4 Giugno
Il clima temperato mi riempie le arterie, mentre un vento gentile mi solletica il volto e m'attraversa il corpo d'un fresco torpore
Disteso sul mio letto, respiro piano per non far rumore, e mentre una goccia lenta mi scava gli occhi portando con se dolori e paranoie, mi par di galleggiare fissando il mio soffitto, il mio cielo, e tutte le immagini che lo vanno a comporre
E mi chiedo se anche il tuo, sia noioso come il mio
Dalla finestra, il batter della pioggia mi tiene compagnia, e scandisce il tempo come una poesia
E più passa, più mi sento vuoto, senza neanche un sogno
Che appaiono distati i giorni in cui scrivevo per rilassarmi, come fossero passati anni dall'ultima cantica, dall'ultimo sfogo indegnoCosì, mentre sento quella splendida melodia, invidioso, con me tento di portarla via, di comprenderne i versi per replicarli ed infine, vantarmi degli stessi
Frustrato, m'alzo di scatto e mentre la testa gira, vago per le stanza tirando linee su frasi incapaci di descriver un qualcosa, che credo d'esser ancora in grado di sentire
Ma la realtà è che non ricordo l'ultima volta, in cui ho visto la mia anima ballareLa realtà è che mi sento vuoto e senza niente da dire
La realtà è che mi sento solo e non lo riesco ad accettareDunque incolpo questo mondo
che non è in grado di darmi ispirazioneMa son testardo, e dopo una breve pausa ci riprovo ancora, e ancora finisco per fallire
Furioso, pongo due seggiole una di schiena all'altra e sedendo parlo col mio cuore e minacciandolo, l'obbligo a scrivere versi d'amore
Ma tace
Quindi insisto ed alzo la voceMa ricevo solo altro silenzio, ed il senso di colpa m'invade
Perché dimentico che lui non è qui con me, ma ancora nel cielo in qualche dove a danzareCosì, gli chiedo di tornare
Con un sospiro mi scuso, e abbassando il capo gli sussurro parole gentili, ma frettolose
Divago parlando del tempo e di sciocchezze varie, del più e del meno e dell'amor corteseGli domando come stia, della vita e di ciò che ne rimane
Com'è il tempo lassù, e chi ci rimaneIl tutto con leggera amarezza, che l'etica e la logica tolgono ogni romanticismo
Finendo per sminuire il profondo, coprendolo con uno sporco velo di cinismoE mentre mi scuso, un ricordo mi sorprende
Il ricordo della volta in cui litigammo per una stupida storia, e furioso, iniziò a tuonare, vomitandomi addosso tutta la rabbia ch'era stato capace d'accumulareLa rabbia per quelle anime, due fra tante
Una con l'ardore del definirsi speciale e l'altra, davvero taleLa storia mia, e del mio Saturno, il mio astro dalle adorabili sfumature
"Ed oggi torneremo insieme nel luogo
Dove hai imparato a sognare"Mi disse
Ma preso dallo sconforto, criticai le sue parole, coprendole col banale"Sognare"
Gli dissi"Null'altro se non, un, fenomeno psichico
legato al sonnoIn cui, il soggetto, percepisce immagini e suoni
riconosciuti come realiQuanta banalità"
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Aedo
Short StoryLe storie di un'instancabile viaggiatore, che vive solamente, per raccontarle