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Sveva
-Ludo ti muovi per favore- urlo alla mia amica nonché coninquilina da una stanza all'altra. Dobbiamo andare in università ma lei è come al solito in ritardo.
-Eccomi devo mettermi solo le scarpe- risponde lei urlando a sua volta. Scuoto la testa ridendo in modo nervoso -È da dieci minuti che devi metterti le scarpe, guarda che devi andare a lezione di letteratura classica non a ballare al Fiesta- rispondo sarcasticamente e dopo pochi minuti la vedo, finalmente, spuntare dal corridoio.

Noi due siamo come sorelle, ci conosciamo dal primo liceo e fin da subito abbiamo avuto un intesa particolare. Lei c'è sempre stata per me e io per lei. Lo scorso anno finito il liceo classico abbiamo deciso di intraprendere la stessa università a Roma, lettere classiche, e per viverci al meglio gli anni universitari siamo andate a vivere insieme. Non c'è stato un grande cambiamento, gli anni passati lei stava sempre da me e viceversa. Le nostre famiglie si conoscono e si vogliono bene quanto noi e non c'è cosa più bella di essere quasi una "famiglia allargata".

-Sve quanto manca?- mi sussurra per la terza Ludovica per la terza volta in cinque minuti -Posso continuare ad ascoltare? O devo continuare a risponderti?- le dico non alzando lo sguardo dal foglio. La sento sbuffare e iniziare a scarabocchiare sul suo foglio

-Ci hai capito qualcosa?- mi chiede sconsolata mentre torniamo a casa -Ho preso appunti, a differenza tua- dico guardandola male per scherzo -Comunque qualcosa ho capito, ti spiego tutto tranquilla- si avvicina a me e mi lascia un bacio sulla guancia. Ludovica è una delle persone più buone che conosco e sono tanto grata alla vita di averla accanto. Anche se lo studio non le risulta facile l'ho sempre aiutata e sostenuta e lo continuo a fare. Ogni volta che dobbiamo preparare un esame è sempre la stessa storia: noi due, pigiami, tisana e tante lacrime.

-mamma dimmi- sento la mia amica dire al telefono -oddio mi sono completamente scordata, scusami, arrivo- dice nel panico prima di attaccare e posare il telefono in borsa.
Le rivolgo uno sguardo dubbioso a cui non manca risposta -devo accompagnare Diego a una festa di compleanno di un suo compagno di classe, ci vediamo questa sera- mi schiocca un bacio sulla guancia -Ci vediamo questa sera Sve- si gira dall'altra parte e si incammina. Dopo qualche secondo mi sento chiamare
e così mi giro -Ah e mangia, mi raccomando-.
Le sorrido, mi giro per tornare a casa ed è un attimo che i miei occhi diventano lucidi.

Spazio autrice
Ciao amici, come state? Questo è il primo capitolo della storia

Un amore francese sotto il Colosseo -Nicolas Maupas-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora