Capitolo 31: pernice dorata- 3°parte

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Neppure in quella situazione Marcello perse la calma

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Neppure in quella situazione Marcello perse la calma. Attingendo dall'esperienza pluriennale, su come uscirne da una conversazione spinosa con i nobili, trovò in pochi attimi le parole più consone da usare. Ripassò a mente i gesti da compiere e le frasi da pronunciare prima di dischiudere le labbra.

«Illustrissima contessina Rachele Merodi di Rebasco. Sono così tanto addolorato che non oso guardarvi negli occhi» esordì abbassando il capo mentre Ameo si trattenne dal ridere.

«Vi ho arrecato un'offesa inaudita tale da... » si fermò di colpo a parlarle simulando di singhiozzare « ...da vergognarmene. Così tanto che la mia anima non troverà pace finché non otterrà il vostro perdono» le sviolinò Marcello inginocchiandosi al suolo.

«Il vostro pentimento è sincero perciò accetto le vostre scuse. Potete rialzarvi» gli riferì compiaciuta. «Se Andrea è impossibilitato ad accompagnarmi, allora sarà il capitano ad avere l'onore di scortarmi all'interno del castello» lo pronunciò con un tono tale da sembrare un ordine e non una richiesta.

Tuttavia nessuna delle due guardie compì un singolo passo verso il giardino. Notando che Marcello incrociò le braccia al petto, la fanciulla lo fissò esterrefatta. «Che aspettate a recarvi in caserma per avvertire il capitano? Volete per caso che la mia famiglia recapiti una lettera di protesta al preside Nicandro?» lo minacciò sventolando un ventaglio estratto qualche secondo prima dalla tasca del mantello.

«Mi rincresce comunicarvi che anche Armando ha avuto un imprevisto» la informò schietto.

«Che tipo di imprevisto?» smise di oscillare il semicerchio di seta portandosi una mano sul petto in attesa di una spiegazione.

«È stato bersagliato da disordini intestinali molto intensi e terrificanti» intervenì Ameo notando il collega impanicato. «Tali da costringerlo a rimanere a letto» aggiunse nel respiro seguente proseguendo a parlarle. «Come potete udire voi stessa, stasera c'è parecchio trambusto. Le reclute hanno infatti approfittato della sua assenza per indire una festa in giardino. Se lo desiderate posso informarmi sulle condizioni di salute di Armando, e chiedergli se è in grado di scortarvi comunque» mentì con disinvoltura pur di evitare di importunare il suo superiore intento a tracannare vino a volontà.

La fanciulla scosse la testa fulminea. «Non occorre scomodarlo» impallidì al pensiero di essere contagiata dalla stessa malattia. «Mi vedo dunque costretta a rivedere le mie aspettative. Chi di voi due desidera accompagnarmi nel mio appartamento? Sono consapevole che è un privilegio stare al mio fianco perciò evitate di duellare in modo cruento.»

Si mise in disparte attendendo che i due uomini estraessero le spade dal fodero. Tuttavia i minuti passarono, ma le guardie non si mossero di un solo millimetro. Alla fine lo capì. Senza un congruo incentivo non si sarebbero mai scomodati per lei.

«Questo è un piccolo omaggio riservato a chi desidera accompagnarmi» commentò imbronciata lanciando per terra un sacchetto di monete.

L'immobilità dei loro muscoli svanì nell'attimo stesso in cui posarono lo sguardo sull'oggetto prezioso. Marcello scattò per primo protraendo un braccio verso il borsello. Ameo non fu da meno: con un singolo balzo lo sorpassò. Nonostante il vantaggio, in un battito di ciglia si ritrovarono in simultanea a sfiorare il borsello. Consapevoli che un singolo movimento delle dita avrebbe decretato il vincitore, si spintonarono senza sosta fino a quando uno dei due cadde al suolo. Fu a quel punto che la giovane guardia approfittò dell'improvvisa lentezza del collega per stringere fra le mani il contenitore di cuoio gonfio di Lunarie.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaWhere stories live. Discover now