6. Ad un respiro di distanza

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Ti voglio ad un respiro da me
-J

«mi sono fatta degli amici a scuola» ero felicissima di questa cosa, con i miei migliori amici lontani non era facile.
Lucas, che fino a quel momento non aveva fatto altro che ignorare la mia presenza e rispondere con dei monosillabi, sembrava essersi svegliato e interessato al mio discorso.
«mi serve sapere il più possibile su di loro, devo vedere se sono apposto» e sappiamo tutti cosa intendesse per apposto.
«sono due reali Darya, principessa del Kenya e Harper principe dell'Australia» gli diedi le uniche informazioni che avevo su di loro.
No un grazie, un ciao. Un niente. Prese il suo computer e uscì dalla stanza.
Alzai gli occhi al cielo sbuffando. «ma perché fa sempre così?» domandai esasperata a Leo.
«non lo so» disse appoggiandomi le mani sulle spalle.

Eravamo stesi nei divani del salone. Era enorme. Si trovava nell'ala est della tenuta. Appena si entrava sulla destra c'era un ampia libreria e nella parete accanto due grandi porte scorrevoli che davano sulla sala da pranzo. Davanti all'entrata c'erano i tre divani su cui eravamo seduti io e Leo. Al centro c'era un tavoli con davanti il camino e la televisione. La carta da parati era una bellissima Voguish Wall Panel - Beige, lo sapevo soltanto perché me l'aveva esposta una domestica. Ma la parte più bella era la prete sulla sinistra caratterizzata da quattro enormi vetrate. L'atmosfera era bellissima sia di giorno, calda e luminosa, che di notte, soffusa e romantica.
Stavamo guardando gossip girl in un piovoso giovedì sera, atmosfera perfetta. Leo era steso e io sopra di lui, tra le sue gambe. Il camino scoppiettava e una calda coperta ci copriva.
Ma Lucas decise di fare irruzione buttandosi su un altro divano saltando dallo schienale.
«ci vorranno delle, delle, settimane per le informazioni sui tuoi amici» aveva ancora il suo computer con se.
Lo ignorammo e continuammo la serie tv. Leo mi strinse ancora di più a se. Con i miei migliori amici lontani e isolata da quasi tutta la mia famiglia. Gli unici che mi rimanevano erano loro. Nel bene,(leo), nel male,(lucas). Con Leo era facile, la sua presenza mi rilassava e mi rendeva felice. Le cose venivano da se. Ma Lucas, un incubo, era freddo e sfuggente. Eppure certe volte...nulla.

Finalmente la mia terza settimana scolastica era finita. Era venerdì. Eravamo quasi arrivati a scuola e come ogni giorno ad accompagnarmi era Leo.
Quella mattina però, a differenza del solito, non stavamo passando il tragitto cantando canzoni a squarcia gola e anche mezzi stonati. Mi avevano chiamata i miei migliori amici.
«i nostri genitori vogliono che restiamo qui per...un po'» concluse evasiva.
«quanto?» domandai allarmata.
«capisco la gravità della situazione, sanno quanto sia importante la nostra presenza lì, hanno bisogno di noi solo per due settimane» mi rispose Marco.
«hanno ragione» ed è vero e ne ero cosciente ma una parte di me, quella egoista, voleva soltanto i propri migliori amici con se.
Leo parcheggiò l'auto davanti al cancello.
«sono arrivata devo andare, ciao» e riagganciai.
Quando stavo scendendo e chiudendo la portiera Leo mi prese il braccio.
«potremmo fare qualcosa di diverso questa sera» mi rivolse un sorriso rassicurante.
Sapevo quello che voleva fare e lo apprezzavo. Aveva sentito tutta la telefonata.
«va bene dopo ne parliamo» e chiusi la portiera.
Incontrai Darya davanti al cancello. Lei viveva a scuola quindi ogni mattina prima delle lezioni si recava qui per me.
Mi prese sotto braccio facendosi strada tra gli studenti. Mi girai un'ultima volta verso il parcheggio davanti l'entrata. Era ancora lì. Lo salutai di nuovo e ricambiò partendo.
«dai che Harper ci aspetta» la guardai male capendo a cosa stesse alludendo.
«sei così persa» mi fece uno sbuffo sul naso ridacchiando.

Grazie a Darya in pochissimi giorni ero riuscita ad avvicinare Harper. Eravamo tutti e tre nella stessa classe e grazie alla mia amica ero riuscita a sedermi con lui. La sua presenza mi faceva un effetto strano. Non lo conoscevo ok è vero. Ma non vi è mai capitato di conoscere un ragazzo, bello, muscoloso, alto che rispettava il vostro tipo ideale di ragazzo ed esserne attratta? Non dite di no perché non vi crederei.
La lezione non era ancora cominciata e io non avevo il coraggio di iniziare una conversazione quindi quando Harper mi chiese:«hai programmi per il weekend?» gliene fui grata.
«no, ma Leo ha qualche idea in mente» dissi con un filo di voce un po' imbarazzata.
«oh il tuo ragazzo?» eh? Cosa?
«no, no, no» mi affrettai a rispondere gesticolando con enfasi. Cose da italiana.
«ah ok, e che parli sempre di lui» ci pensai un attimo e effettivamente era vero. Non me ne ero accorta...
«è il mio bodyguard sto sempre con lui» mi affrettai a rispondere imbarazzata.
La nostra conversazione finì lì. E la lezione di storia cominciò.

Princess Treatment Where stories live. Discover now