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Avete presente i risparmi che mettevi da parte per anni?

Bene, quel fottuto CEO me li stava facendo finir tutti "veloce lo segua!" Esclamai dai posti anteriori del taxi indicando la Mercedes-Benz nera di quella faccia da coniglio, solo quell'auto sfoggiava il quanto fosse pieno di soldi! Mi doveva anche pagare il triplo dopo oggi "ma c'è il semaforo quasi rosso" disse "lo passi! È importantissimo!" E il tassista capendo quanto stessi diventando pazza lo sorpassò giusto in tempo, quando girava noi lo seguivamo fino a che non parcheggiò lungo i parcheggi della zona verde del parco alla riva del fiume Han.

"quanto le devo?" Chiesi cercando il portafoglio "50.000 W" rispose e non appena tirai fuori la carta lui mi avvicinò il pos, scioccata dal fatto di aver perso così tanto per un viaggetto di nemmeno venti minuti mi scioccò ma scesi da lì nascondendomi dietro un tronco d'albero e mi misi a osservare la figura alta dell'uomo che usciva senza fretta dal suo veicolo, avrei voluto bucargli le ruote, anzi, cosa che farò!

Mentre indossava con la stessa calma disarmante il suo cappotto lungo e costoso quanto del caviale sentì qualcosa sbattermi contro la spalla seguita poi da una voce femminile che conoscevo benissimo "che ci fai qui dietro?" Chiese Minji comparendo dal nulla più assoluto, era come un herpes, veniva quando non doveva!

"Minji nasconditi!" Le sussurrai mettendola dietro di me "ma chi è quel bel uomo! Sei fidanzata e non me lo hai detto?" Senza distogliere lo sguardo da lui risposi "ma va, semplicemente è il CEO della nostra azienda che mi ha licenziata!" Mi guardò dopo la confessione e sul punto di urlare come al suo solito si morse un pollice "come?" Sussurrò subito dopo "e lo stai seguendo? A che scopo?" Chiese subito dopo mettendosi ancora dietro di me mettendosi anche lei a fissare "gli farò pentire della sua scelta" risposi avanzando con lei dietro verso un altro albero mentre il CEO idiota se ne andava.

Sorprendente il fatto che anche se era vestito come un normale dipendente con camicia a cravatta riuscisse a spiccare così tanto tra tutta la folla, due cose non potevo negare, che era alto quanto l'agenzia della K-food e che fosse muscoloso quanto un canguro palestrato, ma per lo meno potevo ringraziare il mio angelo custode per avermi fatta crescere come una bambina quasi immatura, almeno potevo ribellarmi divertendomi!

"Seguimi e fai piano per ora" avvisai la mia migliore amica prendendola da un polso per poi immischiarci anche noi tra la folla e mantenendo una bella distanza iniziammo a seguirlo come se fossimo delle stalker "alla fine hai trovato qualche appartamento?" Le chiesi sapendo che ormai non ci poteva sentire "ho trovato qualcosina ma cercherò ancora. Invece di parlare di questo, si può sapere perchè ti ha licenziata?" Sorrisi quasi orgogliosa "gli ho dato del pelato ignorante in poche parole" lei non si trattenne più e scoppiò in una risatina isterica "e gli augurato che gli rubassero casa" mi guardò "moca si diceva derubassero?" Annuì "non ero in me okay?" A quel punto si fermò e si piegò in due dalle risate trasfornate in quelle acute e rumorose "io mi ritiro amica mia, seguilo da sola, avrete molto da discutere, o mamma sto piangendo" disse tra un singhiozzo all'altro, che migliore amica inutile, wow.

Mi girai accettando il fatto che avrei dovuto continuare da sola e quando lo feci vidi la sua auto sgommare via in tutta velocità "dannato!" Urlai subito dopo attirando l'attenzione di tutti i passanti, una che riderva a terra come una cretina e l'altra che imprecava come una ubriaca, fantastico direi "è per davvero un coniglio! Come ha fatto ad essere così veloce?!" Esclamai subito dopo sbattendo un piede a terra come una bambina, poi portai una mano sulla fronte e l'altra su un fianco guardandomi intorno come se qualcuno potesse aiutarmi, insomma qualcuno più pazzo di noi sicuramente "il suo assistente, sa di sicuro dove vive" avvisò Minji alzandosi da lì e la guardai "è la cosa più intelligente che tu abbia mai detto" le dissi e lei annuì.

Salutandola frettamente inziai a correre via senza nemmeno sentendo il freddo glaciale spacciandomi per una ragazza sportiva, nel mentre tirai fuori il telefono e chiamai mio padre "papà, tra i clienti c'è un uomo vestito con uno smocking blu scuro dalla faccia da gatto?" Chiesi notando che fosse giusto giusto l'ora di pranzo "aspetta che vedo" rispose e lo sentì muoversi "in effetti ce nè solo uno" avvisò "chiamami con la telecamera così vedo se è lui che voglio" fortunatamente lui lo fece senza fare domande e appena lo vidi sorrisi di soddisfazione "non farlo andare via da lì" gli dissi e lui spense la chiamata annuendo.

Appena entrai in negozio mi misi a cercarlo nella folla seduta ai tavoli intenti a mangiare e bere senza fine e lo beccai di nuovo mentre si degustava del kimchi, il mio per l'esattezza.

Corsi e mi sedetti davanti a lui "spero che le piaccia il mio kimchi" gli dissi con uno dei miei sorrisi falsi che ultimamente stavo sfoggiando più del dovuto "eccoti, devi sapere che io ho amato il tuo kimchi e sono ritornato qui perchè ti avevo riconosciuta in cucina. Purtroppo il mio amico è uno stronzo con tutti" spiegò e io annuì "talmente stronzo da licenziare? Wow è molto più che uno stronzo allora, ho davvero bisogno di quel lavoro" gli spiegai e lui fece un morso di pollo "li fai te?" Lo guardai "solo di sera, dovrei essere a 'lavoro' ora in teoria" dissi e lui ridacchiò "si vede che il tuo pollo è più croccante" gli sorrisi grata guardandomi le mani sulle ginocchia "potresti aiutarmi?" Gli chiesi e lui pulendosi le mani con un pezzo di carta tirò fuori il suo telefono da una taschina dentro il suo cappotto, ci giocò per qualche minuto e lo poggiò acceso sul tavolo facendomi l'occhiolino "ma che bontà questo pollo! Wow" scattai una foto allo schermo e nel frattempo memorizzai anche il numero del CEO con tanto di indirizzo di casa "ti ringrazio tantissimo" dissi sorridendogli mentre stringevo il telefono tra le mani "spaccagli il culo per aver lincenziato il lingotto d'oro della K-food" lo guardai "aspetta avevi detto che era un tuo amico?" Chiesi e lui annuì mangiucchiando un dischetto di radicchio giallo "esatto, più migliori amici in realtà" rispose riprendendo di nuovo il telefono tra le mani digitando quà e là e me lo rimise davanti, capì che sta volta era il suo di numero "salvatelo e contattami ogni volta che avrai bisogno, giorno o notte che sia" gli sorrisi ancora di più e lo ringraziai raggiante mentre salvavo il suo numero nella rubrica.

Ora che anche il suo migliore amico era dalla mia parte ero invincibile!

Speravo...

Così uscì da lì e ritornai in azienda per recuperare il mio cappotto.

La sera arrivò e stavo seduta su una panchina piazzata proprio davanti all'enorme cancello della villona di quell'ignorante pieno zeppo di soldi. Il freddo mi stava facendo diventare un cubetto di ghiaccio a furia di starmene ferma e seduta là sopra.
Mi guardavo a destra e a sinistra varie volte accertandomi di poter trovare lui o almeno la sua auto, ma senza successo ovviamente, mi beccavo solo occhiataccie dai suoi vicini di casa alquanto ignoranti e schifati dalle persone normali tipo me. Ma oltre a questo erano ore dove mi sentivo osservata e mica da loro, tirai fuori il telefono e guardai l'ora, era sera e il sole stava tramontando più il negozio doveva aprirsi tra poco e per non destare sospetti avevo chiamato i miei mentendo sul fatto che avrei fatto qualche ora di straordinari, anche se ero licenziata, ma questo ancora non lo sapevano e mai l'avrebbero saputo.

Mi rannicchiai pensando che forse sarei morta lì ma sentì un altro cappotto più pesante e caldo poggirsi sulle mie spalle, una folata di calore mi avvolse in un secondo e mi alzai di scatto pensando che forse ora mi stavo davvero trovando in un paradiso alternativo "sei cocciuta signorina Park" sentì dire dalla bocca del CEO, mi girai in sua direzione senza far cadere il cappotto e lo guardai meglio, il cappotto dello smocking gli fasciava ogni singolo muscolo che si ritrovava, dovetti alzare anche di molto la testa per poterlo guardare in faccia.

Gli stessi due piercing argentati luccicavano uno sul labbro e l'altro sul sopracciglio, il naso leggermente più grande ma sempre perfetto gli donava un'armonia tenebrosa comparata all'espressione seria e dura, gli occhi invece avevano una forma sempre a mandorla ma molto più grandi e rotondi mentre le labbra erano schiacciate tra di loro in modo stretto mentre si aspettava una mia reazione "non sa quanto" risposi alla faccia da coniglio ma lui senza dire o fare altro mi sorpassò come se fossi un cagnolino che voleva giocare tra le sue gambe e cercò di camminare indisturbato via...

Korean chicken restaurant ~Jeon Jungkook~Where stories live. Discover now