Anch'io sono un gabbiano

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Filippo cena a casa mia, stasera. E cucina lui. Come spesso succede.

E' un talento ai fornelli e gli riesce tutto con una semplicità da grande chef.

Non frequenta l'alberghiero a caso.

Mia madre gli lascia le chiavi della cucina e si mette in salotto a disegnare con la mano buona.

Io faccio l'aiuto cuoco, gli passo quello che mi chiede, e cerco di mettere in atto un piano ben preciso, tra una cipolla e un mestolo.

«Fili, stavo pensando: perché non organizziamo una cena a casa mia, con la cricca?» dico. «Cucini tu, eh.»

«Per me non c'è problema. Ma se siamo in tanti faccio il chili, stavolta» dice, afferrando lo strofinaccio e controllando la cottura delle verdure nel forno.

«E se aiutassimo Elisa con Capitan Fra?» inizio a ordire.

Filippo scoppia a ridere.

«Guarda, Elisa se la cava benissimo da sola. Stasera andava a vedere l'allenamento della squadra di pallamano e domani va alla partita. Non molla il pezzo.»

«Sì, però, ascolta. Potremmo invitare sia la cricca che Capitan Fra. E quel suo amico, con cui spesso sta insieme, che poi non è suo amico, ma è suo fratello.»

«Ma che cazzo dici? Il capitano e il tipetto sono fratelli!?»

Tipetto. Occhio a come parli, Fili, che ti incollo al muro.

«Sì, fratellastri. Una storia intrecciata. Il tipetto, come lo chiami tu, è in gamba. Allora pensavo: invitiamo anche Capitan Fra, con il fratello, che dici? E spedisco mamma da zia Laura.»

«E quando vorresti fare questa cosa?» chiede girando il risotto e assaggiando.

«Anche sabato sera.»

«Guarda che sabato è domani.»

«Sì, lo so, ma possiamo provare a sentire.»

«Ok, ma tu hai confidenza col capitano? Perché io no. E poi è troppo grande. Non ci verrà mai. E metti che vuole fuggire da Elisa?» ride.

«Non lo so. Ma dato che ho conosciuto Alex, in questi giorni, posso provare a chiedere a lui.»

«Chi è Alex?»

«Il tipetto» dico.

Filippo fa alcuni movimenti tecnici con la pentola e poi dice.

«Ok, qui è pronto, dammi i piatti.»

Gli passo i piatti e porto a tavola.

«La signora è servita» dico a mia madre che si accomoda a tavola.

Indago per sapere se domani può lasciarmi casa libera e conferma che non ci sono problemi.

«Ma sappi che tolgo i quadri» dico. «Almeno quelli in cui ci sono io. Quindi tutti.»

«Fili, è divino!» dice mia madre assaggiando il risotto. «I quadri restano dove sono. Tanto i tuoi amici sono già stati a casa nostra, no?»

«No, non tutti. Quei quadri mi fanno fare la figura del narcisista. Fili, è proprio buono, eh!»

«E allora dai la colpa a quella squilibrata di tua madre. Le madri servono a questo, no? A prendersi tutte le colpe» polemizza.

Filippo assaggia anche lui il risotto e si lamenta che avrebbe dovuto mantecarlo meglio. In cucina è un perfezionista. Poi si alza, prende le verdure al forno e le porta a tavola col cesto del pane.

«Se vuoi trasferirti a casa nostra, Fili, sappi che per te c'è sempre un posto» ride mia madre.

Mentre i due si intrattengono, scrivo ad Alex.

"Ciao, sto organizzando una cena chili a casa mia, domani sera, con i miei amici. Tu e Fra verreste?".

Ma Alex non visualizza subito. Devo aspettare il caffè. Che faccio io,  con la moka, e mi viene pure buono.

"Ma cucini tu? + emoji con goccia di sudore".

"Per la fortuna di tutti, cucina Filippo + emoji che ride".

"Provo a sentire + pollice in su".

A fine serata, mentre io e Filippo rimettiamo a posto la cucina, facciamo il sunto delle adesioni:

Elisa, Francesca e Arianna (se ci sarà Capitan Fra)

Luca (se ci sarà Francesca)

Kevin (se ci sarà il chili ).

A mezzanotte, nella piena agonia dell'attesa, arriva il Messaggio:

"Fra mi ha chiesto se viene anche Elisa + emoji sottosopra".

"Sì".

Sento perfino il rullo di tamburi.

"Allora ti confermo che Fra viene. E quindi ci saremo + emoji che ride a grandi denti".

Se Elisa lo sa, sviene. Ma terrò per me questa informazione.

"Top".

Aggiorno la chat della cricca:

"Cena chili confermata con Capitan Fra e suo fratello Alex + emoji  triangolo giallo avviso".

Sono agitato, emozionato e mi viene a un tratto il pensiero di aver fatto una grossa cazzata.

Alex a casa mia. Cioè. Alex. A. Casa. Mia.

Me lo immagino girare per la camera e mi sento elettrizzato. 

Accendo la lampada sul comodino, mi guardo attorno. Cerco qualcosa di compromettente.

Libri impilati, racchette, tubi di palline. Tutto a norma.

L'unica cosa davvero compromettente sono i diari, che sono inaccessibili.

Sarò troppo ordinario, per lui? Tipo: troppo standard, normale, banale?

Un gabbiano come lui, cosa potrebbe mai trovarci in me.

Ma sono anch'io un gabbiano.

Decido che non può essere un caso.

E stasera mi addormento.



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