Capitolo 6

367 42 8
                                    


I giorni passavano alla Yuei e Izuku non rivolse più la parola a Katsuki, neppure uno sguardo mentre l'altro non faceva altro che seguirlo con gli occhi in ogni suo minimo movimento.

Si era aspettato che da un momento all'altro il verdino tornasse da lui con la coda fra le gambe a chiedergli scusa per quel che gli aveva combinato e che era stato costretto a pulire prima che sua madre tornasse a casa, ma niente era accaduto di quello che si era aspettato e aveva continuato le sue giornate come se nulla fosse, aspettando.

«Mi stai ascoltando Katsuki-kun?» chiese la ragazza tirando il braccio del biondo per richiamare la sua attenzione.

«No, scusa. Stavi dicendo?» domandò lui distogliendo lo sguardo da una zazzera di capelli verdi qualche metro più lontano che stava ridendo gioiosamente insieme a Uraraka.

«Stavo dicendo che non mi stai prestando attenzione.» ribadì lei mettendo il broncio.

«Ho delle cose per la testa.» disse per poi staccarsela dal braccio e voltarle le spalle per andare verso la fonte dei suoi pensieri, ma Izuku che aveva ascoltato la conversazione fra Katsuki e la ragazza, si affrettò a prendere sottobraccio l'amica per portarla lontano dal corridoio, via da quello che era certo essere un disastro annunciato.

«Deku-kun vai più piano.> supplicò la castana una volta che furono abbastanza distanti, e urla nel corridoio dove avevano lasciato il biondo e la sua compagna che arrivavano fino a loro.

«Scusami Uraraka-san, ma avevo bisogno di allontanarmi» si scusò con un inchino il verdino mentre lei con le braccia incrociate al petto lo guardava incerta, dubbiosa sul fatto che avesse veramente chiuso quella relazione malsana che lo univa con il ragazzo esplosivo.

«Senti, sono veramente felice che ci hai messo una pietra sopra e che non ti vuoi più far coinvolgere da Bakugou, ma prima o poi dovrai affrontare il problema. Sembra che lui ti voglia parlare in questi giorni.»

«Non mi vuole parlare, vuole solo che ritorni a fare il burattino al suo servizio, oppure mi vuole picchiare per la storia del Katsudon.»

«Ancora non ci credo che gli hai versato il cibo in testa e te ne sei andato via senza essere saltato in aria.» disse lei con un sorrisetto, «Però sono convinta che prima o poi ci ricascherai, voglio che se dovesse succedere che lui ti richieda di riprovarci, tu ti ricorda di quanto sei stato male. Ok?»

«Credo di aver capito di essere stato solo l'amante della situazione e che lui non mi abbia mai voluto.» rispose Izuku fissando il pavimento con gli occhi che bruciavano per le lacrime imminenti che rischiavano di trasbordare.

«Sei una bellissima persona Deku-kun, devi solo rendertene conto.» lo confortò lei posandogli una mano sulla spalla prima che lui scappasse via, il pianto che ormai gli sconquassava il petto.

Ochaco provò a chiamarlo e a seguirlo, ma con il One For All attivo le fu impossibile raggiungerlo.

Il verdino nel frattempo si andò a nascondere nel bagno dei ragazzi all'interno del dormitorio, conscio che non vi fosse nessuno in orario scolastico.

Gli mancava Katsuki, gli mancavano i momenti felici che avevano condiviso, le carezze che si erano scambiati, i baci e il sesso che aveva praticamente sancito il loro legame, ma più pensava a quando erano stati insieme, meno gli venivano in mente attimi in cui l'altro gli avesse rivolto un sorriso sincero o in cui non stessero chiusi in una stanza lontani da occhi indiscreti.

Non erano mai usciti da nessuna parte insieme e la scusa era sempre la stessa, lei avrebbe potuto vederli e riferire il tutto ai suoi genitori.

Quante volte aveva accantonato i suoi desideri per seguire le regole assurde del biondo?

Quanto si era sacrificato nel loro rapporto?

Gli era mai stato concesso qualcosa in quella relazione che lo avesse fatto sentire veramente felice?

Era questo che si chiese mentre si risciacquava il volto dalle lacrime, sentendo un rumore alle proprie spalle che lo fece voltare di scatto.

Eyes don't lieWhere stories live. Discover now