cigarette out the window

remember me

sentii un blocco allo stomaco.
<ti vedo in gran forma. come mai da queste parti?>
<volevo solo prendere da mangiare>
<ah ora rispondi mh? e tutti quei messaggi?>
<senti jisung, ora non ho voglia di discutere. ci vediamo>
mi girai e mi incamminai verso le casse.
<quindi ora la colpa sarebbe la mia.>
il sangue mi salii fino al cervello e lo spinsi contro uno scaffale tenendolo fermo.
<non è colpa tua eh?! sentiamo chi è che ha detto a jyp che fumavo e mi stava facendo rinchiudere dentro un centro per drogati. avanti jisung, dillo.> gli stavo urlando contro con tutta la mia rabbia.
<dillo, jisung!>
la rabbia mi offuscava la vista, non vedevo quasi più niente.
mi allontanai da lui e mi portai un braccio sugli occhi.
<hai ragione, minho>
<so di avere ragione.>
ritornai verso le casse dove riuscii a pagare e tornare a casa.
mentre rientavo guardai la cassetta postale e ci trovai una lettera proprio da parte di jisung. era datata 23 ottobre.
rientrai a casa, mi misi sul divano e aprii la lettera.

minho,
dove sei? sono giorni che ti cerco e non ho tracce di te.
mi dispiace da morire per la cazzata che ho fatto, non pensavo che fosse un problema dirlo a jyp.
eppure quando le tue urla urtarono il mio viso l'unica cosa che sono riuscito a fare dopo fu piangere. piangere tutte le lacrime che avevo dentro. rimangiarmi le mie parole che adesso mi hanno portato via da te.
mi sto sforzando ad essere più sciolto nel ballo e più bravo nel canto. seguo i tuoi consigli.
non so se questa lettera mai ti arriverà ma comunque grazie mille per tutto.

han jisung

quelle parole non mi fecero tenerezza, ma mi fecero un gran male.
mi ricordava la lettera di scuse che scrissi a mia mamma per avermi preso a botte perché non ero andato a prendere un asciugamano in tempo.
ripiegai la lettera e mi misi allungato.
sentivo un peso sul petto che non riuscivo a togliere.
chan era in galera, avevo litigato con jisung, non potevo più farmi vedere da jyp. la vita stava andando una merda.