6. Dogma.

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*

Non mi sentii le dita, la voce.

Tremai.

Non c'era arte in quelle mani macchiate.

Non c'era onore.

Non erano mani che sapevano dipingere carezze.

Non erano mani che suonavano sicurezza con la punta delle dita.

Erano mani che sapevano cose che non avrebbero dovuto fare. Mani che tingevano il sangue senza mietere alcuna pelle, che fosse di animale o umana.

Non avevo mai visto mani così sudicie di colpa, così aguzze da venderti lo sguardo a un macellaio.

Eppure quelle mani non avevano fatto niente, a me.

Erano mani che mi avevano mancato di rispetto, come figlio.

Braccia che non avevano abbracciato mia madre.

Non potevo più fingere che il tempo non scorresse e affogare in quella gabbia rinchiuso con gli squali.

Non c'era più la voce... di qualcuno che voleva fare rumore.

C'erano solo mille sciacalli e girarmi in torno per divorarmi, aspettando di trinciarmi e mutilarmi, come se ogni minuto diventassi più succulento.

E lui, con quello sguardo da finto stratega, cosa stava facendo?

Perché.

Perché?

Perché mi toccava sopportare?

Perché quando si doveva avere la forza di parlare, le parole non uscivano mai?

Sopportare era diventato un principio, una priorità, non più una scelta.

Lo ignoravo con tutto il mio interesse.

Ero diventato un granello di cenere che si spargeva nel vento, mentre lui era il fuoco che dirompeva l'aria e la fendeva col fumo.

Era un allarme che evaporava ad ogni sospiro che mi ritrovavo ad estirparmi dalla bocca. Odorando ogni fragranza di ostilità nella famiglia, discostavo i pensieri orribili, ma quegli scatti che avevo fotografato con le iridi, erano inchiodati in ogni cellula che mi componeva la mente.

Alle lame preferivo i sorrisi, che erano più facili da rifilare anziché spiegarne il dolore che nascondevano, ma ricevevo solo pugnali che graffiavano più tosto che affondare, perché le cicatrici facevano più male di un colpo netto che ti spegneva permanentemente.

Non c'era tranquillità, in quella storia, o almeno, nella mia.

Ma c'era tanta, tanta e tanta solitudine con così tanta colpa da riempirci un mare senza vita dentro.

Senza coralli colorati e barriere sott'acqua.

Senza Atlantide che si nascondeva chissà dove, senza pesci tropicali che nuotavano e tu per scorgerli dovevi voltarti all'angolo del sottomarino.

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⏰ Last updated: Oct 11, 2023 ⏰

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Under Life -Kiribaku-Where stories live. Discover now