Dimenticato

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Dopo un sonno che sembrava averla abbracciata per un'eternità, Giulia riaprì gli occhi. Il mondo intorno a lei era familiare eppure stranamente distante. Mentre cercava di riacquistare la piena consapevolezza, qualcosa mancava. Non c'era la solita voce allegra di Maia, né la dolce sensazione di sua figlia che le abbracciava il cuore. Era come se un tassello fondamentale del suo mondo fosse misteriosamente scomparso, e un'oscura amnesia sembrava aver cancellato ogni ricordo di sua figlia.

Nessuna domanda su Maia sfiorò le sue labbra, nessun segno di preoccupazione o affetto per quella piccola creatura di sei anni che era stata la sua gioia. Questo silenzio da parte di Giulia era una conferma per la sua famiglia che temevano: Maia era stata dimenticata. Come se un misterioso vuoto si fosse aperto nelle loro memorie, rendendo impossibile recuperare qualsiasi traccia di quella relazione madre-figlia.

Con il passare delle settimane, uno a uno, tutti i membri della famiglia sembrarono essere afflitti da quella stessa amnesia. Un amaro rassegnarsi si impossessò di loro, e da quel momento in avanti nessuno fece più parola di Maia, nemmeno suo padre Charlie. Il suo nome era ormai tabù, e l'intero episodio che aveva sconvolto la loro vita sembrava essersi dissolto nel passato, come un sogno che svanisce al risveglio.
La Vita continuò ad andare avanti come nulla fosse successo.
La famiglia si prese un periodo di pausa da tutto approfittando dell'estate e si rinchiusero in Villa Trevor dove trascorrevano le giornate.
Era ormai abitudine che Victor si mettesse in biblioteca a leggere. James amava trascorrere tutto il tempo con i bambini. Ludovica amava passeggiare in giardino.
Giulia non riusciva a spiegarlo ma gli era nata dal nulla una passione per il tiro con l'arco, specialmente da quando Charlie non passava poi così tanto tempo con lei.
Dal ritorno dalla sponda del mai, anche se lei non lo ricordava e perciò era come se fossero tornati direttamente dalla guerra, lui passava la maggior parte del tempo a volare con il suo Drago. Non riusciva a spiegarlo ma era sempre arrabbiato, inquieto e nervoso. Sentiva che qualcosa mandava e chissà perché lo cercava volando nella foresta vicina a villa Trevor con il suo Drago.
Severus?
Beh lui aveva sempre amato il pianoforte e in quell'ultimo periodo gli si era dedicato particolarmente.
In quel momento stava suonando una canzone con Harry, visto che era andato a trovare la famiglia dopo il viaggio.

La famiglia però non aveva considerato una cosa. Ovvero che Draco non era mai entrato nella sponda del mai. Quindi non aveva dimenticato. Appena tornato a casa la famiglia gli aveva detto tutto ciò che era successo e gli avevano raccontato di Maia. Nei giorni seguenti però loro avevano dimenticato. Draco lo raccontò di nuovo solo ad Harry e insieme decisero di tacere sulla faccenda. Dopo tante vicissitudini, loro ritenevano che la famiglia meritasse pace e che quindi era meglio non sconvolgerli e affliggerli. Anche sapendo la verità, non sarebbero potuti andare a riprendere Maia comunque.

Harry però un po' si sentiva il colpa. Severus essendo il suo Solumate percepiva la sua tristezza e allora spesso gli chiedeva di accompagnarlo al pianoforte come in quel momento.

"Sev, sei davvero bravo. Hai mai pensato di scrivere qualcosa di tuo?"

Severus sospirò "una volta ho scritto qualcosa. Ma era tempo fa"

Senza che i due se ne accorgessero James era arrivato nella sala da ballo dove c'era il pianoforte e li sentì parlare.

"Davvero? E l'hai scritta per qualcuno? Me la fai sentire?"

"Frena moccioso! Stai calmo!" Disse ridacchiando Severus

"Eddai fammela sentire, ti prego."

"Va bene. Però stai calmo"

"Prima voglio sapere una cosa... l'hai scritta per una persona speciale?"

Severus timidamente annui

"Ohw! E per chi?"

Arrossendo severus lo guardò negli occhi.
"Ero ancora giovane, 20, forse 21 anni e l'uomo che amavo aveva scelto un'altra persona che era mia amica."

"E non glielo hai mai detto?"

Severus negò "mi odiava a quel tempo ... non  avrei mai potuto. E poi ... Non l'ho biasimato per aver scelto un altra. Poi è morto e io ho perso ogni occasione anche la più piccola. "

"Cantamela!"

Severus mise le mani sui taste e iniziò

"Ogni donna che arrivava
Dentro la sua vita non mi preoccupava.

Io contavo per lui di più
Fino a quando sei arrivata anche tu.

Quando io ti ho incontrato
Qualche cosa di diverso è cominciato

Ho scoperto, solo dopo
Che avrei perso io la posta messa in gioco.

È andata,
Oramai,
Oramai
Tutto è finito.
È andata,
Oramai,
Oramai
Tutto è finito

È te che ha scelto
Ed amato e non io.

Che invece non riesco
A dargli il mio addio.

Guerra, gloria e scoperta. Una ferita, sempre aperta.

Il mio vero potenziale: forte, preciso, sperimentale.

Chi sono io ora che lui non c'è?
Solo un'inutile peso enorme.

Tutto è finito e un senso non c'è.
Ma suo figlio ha bisogno di me.

È andata, oramai,
Oramai
Tutto è finito.
È andata,
Oramai,
Oramai
Tutto è finito

È te che ha scelto
Ed amato e non io!

Che invece
Non riesco
A dargli il mio addio.

Ancora
Non riesco
A dargli il mio addio"

Harry sorrise e lo abbracciò.
"Era per mio padre, è così? Dopo che lui è "morto" teoricamente "

Severus annui e Harry sprizzò di gioia.

"Si si ok, ma non dirglielo" disse Severus "o farà quel suo sorriso ebete e compiaciuto per i prossimi mesi, e poi lo dirà a Victor che vorrà anche lui canzone e sono quasi sicuro che vorranno fottermi sul questo pianoforte e penso proprio che Nimona non ne sarà così  entusiasta."

Harry si voltò e rise "tempo che sia tardi Sev"

L'uomo dai capelli corvini si voltò e vide James con un sorriso a 32 dente dietro di lui, seguito da un Victor che era arrivato in seguito e aveva sentito tutto.

Severus arrossì "sapevi che erano lì?"

Harry annui

"E non hai detto nulla"

Harry annui ancora

"Moccioso... Sto per ucciderti!"

Harry si grattò la nuca e si alzò dallo sgabello.
"Si beh... Io andrei. Primo, mio marito mi aspetta a casa. Secondo... Non voglio morire. Addio." E senza dire altro Harry si precipitò fuori la porta e con la scopa fuggì via.

Severus si alzò dal pianoforti e si avvicinò ai due uomini, con le braccia incrociate.

"Non fatevi venire strane idee!"

I due però non smisero di ridere e senza che Severus potesse fare qualcosa con un bacio appassionato lo spinsero fino alla camera da letto.

La genesi del tuo colore  [Threesome]Where stories live. Discover now