5. Remember me

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Riflesso
/ri·flès·so/
aggettivo
1.
In fisica, che ha subìto riflessione.
"raggio r."
2.
FIG.
Che ritorna su chi agisce.
"azione r."

DAHLIA

I nostri passi risuonano nel corridoio e la cosa inizia a rendermi particolarmente nervosa, deglutisco facendo finta che un paio di bellissimi occhi color nocciola non mi stiano scannerizzando.

Ho appena pensato "bellissimi occhi color nocciola"?

Corruccio lo sguardo maledicendomi e continuo a muovere i piedi meccanicamente ascoltando Madison parlare della bellezza di tutti i quadri che sono appesi a queste pareti.

Il proprietario dell'istituto, nonché padre del dottor Leroy, è un vero appassionato di arte quindi ha ben pensato di piazzare quadri in ogni corridoio.

Finalmente arriviamo di fronte alla camera di Ethan che è nel mio stesso reparto, ogni volta che ci sono nuovi pazienti mi scende sempre l'occhio sulla possibile parte lesionata del corpo ma con lui non riesco davvero a capire.

Busso alla porta.

«Quindi questa è la tua camera Ethan e la condividerai con..»

Non faccio in tempo a finire perché la persona che apre la porta è l'ultima che mi aspettavo di vedere davanti a me eppure non mi sembrava fosse lo stesso numero di camera.

Ricontrollo velocemente mentre Sebastian si appoggia allo stitipe a petto nudo con le braccia bianche dalla fascia che le copre e mi riserva un sorrisetto per niente felice.

«Allora, Ariel, sentivi la mia mancanza?» deglutisco e torno a guardare Ethan senza degnarlo di una risposta.

«Bene, buona fortuna, ne avrai bisogno.» mi rigiro verso lo stronzo attaccato alla porta e continuo stizzita, «E non per l'istituto.»

La mia mano afferra quella di Madison che si ritrova strattonata da me lungo il corridoio mentre sento una risata riecheggiare tra i muri e un paio di occhi che mi fanno bruciare persino le ossa.

Dio, perché a me?

«Hey, Flash, rallenta che succede?» mi fermo di colpo sentendo la voce di Madison risvegliarmi e puntualmente sbatte contro la mia schiena.

Mi giro di scatto con le mani sulle labbra mentre lei tiene una mano sul suo naso, oddio grande Dahlia modo piuttosto particolare per fartela amica.

«Oddio scusami davvero» inizio a dire premendo anche le mie mani sul suo naso ma le scosta gentilmente ridacchiando per poi massaggiarselo, «È tutto okay, è solo una botta davvero ma che ti è preso poco fa?»

È curiosa e non la biasimo anche se il suo sguardo fa intendere che un po' si pente di non essersi fatta i fatti suoi.

Riprendo a camminare ma più lentamente, prima di rispondere, «Non mi sta particolarmente simpatico quel ragazzo, tutto qua» lei annuisce e per fortuna non fa più domande.

Questi corridoi sembrano infiniti, per arrivare da un reparto ad un altro ci vuole più del previsto però, per fortuna, la mensa è in comune quindi si trova al centro della struttura.

È l'unico ospedale psichiatrico di Londra che ha una mensa comune, a quanto pare il Dott. Richard Leroy pensa che per i pazienti faccia bene stare tutti assieme e non solo con quelli del proprio reparto.

Cut MeWhere stories live. Discover now