4. Gli eletti

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Kyra sgranocchiava cioccolato. Quando il giorno prima aveva messo nella borsa la barretta non avrebbe mai pensato di mangiarla veramente, eppure ormai sentiva che sarebbe stato l'unico modo per non saltare il pranzo.
Raccolse il manifesto che si era appena staccato da una bacheca davanti a lei: sotto al volto di un ragazzo dal sorriso orgoglioso una frase recitava: Harold Johnson, uscito dall'accademia ora è un assassino di prim'ordine.
"Buono a sapersi" pensò la ragazza.
Strappò il foglio e lo mise nella borsa, aveva trovato il lavoro perfetto per lei. Osservò il via vai di studenti confusi percorrere il corridoio e aspettare in coda il loro turno per scoprire la camera assegnata. Per quanto la riguardava non avrebbe mai sprecato il suo tempo a limarsi le unghie in una fila che non sarebbe mai finita, consumare minuti e fiato non le pareva la soluzione migliore, infatti aveva un piano. Percorse la sala camminando decisa, i tacchi degli stivali battevano insistentemente sul pavimento di ceramica, e si piazzò davanti alla fila.

Una ragazza grassoccia dai grandi occhi da cerbiatta e un nasino all'insù la guardava infastidita. Accanto a lei un grande cestino conteneva, incisi su cubetti di legno, i numeri delle camere. "Massimo quattro studenti per stanza" si poteva leggere su un cartello solitario che si trovava là vicino.
"Non posso permettere che Raven sia in una camera diversa dalla mia" pensò Kyra.
Sfoderò il sorriso migliore che avesse in serbo e si rivolse alla ragazza di fronte a lei:
<<Ciao cara, vorrei due numeri uguali per una stanza che decidi tu>>.
<<Devi fare prima la fila>> sputò una voce dietro di lei.
La biondina si girò col sorriso stampato in faccia. Un ragazzo dai corti capelli color del fuoco, lunghe ciglia scure e occhi magnetici la fissava con un'espressione disgustata.
<<Scusa non mi sembra di averti interpellato>> disse Kyra per poi girarsi e rivolgersi di nuovo alla ragazza che distribuiva le camere. Il suo nome era recitato da una etichetta attaccata al vestito: Kinsley.
<<Ha ragione il ragazzo, mettiti in fila come gli altri>> sbuffò la giovane.
<<La mia amica sta male e io non posso aspettare, la prego>> la supplicò Kyra con gli occhi. Kinsley si sarebbe arresa, ne era sicura. Seguì i movimenti della ragazza davanti a lei, un'espressione sconsolata aveva preso il posto della precedente scocciata, la mano si allungava mesta per prendere due quadratini di legno: aveva centrato il bersaglio. Un sorrisone si fece spazio sul viso della biondina, che alzò vittoriosa i numeri della camera. Si girò per osservare il ragazzo dai capelli di fuoco.
<<Theo stai fermo>> lo strattonò una ragazza minuta dalle lunghe treccine raccolte in nastri colorati.
<<Non è giusto>> il ragazzo arrossì di rabbia nel vedere che la biondina si stava avvicinando a lui. Kyra si chinò posando la mano al suo orecchio con un sorriso a trentadue denti: <<Sappi che ottengo sempre ciò che voglio>> disse, per poi mischiarsi con gli altri studenti e sparire tra le sale dell'accademia.

                                              ~
Raven stava osservando la sua immagine riflessa in un corridoio pieno di specchi: quella situazione la irritava. Pochi minuti prima una ancella le aveva indicato il quinto piano dell'ala maggiore. La sua camera era troppo lontana rispetto a dove si trovava, così aveva deciso di presentarsi direttamente nella sala in cui si sarebbe tenuta la cena di benvenuto.
Gli specchi appesi alle pareti attorno a lei sembravano non avere mai fine, era nauseata dalla sua stessa immagine. Arrivata all'ultimo riflesso rimase a bocca aperta.
L'immagine che aveva davanti le assomigliava parecchio.
Ma non era lei.
I lunghi capelli corvini scendevano morbidi sulle spalle, le labbra rosee avevano una dolce forma a cuore e i grandi occhi ambrati brillavano più che mai. La giovane ragazza del riflesso sorrideva tristemente. Un brivido percorse la schiena di Raven.
<<Mamma?>> sussurrò con voce rotta all'immagine riflessa nello specchio.

                                              ~                                                                                                               
Kyra aveva appena assistito ad un furto. O meglio aveva appena assistito al proprio furto di chiavi.
Era stato tutto così veloce che non aveva nemmeno avuto il tempo di capire chi le avesse appena sottratto l'unico modo per dormire in comodità. Rivolse un'espressione incredula ad una ragazza che passava lì vicino, certa che avesse visto anche lei l'ingiustizia che aveva appena subito. Currogò la fronte e si guardò le mani. Erano davvero sparite. Tirò dietro una ciocca di capelli e continuò la camminata come se nulla fosse.
Se avesse voluto una camera l'avrebbe ottenuta. Non le importava in che modo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 04, 2023 ⏰

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