°• Ashley •°
Presente. Una mattina di giugno.
Esco di casa sistemando lo zaino sulle spalle e infilo il cellulare nella tasca dei jeans. Respiro a pieni polmoni e l'aria fresca di questa mattina raggiunge con prepotenza le parti del corpo lasciate scoperte dai vestiti.
Sfioro il ciondolo a forma di farfalla che pende dal mio collo e mormoro il mio mantra quotidiano come una sorta di preghiera: «Volerò sempre leggiadra come una farfalla.»
Fa già molto caldo a New York, ma uscire molto presto mi regala una ventata di respiro e ne faccio scorta per il resto della giornata.
Mi dirigo a piedi verso la fermata della metropolitana, che dista solo cinque minuti a piedi dall'appartamento che condivido con Claire, la mia migliore amica e collega: insieme lavoriamo alla Starfish, una delle maggiori aziende di comunicazione di New York, in qualità di graphic designer.
Anche se facciamo lo stesso lavoro, Claire è una dormigliona e il nostro contratto è flessibile dal punto di vista dell'orario, quindi lei arriva sempre almeno una o due ore dopo di me. Io invece non riesco a dormire molto, ho la testa sempre piena di pensieri e amo cominciare a lavorare quando non c'è quasi nessuno in sede per godermi la tranquillità di un bel caffè in silenzio e mantenere calmo il mio animo inquieto.
Raggiungo la stazione della metropolitana e scendo verso la banchina, dove ci sono alcune persone ad attendere. È ancora presto per l'ora di punta, e questo è un altro motivo per cui amo uscire presto la mattina: la possibilità di non sentirmi oppressa dalla calca. Mi sistemo sempre vicino alle porte, in modo da respirare quel filo d'aria che passa attraverso le fessure, e chiudo gli occhi per quei venti minuti circa che mi separano dalla meta.
L'edificio che ospita la mia sede di lavoro è un palazzo di undici piani su Lexington Avenue, interamente ricoperto da mattoni rossi e grandi vetrate che si affacciano sulla strada. Adoro questo posto, ormai ha il profumo di casa, inoltre la vicinanza di Central Park mi porta sempre a scoprire la natura durante le mie pause pranzo, quando Claire perde tempo a smanettare con i suoi profili social e io preferisco immergermi nella vera bellezza.
Entro nella hall e timbro il mio badge nei tornanti d'ingresso. Saluto Samantha, la ragazza che si trova all'accettazione e con la quale scambio sempre qualche parola al mattino. La gente tira dritto, la tratta come se fosse uno zerbino e non una persona in carne e ossa.
«Tutto bene, Ash?» Mi chiede con un sorriso a trentadue denti, come ogni giorno.
«Tutto bene, Sam, sembra una bella giornata. Non trovi?»
Annuisce e mi saluta di nuovo, poi mi dirigo verso le scale, appena dopo gli ascensori. Salgo i sette piani a piedi che mi tengono allenata meglio di una palestra, dove non ho il tempo (né la voglia) di andare, e finalmente sono nel mio mondo.
Le finestre dell'ufficio si affacciano su un piccolo parco giochi poco oltre la strada. Dalle grandi vetrate entra molta luce, la sala è grande e siamo in sei a condividerla, tutti graphic designer. Attualmente ci sono soltanto Roy, sepolto nel suo cellulare, e Janet, intenta a farsi un selfie in una posizione assurda.
Nonostante abbia ben poco da spartire con la maggior parte dei miei colleghi, sono orgogliosa di lavorare qui, è il mio sogno e sono sempre di buonumore quando riesco a confrontare la mia creatività insieme alle persone di cui sono circondata.
Ed ecco che la grassa risata di Roy mi spezza in due, riempiendo la stanza di un grugnito davvero sopraffino. Magari ritratto quello che ho detto poco fa.
Mi dirigo verso la mia scrivania e getto un'occhiata alla foto accanto al computer, come ogni giorno: ci sono i miei genitori che si guardano sorridendo e io, a cinque anni, sulle spalle di mio padre. Eravamo felici e spensierati, la vita allora sembrava perfetta. Penso che sarebbero fieri di me, almeno per avere realizzato il sogno della mia vita. Ogni settimana vado al Saint John's Cemetery per raccontare loro cosa mi è accaduto in quei giorni, le mie prospettive per il futuro, cosa ho mangiato. Non che alle loro tombe importi, dopotutto, ma compiere questo gesto me li fa sentire più vicini.

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La Teoria del Caos
ChickLitAshley lavora come graphic designer in un'importante azienda di comunicazione di New York insieme alla sua migliore amica e coinquilina Claire. Il sogno più grande di Ashley è quello di diventare Art Director, e quando l'opportunità di raggiungere q...