Capitolo 4 - Vortice di follia

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«"Io non credo nella follia pura
perché anche la follia
ha la sua ragione.
Se uno diventa pazzo
è sempre perché qualcuno l'ha fatto diventare pazzo."»

«Il pezzo mancante del mio puzzle, sperduto ormai da tempo, è ritornato finalmente alla sua legittima scatola assieme ai suoi altri compagni e con questo, posso cominciare a costruire il rompicapo che da tempo aspettavo di iniziare.»

Erano passate ormai diverse settimane da quell'incontro fatale avvenuto dinanzi a quella meravigliosa statua all'interno del museo...
I giorni erano passati così velocemente che ormai le giornate iniziavano ad accorciarsi e il sole si spegneva molto prima, lasciando che l'oscurità colorasse il cielo. Il clima iniziava anche ad essere molto più rigido e freddo.
Il cielo rannuvolato e colorato di un grigio spento ma ravvivato dalla luce filtrata del sole che faceva capolino coi suoi deboli raggi da dietro alle nuvole grigie, che si mostravano imponenti e quasi dominatrici nell'immenso manto grigio che sormontava le teste di tutti e di ogni cosa.
La nebbiolina mattutina copriva i profili delle case e delle strade, rendendo i bordi di queste più offuscate e poco nitide e le loro sagome divenivano come delle semplici ombre nascoste, la cui loro forma originaria era solamente un ricordo.
L'aria fredda punzecchiava i visi delle persone e andava a intorpidire le loro articolazioni, insinuandosi anche sotto quei molteplici strati di vestiti che venivano indossati in modo da proteggersi da quel gelo così tagliente quasi come lama di coltello affilato.
Respiri condensati apparivano come piccole nuvole e sparivano in un batter d'occhio dalle labbra, dalle narici di coloro che s'affrettavano a camminare per le strade, in modo tale da arrivare in un luogo dove potessero riscaldarsi e risentire la sensazione di caldo pervadere i loro corpi freddi.
Suoni di tacchi, tacchetti e suole di scarpe echeggiavano sul marciapiede e alcune di queste scivolavano per via delle strade che iniziavano a mostrare i primi accenni di sottili lastre ghiacciate, che andavano ad allisciare i ciottoli della strada, creando come una piccola cupola protettiva su di loro.
Gli zoccoli dei cavalli che trainavano le diligenze rimbombavano e al contatto diretto degli zoccoli con le piccole lastre, piccoli pezzetti di ghiaccio saltavano in aria e si disperdevano sulla superficie stradale come frammenti di molteplici specchi rotti.
Il fumo che usciva dalle varie cime dei camini dei diversi edifici, segno che vi era la presenza di un camino che riscaldava l'abitazione e l'edificio dal freddo.

E, proprio in quelle fredde strade di Roma, la figura slanciata del giovane si faceva spazio fra i passanti e fra le dame, che coperte in vestiti di alta moda, lasciavano che qualche sguardo curioso si allungasse e prolungasse la propria sosta maggiormente sulle loro figure.
Camminava con passo spedito, ma che non trascendeva mai dalla sua eleganza e galanteria nel suo modo di porsi e infatti, per via anche del suo bell'aspetto, attirava molto l'attenzione dei passanti e soprattutto di giovani dame. Ma a lui di loro proprio non interessava niente.
Continuava a passeggiare, con passo sostenuto, per le strade di Roma, non badando molto alle altre persone che lo circondavano e si diresse verso quello che era a prima vista un edificio trasandato, dimenticato un po' dagli occhi di tutti e un po' dal mondo in generale.

Di primo impatto, si presentava davanti all'esterno come un semplice edificio, dalla muratura consumata e con diverse crepe su tutta la superficie. Il materiale di cui era fatta era mattone, colorato di un peculiare rouge-noir scuro, che quasi appariva nero con sfumature di un rosso intenso, ormai però sbiadito in alcune parti per via del tempo trascorso e dei diversi agenti climatici che nei trascorsi delle giornate avevano molto influito. Il tetto scuro era mancante di qualche mattonella e il grande camino spesso in mattoni fumava in sommità di questo, con le sue crepe dovute agli anni e con qualche zona decorata da germogli di erbacce e di piccole pianticelle.
Il giovane si fermò un momento dinanzi al portone in legno spesso, colorato di un meraviglioso marrone scuro, che andava in contrasto col colore del pomo della maniglia in ottone e con quello del battente del medesimo colore dalle fattezze di una testa di leone, la cui bocca era aperta e ospitava un cerchio spesso che veniva utilizzato per bussare.

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⏰ Last updated: Nov 12, 2023 ⏰

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