CAPITOLO QUATTRO

14 2 1
                                    

RAVEN

⚠️VIOLENZA E MOLESTIA⚠️

Di solito quando lavoro è raro che mi mandino in psichiatra, ma oggi il destino ce l'ha con me. E il destino ha voluto che proprio quando entro nella stanza n°12 vedo passare affianco a me una massa di capelli rossi. Non può essere lei. Non qui...Ma non faccio nemmeno in tempo a formulare il pensiero che una voce che conosco benissimo irrompe nella stanza. <<Buongiorno, io sono Red Meadows, una nuova tirocinante. Il dottor Fisher mi ha chiesto di sostituirlo solo per dieci minuti, non vi preoccupate.>> In quel momento, lei mi guarda per un istante e nella sua espressione noto sorpresa e anche un po' di fastidio. Ma in un attimo sparisce e penso di essermelo immaginato.

A quanto pare siamo destinati ad incontrarci, piccola fiammiferaia. In un secondo sfilo il cartellino dal camice e lo metto in tasca senza farmi notare, prima di concentrarmi a visitare il paziente.

<<Una ragazzina? Ma per piacere! Nemmeno quell'idiota riesce a gestirci, figuriamoci tu. Se vuoi essere pagata basta dirlo, sarei molto felice di ricevere un bel lavoro di bocca da te.>> l'uomo fa un sorriso malizioso e si avvicina a lei per attorcigliare una ciocca di capelli di lei al suo dito, ma poco prima che la sua mano tocchi anche un solo capello di Red, sento l'uomo urlare di dolore. <<Perdonami, per sbaglio ti ho pestato un piede.>> con la coda dell'occhio la vedo sorridere, ma so benissimo che in realtà l'ha fatto apposta e non le dispiace affatto. <<Tu, piccola puttana! Mi hai quasi rotto un piede!>> dice l'uomo.

Tolgo lo stetoscopio dal petto del paziente -dopo essermi accertato che non ci sia nessuna anomalia al suo cuore- e lo avvolgo intorno al mio collo. <<il cuore sta bene, cerchiamo di non fingere malori che non abbiamo, ok?>> Rivolgo uno sguardo truce al paziente prima di raggiungere in due falcate quello che si sta avvicinando a Red con troppa aggressività, per i miei gusti.

In un secondo mi metto davanti a Red, afferro il braccio sollevato dell'uomo e glielo giro dietro la schiena. Ogni secondo tiro il braccio sempre di più affinché senta tutto il dolore. <<Dì un'altra parola scortese o toccala di nuovo e dovrai iniziare a pensare a come vivere senza un braccio, chiaro?>> l'uomo -che scopro chiamarsi Charles- scoppia a ridere e io tiro ancora di più il braccio. Inizia di nuovo a sbraitare, questa volta contro di me. <<Tu non puoi farmi del male. Sei un medico.>> questa volta è il mio turno di ridere. <<Vuoi mettermi alla prova? Conosco molti metodi, diciamo "accidentali", per uccidere un uomo.>> sussurro in modo tale da farmi sentire soltanto da lui.

Charles sgrana gli occhi e il sorriso da sbruffone scompare dal suo volto. Prova divincolarsi dalla mia stretta ma gli impedisco di farlo. <<Non ho sentito, è chiaro si o no?>> lui annuisce freneticamente e lo lascio andare. Il rumore di una cartella clinica sbattuta sul tavolo con forza mi ricorda che in quella stanza c'è anche Red. <<Charles, hai tre secondi per andare a sederti sul tuo letto e prendere le medicine che ti ho gentilmente portato, prima che questa cartella clinica vada a sbattere contro la tua testa e ti rompa anche l'altro piede.>>

L'uomo, non contento, comincia di nuovo ad inveire contro di noi. Dei, datemi la forza per non ammazzare questo scarto umano. <<Voi due siete dei pazzi! Dovreste esserci voi al posto mio!>> Nel suo scatto di rabbia prende i farmaci sul comodino e li butta a terra, i flaconi di medicine si aprono e il loro contenuto si sparge sul pavimento.

In quel momento, nello sguardo di Red intravedo una luce che non avevo mai visto dal vivo, una luce che urla morte. La vedo avvicinarsi a Charles, fermarsi nel punto in cui sono cadute le medicine e guardarlo negli occhi diventati di un verde molto più scuro. <<Alzati e raccogli quello che hai buttato a terra.>> <<Mai.>> un altro passo verso di lui. <<Ho detto...alzati, piegati a terra e raccogli le compresse. E, visto che ci sei, prendi la tua dose giornaliera. Con la lingua.>> la lingua di Red invece, è una lama tagliente e avvelenata.

RED [il mio dolore sei tu]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora