge di essere sopra Julièn e che lui non si muove.
Atterrita, discende da lui e lo scuote, non ricevendo nessuna risposta e nemmeno una sua reazione, gli occhi le si riempiono di lacrime che le solcano il viso.
Sorregge delicatamente la testa, posandola sopra le sue gambe, attendendo che si riprenda, fissa il suo viso che le appare ondeggiante a causa delle lacrime.
Osserva la purezza dei suoi lineamenti.
" Non avevo mai visto Julièn da questa distanza, ho tutto il tempo per ammirarlo e...
La donna si china su di lui per far incontrare le loro labbra, ma proprio in quel mentre Julièn apre gli occhi domandandole sbigottito:
« Che fai?! Sei forse impazzita?»
Lei giustificandosi asserisce:
« Ma questa mattina in casa...»
Viene interrotta bruscamente dall' uomo:
« Sono costernato! M-Mi dispiace non so perché mi sono...»
Di rimando risoluta:
« Te lo dico io il perché? Perché tu ami me... non Madelèine! Ma ancora non te ne sei reso conto, oppure vuoi distaccarti da questo sentimento... per paura o per qualche altro motivo che adesso non riesci a comprendere»
Julièn, fissandola dichiara con titubanza:
« È colpa mia e del mio inconcludente bacio di stamattina!
Non voglio ti illuda, ma io sposerò Madelèine, perché la amo! Tu per me... sei come una sorella! Ti conosco da quando eri una bambina e...»
Si arresta di colpo quando volge lo sguardo su di lei notando che gli occhi sono pieni di lacrime, silente.
Da distanziato con le redini in mano ad approssimarsi a lei per afferrarla dalle spalle e baciarla con trasporto e passione, è un attimo.
Dopo un lungo e interminabile bacio, i due giovani si distanziano per riprendere respiro. Anajise lo fissa con espressione interrogativa, che lui percepisce subitaneo.
Piegando le labbra in un imbarazzato sorriso, le prende la mano per condurla a sedere sull' erba con le spalle poggiate sul tronco di un albero e lei con le sue, appoggiate sul suo torace, in mezzo alle sue gambe.
L' uomo le confessa con una nota di disagio:
« Hai ragione io non amo Madelèine e non la sposerò! Da qualche tempo avevo avuto il sentore di qualcosa che andava ben oltre l' affetto. Mi sono accorto di provare qualcosa di molto forte per te e volevo oppormi a questo amore. Ma ogni volta che mi venivi in mente io scacciavo il tuo pensiero, più lo distoglievo e più tornava ostinatamente accentuato.
Io ti amo Anajise e non permetterò a nessuno di portarti via da me... anche a costo della mia stessa vita!»
« Ti prego Julièn, dammi un pizzico per capire se sto sognando! Perché se è così, spero di non svegliarmi mai!»
Dichiara la donna, frattanto che posa il capo sulla sua mano.
« Non stai sognando, io ti amo e voglio sposarti. Non azzarderò il gesto di chiedere la tua mano! Dobbiamo fuggire lontano Anajise! La nostra vita cambierà radicalmente, per qualche tempo... o forse per sempre non sarai più la contessina de Gardìn e io non sarò più marchese e non avrai le agiatezze che hai avuto fino ad oggi!»
Con fermezza afferma la donna:
« Non mi importa! Avere te al mio fianco e sapere che anche tu mi ami, è più di quanto potessi desiderare!»
« Partiremo stanotte !»

𝘼𝙈𝙊𝙍𝙄 𝙄𝙈𝙋𝙊𝙎𝙎𝙄𝘽𝙄𝙇𝙄 (ℕ𝕦𝕠𝕧𝕒 𝕊𝕥𝕖𝕤𝕦𝕣𝕒) In corso Where stories live. Discover now