VI - Quando smetterai [IN REVISIONE]

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Visto quanto successo fino ad ora, anche se intorno a me non fanno che ballare, strillare e divertirsi, io non posso evitare di rimanere seduta sul mio telo a bere vodka liscia come una vecchia alcolizzata al bar

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Visto quanto successo fino ad ora, anche se intorno a me non fanno che ballare, strillare e divertirsi, io non posso evitare di rimanere seduta sul mio telo a bere vodka liscia come una vecchia alcolizzata al bar. Continuo ad osservare il grande falò di fronte, mentre gambe lunghe mi passavano davanti sollevando piccole pietre che si scagliano da tutte le parti, talvolta anche dentro il mio bicchiere.

Niente che mi impedisca di continuare a tracannare, con la speranza di perdere i sensi in modo definitivo. Sono tante le cose che voglio dimenticare, e certamente la prima è quella di essermi macchiata del peggior torto che si può fare ad una sorella, ma la seconda, e so che non ne ho alcun diritto, è quella di vedere a pochi metri Sara, seduta sulle gambe di Elia, lei scherza e parla come se godesse del privilegio più bello al mondo.

Un po' sono invidiosa, sì, lo ammetto. Il modo in cui può amare Elia alla luce del sole, il modo in cui lo può toccare, è qualcosa che io non potrò mai permettermi, neanche quando e se si lasceranno. Elia è soltanto confuso, forse si sente in colpa credendo di essere il motivo per cui sono finita in questa situazione e forse desidera prendersi le sue responsabilità – niente che io possa permettergli di fare.

Poi, non voglio neanche pensare a questo idiota che continua a girarmi attorno. È un tizio con cui avrò parlato tre o quattro volte, anche quando frequentavo assiduamente la comitiva, è piuttosto carino ma è viscido e questo mi fa rabbrividire.

"Hai deciso di fare l'asociale stasera?" Mi chiede.
Sollevo stancamente lo sguardo e poi bevo un sorso. "Sì."

Bene, mettono la musica che piace a me finalmente. Un po' di sano movimento mi toglierà di dosso questo imbecille, fantastico. Termino velocemente il bicchiere e alzandomi mi accorgo che Sara mi sta osservando, sorride, poi distoglie lo sguardo in modo strano, come infastidita. Questa volta, Elia non mi sta guardando.

Insieme alle altre ragazze inizio senza alcuna vergogna a ballare, prima più timidamente, poi creato il numero adatto per non essere del tutto al centro dell'attenzione mi scateno, anche perché l'alcol rende tutti i miei movimenti tre volte più fluidi e sicuramente non combacia con ciò che gli altri vedono, ma mi sento una specie di regina della danza.

Mannaggia alla sua stella, l'idiota si è avvicinato per ballare. Fortuna che anche altre persone dalle altre postazioni, diversa dalla nostra, si stanno avvicinando – anche gli amici di Sara, anche Leonardo, impallidisco. Però, in questo momento potrebbe essere d'aiuto.

Eppure vorrei potermi sentire presa bene, a ballare in spiaggia, con la giusta quantità di alcol in corpo. Invece deve esserci questo mentecatto che siccome le altre lo ignorano platealmente, si è accollato a me.

Leonardo non è come Elia, questo è certo. Quando ho immaginato che voltandomi l'avrei trovato alle mie spalle mi sbagliavo, fosse stato Elia credo proprio che sarebbe successo. No, Leonardo balla con due ragazze poco distante da me, insieme a lui il gruppetto di cani randagi che lo idolatra e segue le sue parole come vangelo, ma non Denny.

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