Cap 22

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Gabriel

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Gabriel

Sentii l'incessante vibrare del mio cellulare, sintomo che mi stavano chiamando.

Aprii gli occhi, infastidito dalla lieve luce del sole che accarezzava il mio viso, passandomi distrattamente una mano sul viso, per risvegliarmi dal sonno interrotto.

Sospirai, allungando il braccio verso il comodino, mentre con l'altro tenevo stretto il corpo caldo e delicato di mia moglie ancora dolcemente dormiente, mentre leggevo sullo schermo il nome di uno dei miei uomini, che stavano di guardia intorno al perimetro della villa.

-Che succede Wyatt?-

Dissi con voce lievemente infastidita, mantenendo un tono di voce basso e autoritario, mentre notavo che erano scattate appena le undici.

Non era poi così tardi, ma amavo svegliarmi per conto mio e non da un vibrare incessante del mio telefono, ma sono il capo e questo era la prassi il più delle volte.

-Signore, ce qui un uomo che desidera parlarle, un cliente presumo.-

-Che cazzo ci fa a casa mia?

Come ha osato venire qui!?-

Ero completamente furioso, nessuno doveva osare venire qui.

Se volevano un incontro, fissavano un appuntamento al Paradise, e no a casa dove c'era la mia donna, cazzo!

-Accompagnalo nel mio ufficio e aspettatemi lì.

Lo hai controllato?-

-Certamente Signore è pulito.-

-Bene, sai dove condurlo.-

Dissi, chiudendo bruscamente la chiamata, mentre spostavo lo sguardo su l'esile corpo dormiente di mia moglie, cercando di fare meno rumore possibile, alzandomi dal letto, per farmi una doccia e vestirmi, per incontrarmi con il coglione che aveva osato a venire a casa mia.

Non lo avrei tollerato cazzo!

Venti minuti dopo, mi stavo dirigendo fuori dalla camera, non prima di aver lasciato un bacio sulla fronte di mia moglie e una carezza lieve sul suo ventre, sotto le coperte, per poi dirigermi fuori di li, per accogliere il coglione che aveva osato venire fino qui.

A nessun cliente era permesso di venire a casa mia, nessuno cazzo!

Chiusi la porta alle mie spalle, dirigendomi spedito davanti alla porta del mio ufficio, dove il coglione mi stava attendendo.

Aprii la porta, entrando, notando il mio uomo al fianco del coglione che si era permesso di venire a casa mia.

- Wyatt, aspettami fuori.-

Lo vidi abbassare la testa in segno di rispetto, mentre usciva fuori dal mio ufficio, lasciandomi da solo, con quest'uomo sulla sessantina, che non sapevo minimamente chi fosse.

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