Sei un bugiardo

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Erano tutte bugie. Tutte quante. Erano sempre state solo quello.
Alexander che la bacia. Alexander che la fa sua e la strinse a sé come se fosse la cosa più importante del mondo.
Il cuore si Violetta non resse a quella confessione. Non riusciva a credere, non voleva credere che l'uomo che amava da tutta la vita le avesse mentito in quel modo.

L'aveva guardata negli occhi un'infinità di volte e aveva avuto ogni occasione per dirle la verità.

Eppure, il suo Xander, non lo aveva fatto.

Violetta scappò via da quella stanza, da quell'ufficio, da Jordan.
Scappò via e sentì mancarle il respiro. Era troppo. Tutto quello che aveva sentito, tutto quello che aveva vissuto, era troppo. Talmente tanto da non riuscire a gestirlo.

Sentì la voce di Alexander chiamarla una volta, due, tre, fino a perdersi nel lungo corridoio che la separava dall'esterno della casa.

Non sapeva neanche che cosa stesse facendo, né dove stesse andando. Ma voleva stare sola, ne aveva bisogno.

Una grande mano le circondò il polso arrestando la sua corsa. Violetta non ebbe bisogno di voltarsi per capire chi fosse.

«Lasciami andare.»
«Fiorellino...»
«Lasciami Alexander, vattene.»
«No, cazzo. Non me ne vado. Voltati.»

Violetta non si mosse neanche di un millimetro e allora fu lui a voltarla.
Faccia a faccia. I loro corpi erano vicini eppure le loro anime sembravano distanti anni luce in quel momento.

«Guardami.»
«Sei un bugiardo.» disse lei sottovoce ma lui non se ne curò. Aveva bisogno dei suoi occhi.
«Guardami, fiorellino.» insistette.

E quando anche in quel caso lei non si mosse le afferrò il mento con le dita e in quel momento il suo cuore si sciolse completamente alla vista delle sue lacrime.

«Mi hai mentito.»
«Non l'ho mai fatto, fiorellino. Mai.»
«Mi fai schifo, Xander.»

La presa sul suo mento aumentò, si fece più forte e Violetta sospirò, ed emise un gemito roco.

«Io invece ti amo. Ti amo da impazzire.»
«Non è vero.»
«Ah no?»
«No. Se mi amassi davvero, mi avresti raccontato tutto. Tutta quanta la verità. Invece ti sei nascosto dietro un niente. Hai preferito mentirmi.»
«E che cosa avrei dovuto dirti per dimostrarti il mio amore? Eh?» l'altra mano scese a stringerle il fianco «Che cosa avrei dovuto fare che non ho fatto già? Non potevo dirti del contratto, non spettava a me farlo. Ma sai cosa? Ho fatto molto di più, fiorellino. Ti ho marchiata, ti ho fatto mia. Perché è questo ciò che sei: sei mia.» ringhiò a un soffio dalle sue labbra.

Violetta tremava. Scosse di brividi si irradiarono per tutto il corpo sconvolgendola.
Le parole di Alexander la confusero ancora di più e la rabbia aumentò.

«Che illuso che sei, Xander. O forse stai continuando a fare quello che ti riesce meglio: mentire.»
«Ma di che cazzo parli? Sei arrabbiata e lo capisco ma...»
«Io non sono arrabbiata. Sono delusa, schifata dal modo in cui sono stata usata. Da tutti quanti in questa storia. Mio padre, Jordan, e persino tu.»
«Non ti permetto di dire simili stronzate, io non ti ho mai usata. Io ti voglio, cazzo.»
«Tu mi vuoi scopare, Xander. Questo è ciò che hai fatto.» replicò ancora lei piangendo «Perchè quando sei venuto a letto con me, sapevi già che ero destinata a un altro.»

Alexander la strinse più forte e la mano che finì a qualche secondo fa era sul mento scivolò indietro sulla nuca.

«Tu sei destinata a me, fiorellino. Non permetterò a nessun altro di averti. Forse non ti è chiaro.»
«Smettila di dirlo. Smettila!» urlò cercando di scansarsi dalla sua presa ma lui glielo impedì.
«Tu sai meglio di me come vanno queste cose. Sai meglio di me che l'unico modo per non onorare il contratto tra due famiglie è quello di disonorarle entrambe e dare inizio a una guerra.»

Alexander tacque.

«Io ti amo, Xander. Io ti amo davvero. Non tu, io. Io sarei disposta a fare tutto per te. Ma non posso permettere che la mia famiglia rischi la sua stessa vita per me.»

In quel momento quelle parole scivolarono fuori con dolore.

«Se solo avessi saputo prima...»
«Che cosa? Mm? Che cosa avresti fatto?»

Si guardarono negli occhi per un lungo momento.

«Non mi sarei mai avvicinata a te, sapendo che sarebbe dovuta finire. Sei stato il mio amore, Xander.»
«L'unico.»
«Forse.»

La mano di Alexander si intrecciò con i capelli di lei, tirando leggermente.
Le loro bocche si sfiorano ancora.

«No. Non forse. Sono l'unico. E lo sarò sempre. Tu sei mia. Appartieni a me.»
«Non sono tua. Lo sapevi. Lo sapevi già e hai permesso che entrambi arrivassimo a questo punto. Che cosa mi rimane adesso eh? Niente. È tutto finito.»
«Non è finito un cazzo!» ringhiò sulla sua bocca.

Ma lei si scansò, proprio quando lui stava per baciarla.

«Violetta, non farmi incazzare adesso. Troveremo un modo. Io, lo troverò. Tu non lo sposerai.»
«E io non voglio più stare con te. Non dopo tutto questo, Xander.»

Alexander irrigidì la postura, le spalle, si allontanò di poco da lei e chiuse le mani a pugno.

Si guardarono per un lungo momento in silenzio mentre Violetta aveva ormai smesso di piangere. C'era sempre rabbia nei suoi occhi, delusione, paura per quello che non conosceva ancora ma era chiaro quanto il giorno tutto quello che provava per lui.

«Hai bisogno di tranquillità adesso. Non voglio interferire. Ma sappi una cosa, fiorellino: tu sei mia. Quindi vedi di ficcartelo bene in quella tua testolina che sta pensando un po' troppo cazzate al momento.»

Il suo cuore batteva a un ritmo irregolare e più Alexander le ripeteva che era sua, più lei si sentiva completamente, perdutamente sua.
Ma adesso c'era il contratto e lei si sentiva più persa che mai.

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Buonasera a tutte! Non mi dilungo perché vi aspetta subito dopo un altro capitolo 🖤

Vi abbraccio,
Nina🖤🖤🖤

Rapita da un amore impossibileWhere stories live. Discover now