IX - La bestia

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"Sai dove ho sbagliato?" Mi chiede Leonardo, mentre siedo in silenzio nella sua camera da letto. Sono onestamente un po' spaventata.

Deglutisco e distolgo lo sguardo infastidita. "Cosa?"
"A pensare che non saresti tornata da quel senza palle."
"Mi segui?"
"Sì, a volte. In questo periodo." Ammette limpidamente.

Ci siamo incontrati su sua richiesta urgente di vedermi. Visto che avrebbe usato comunque la storia di Elia per ricattarmi, ho accettato di vederlo senza girarci troppo attorno, anche lui era certo che avrei fatto lo stesso e quindi mi ha accolto con un sorrisetto compiaciuto quando, entrando in casa, mi sono resa conto che praticamente non indossava nient'altro, a parte un corto asciugamano sulla vita.

Il suo corpo, scolpito dalla palestra, è un po' diverso da quello di Elia. Comunque, nondimeno posso evitare di guardarlo ammaliata mentre quei suoi capelli lisci e biondi gli svolazzano sulla fronte, mentre quell'asciugamano allacciato a malapena e pronto a cadere sembra essere sorretto da qualcosa di assolutamente gigantesco.

No, non ci penserò. Ho già troppi cazzi, non letteralmente, per la testa.

"Sai che è stalking?"
"Non voglio farti del male, quindi è solo curiosità. Volevo vedere se saresti tornata da lui, e ovviamente lo hai fatto."
"Non capisco – sogghigno incredula – che t'importa se torno da lui? Non vuoi che faccia del male a Sara? Ti piace Sara?"
"Ma sei stupida?"

Mi fredda, letteralmente. Poi, dopo i primi secondi di silenzio, si avvicina lentamente a me e la sua mano mi accarezza il viso, non ci capisco nulla ma di certo il contatto mi causa la pelle d'oca, un po' perché da così vicino è quasi possibile vedere quando l'asciugamano cadrà, un po' perché il suo tocco è sempre gentile, caldo.

"Davvero... non lo capisci?"
"Se ti piaccio non mi avresti mai fatto fare quelle cose."
"Cosa? Scoparti davanti a quel fallito? – Toglie la mano, offeso, voltandosi e dandomi le spalle per guardare fuori dalla finestra. – Quello è il minimo che lui meritasse, ma scommetto che a te un po' eccitava pure, vero?"
Deglutisco, di certo non dirò di sì, anche se in realtà... "Non mi stai rispondendo."
"Tu non mi piaci, Aria – dice, guardandomi soltanto adesso, poi sorride debolmente. – Io ti amo."
Mi viene da ridere e mi copro la bocca, i suoi occhi però tradiscono un certo fastidio. "Come scusa?"
"Mi prendi anche in giro? – Sospira, raccogliendo la frangia dietro la fronte. – Sei proprio senza cuore..."
"Come faresti ad essere innamorato di me? Praticamente non ci conosciamo."
"Come no? – Mette le mani sui fianchi, forse inizio ad infastidirlo sul serio. – Uscivamo insieme, parlavamo sempre, eppure... tu non mi hai mai notato, guardavi solo Elia, vero?"

Sarà vero? Non ne ho idea, in effetti. Se cerco di ricordare le nostre conversazioni, ho sempre pensato che fosse così amichevole per amicizia nei confronti di Sara, e comunque, credevo che un tipo popolare come lui non potesse interessarsi in una ragazza persino più vecchia. Respiro cautamente mentre rifletto.

Bello, ricco e pure sorprendentemente superdotato, ha senso? Io che sì, sarò pure una bella ragazza, ma lui lo vedevo con gente... diversa. Non è come Elia, non è un ragazzo dolce, bellissimo e umile, lui è grandioso e la sua aura si espande tutto intorno.

"Ce l'hai con Elia... solo perché mi piace?"
"Vuoi davvero ammettere che ti piace quel cazzone dopo che mi sono dichiarato? Ripeto, sei senza cuore." Dice, spingendomi sul letto – essendo già seduta su di esso.

Oh no, conosco questa storia, ma adesso dovrebbe essere finita – almeno dopo quello che è successo con Denny. Eppure, spingere i palmi contro il suo ampio petto non serve a niente, perché a cavalcioni mi raggiunge, costringendomi distesa sotto di lui, mentre l'occhio cade involontariamente sotto il suo bacino, adesso nudo.

Il teorema del peccato || Storia erotica || +18 || Explicit - IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora